
Data di pubbl.: 2024
Traduttore: Ada Vigliani
Pagine: 151
Prezzo: €12,00
W.G. Sebald con il suo stile lucido e avvolgente, con la sua scrittura tagliente è stato definito dalla critica l’unica apparizione di grande rilievo nella letteratura tedesca dopo Thomas Bernhard.
Scrive sempre sulla soglia di una deflagrazione e la sua prosa si conficca come un chiodo nella carne del lettore, provocando fastidio e imbarazzo con le sue intuizioni sempre distanti dal pensare comune.
Storia naturale della distruzione è il libro più potente di Sebald.
Al centro delle sue riflessioni la distruzione della seconda guerra mondiale e le tonnellate di bombe sganciate su centotrentuno città tedesche, provocando seicentomila morti.
Lo scrittore tenne a Zurigo un ciclo di conferenze sul tema «Guerra aerea e letteratura».
Quelle conferenze sono raccolte in questo volume in cui lo scrittore di lamenta dell’incapacità degli scrittori tedeschi di far emergere gli orrori della guerra aerea nella coscienza collettiva attraverso raffigurazioni storiche e letterarie.
Sebald sostiene nel libro che la distruzione delle città tedesche negli ultimi anni della seconda guerra mondiale non aveva trovato posto nella coscienza della nazione.
«Tutto ciò di cui sono stato messo a parte in decine e decine di lettere ha contribuito piuttosto a confermarmi nella mia opinione: se le generazioni del dopoguerra volessero limitarsi alle testimonianze degli scrittori, troverebbero difficoltà a farsi un’idea dello svolgimento, dell’estensione, della natura e delle conseguenze che assunse la catastrofe abbattutasi sulla Germania con la guerra aerea».
Sebald colma la lacuna e con la sua scrittura che sanguina redige una storia naturale delle distruzione bellica sulle città tedesche, non risparmia i dettagli degli orrori, partendo da uno sguardo d’insieme sulle premesse tecniche, organizzative e politiche che consentono di realizzare attacchi aerei su larga scala.
Lo scrittore nella sua narrazione della catastrofe non ignora la descrizione scientifica del fenomeno delle tempeste di fuoco che traccia la mappa, in termini patologici, delle specifiche cause di morte.
Prima di Storia naturale della distruzione era difficile farsi un’idea dell’immane devastazione che si abbatté sulle città tedesche negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, è più difficile ancora riflettere sull’orrore che accompagnò tale devastazione.
La letteratura tace per decenni, Sebald no. Lo scrittore si sente in dovere di approfondire la questione del perché gli scrittori tedeschi non abbiano voluto o potuto descrivere quell’esperienza compiuta da milioni di individui che fu la distruzione delle città tedesche.
La catastrofe della guerra ha lasciato tracce nella memoria di Sebald e non poteva esimersi di lasciare una testimonianza.
Storia naturale della distruzione è una passeggiata tragica tra le macerie e gli orrori della guerra, il resoconto dettagliato della disfatta del genere umano che è sempre affascinato e sedotto dalla distruzione, che è l’inconfutabile prova del fatto che le catastrofi anticipano a guisa di esperimento il punto di non ritorno in cui noi, da quella che noi per tanto tempo abbiamo creduto la nostra storia di soggetti autonomi, ricadiamo nella storia della natura.
Ancora oggi è sorprendente il silenzio che sovrasta le rovine, mentre la storia naturale della distruzione della guerra continua fare vittime.