
Autore: Benedetto Croce
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Adelphi
Genere: Autobiografia
Pagine: 123
Prezzo: €13,00
Quando in Italia si afferma il fascismo, Benedetto Croce è già un filosofo conosciuto nel mondo. Senatore del Regno dal 1910, fiero oppositore della dittatura, nel 1924, dopo il barbaro assassinio di Giacomo Matteotti si schiera apertamente contro Mussolini.
Croce è stato uno dei più grandi e influenti pensatori del Novecento. Le sue intuizioni sulla politica e sull’etica oggi possono aiutarci a capire l’attuale fase di stallo istituzionale dell’Italia. Benedetto Croce è il portatore sano di una visione politica oggi in crisi.
Il filosofo napoletano ritiene che la libertà sia la categoria fondamentale della storia. Più che un filosofo liberale, Croce è un filosofo della libertà. La libertà per Croce si identifica con il bene e con l’etica e quindi con la lotta del positivo contro il negativo.
La storia è lotta per la libertà. Questo è fulcro del suo liberalismo che è stato sempre pragmatico soprattutto quando il suo pensiero si soffermava a discutere ampiamente di politica.
La libertà come significato generale della storia. Questo era il cuore delle sue idee. Senza questa teologia della libertà la vita politica di una nazione non esiste.
La lezione di realismo storico e politico di Benedetto Croce è oggi di estrema attualità. Nelle pagine dedicate alla politica, il filosofo mantiene intatta tutta la sua attualità profetica.
Non meno importanti nell’opera di Croce sono le pagine autobiografiche. Alla propria autobiografia mentale il filosofo ha dedicato molto spazio. Otre a Contributo alla critica di me stesso, troviamo nei suoi libri molti passaggi dedicati alla sua biografia di uomo e di studioso.
Adelphi pubblica Soliloquio, un piccolo e prezioso volume che mette insieme frammenti e scritti in cui Croce dialoga con se stesso.
Una bella idea quella di raccogliere le migliori pagine autobiografiche di uno dei punti di riferimento della cultura del Novecento. Pietro Craveri nella prefazione scrive che tutti i riferimenti autobiografici da lui forniti e variamente sparsi nelle sue opere risultano sempre legati all’origine e alla sostanza di ciascuna di esse.
Soliloquio può essere letto come un piccolo romanzo di formazione in cui l’elemento biografico incontra il pensiero filosofico di Benedetto Croce che scrive di se stesso passando per la coscienza di uomo che partecipa attivamente al proprio tempo.
Croce si intrattiene con se stesso e scrive pagine confidenziali che costruiscono un soliloquio in cui il filosofo e l’uomo camminano di pari passo senza mai trascurare il senso critico del pensiero che spesso si fa testimonianza.
Della sua vita Croce parlò in molti luoghi degli oltre ottanta volumi delle sue opere.
Le pagine autobiografiche restano un documento prezioso della vita intellettuale e civile dell’Italia e dell’Europa.
Don Benedetto non rinunciava mai a parlare con la parte più intima di se stesso Amava il soliloquio («perché se non cado nella stravaganza di aborrire me stesso, non ho poi l’animo di parlare di me, quando non mi sembra utile a cosa alcuna. E utile mi è sembrato invece questo tentativo di analisi del mio svolgimento etico e intellettuale, e perciò mi son provato a farlo».) con la sua coscienza e le vicende della sua vita erano sempre legate strettamente al suo pensiero.