Autore: Luciano Erba
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Mondadori
Genere: Poesia
Pagine: 492
Prezzo: € 24,00
Luciano Erba, poeta notevole del secondo Novecento, insieme a Vittorio Sereni è stato uno dei più autorevoli rappresentanti della linea lombarda (quella vera).
La sua poesia è irriducibile a una semplice formula critica, così scrisse Franco Fortini mettendo in evidenza l’originale singolarità di una voce poetica libera di un autore come Erba non riconducibile a nessun tipo di classificazione.
Poeta dal forte impatto esistenziale, nel suo originale modo di raccontare per episodi la complessità misteriosa del reale attraverso la classica semplicità dello stile, la grazia infallibile di un dire tagliente.
Già ne Il male minore, il suo libro più importante pubblicato nel 1960, Erba viaggia ne dintorni del nulla cercando, come dice lui stesso, di coglierne il rovescio.
Nei libri successivi (Il tramviere metafisico, Nella terra di mezzo, L’ipotesi circense), il poeta, seguendo un ininterrotto e continuo filo di riflessioni, legge nella vicenda quotidiana anche dettagli di apparente insignificanza e banalità e ne capta un senso ulteriore, tra meraviglia e tentazione metafisica.
Luciano Erba nasce a Milano il 18 settembre 1922. Insieme a intellettuali come Anceschi, Bo, Antonielli, Solmi, Risi, Chiara, Ferrata e Corti anima il dibattito culturale.
Nel 1951 pubblica la sua prima raccolta di poesie, Linea K, presso l’editore Guanda .Nel ’60 esce nello Specchio di Mondadori Il male minore, con una nota di Alfonso Gatto. Dopo un lungo silenzio che dura diciassette anni, Erba dà alle stampe Il prato più verde.
La poetica di Luciano Erba attraversa il Novecento con una chiarezza stilistica che ha nell’esperienza del quotidiano e nel suo contesto spaziotemporale lo sguardo privilegiato.
Erba nei suoi versi offre sempre un ritratto fedele della precarietà. Sempre devoto al vero, il poeta trasforma il dato greve e piatto della realtà in un movimento poetico di ineguagliabile rarefazione.
Luciano Erba è sensibile e acuto quando scava nella dinamica dei giorni e ne coglie con incanto il nonsenso l’ironia metafisica e l’assurdo.
Pasolini vedeva in Erba il discendente di Montale, in quanto nemico feroce di ogni astrazione.
Giovanni Raboni scrisse che per Erba il modo di avvicinarsi alla realtà nella sua vertiginosa sottigliezza, nel suo valersi di un tasso di precisione così elevato da capovolgersi i reticenza, equivale in fondo a una forma di silenzio.
Luciano Erba, restando volutamente ai margini dell’esistenza, con la sua poesia ha scavato nelle immagini del reale con l’interpretazione intelligente del dubbio, sempre attento a interrogare la sua malinconia con quelle domande senza risposta che ognuno dovrebbe porsi di fronte alla precarietà che incalza gli istanti di una biografia corale.
Nel 2002 Mondadori ha dedicato un Oscar alla sua opera poetica (Poesie 1951- 2001). Erba è morto il 2 agosto 2010.
Da tempo quel volume è fuori catalogo. In questi giorni Mondadori nella collana Oscar Moderni Baobab finalmente ripubblica Tutte le poesie di Luciano Erba.
Stefano Prandi nell’introduzione compie una generale riflessione sulla cifra profonda del percorso creativo dell’autore sottolineando che la poesia di Luciano Erba, a più di dieci anni dalla scomparsa, continua a mantenere intatta tutta la freschezza e vitalità del so primo apparire
Finalmente possiamo tornare a leggere Luciano Erba, lo straordinario poeta metafisico che sapeva tenere aperti gli occhi sulla realtà.