Titolo: Taglia trentotto. Bulimia, amore e rabbia Autore: Longo Stefania Casa Editrice: Memori Genere: Attualità Pagine: 158 Prezzo: 14
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“…Perché diversi anni fa, prima che da tutti gli specialisti, mi strattonava da lui [medico di base]. Io sapevo che dal wc non sarei mai uscita, e che lì ci avrei passato tutti i miei anni migliori.”
Una storia, una storia come tante, una storia di disagio interiore, una storia di un disagio fisico…La storia di una ragazza come noi. Una giovane donna che ha sacrificato una parte importante della sua vita poiché schiava di una di quelle malattie “scomode”, le malattie che vengono diagnosticate con una smorfia sul viso e che vengono troppo trascurate. Questo libro presenta la storia di un percorso di vita e di maturazione e di crescita.
La narrazione si svolge in modo agile e scorrevole senza un ordine cronologico ben definito e grazie all’utilizzo di capitoli corti. Il linguaggio è incisivo, forte anche se in alcuni punti un po’ troppo forzato. L’utilizzo smoderato degli inglesismi, in alcuni punti, impoverisce lo spessore del testo. La scelta, tuttavia, rende bene l’idea dello sconvolgimento e del turbine di emozioni che travolge la protagonista della nostra storia. L’introspezione psicologica è resa con un fortissimo realismo capace di immedesimare il lettore in ogni situazione.
“Se fossi madre, non vorrei che a un certo punto mia figlia se ne venisse fuori che vuole fare la modella. E non vorrei neanche che guardasse le magre di paese, e imparasse una strada sbagliata. Le coprirei gli occhi a ogni anoressica che incrociamo. “
La protagonista del libro è una giovane ragazza di buona famiglia che da un giorno all’altro si ritrova catapultata in un mondo totalizzante che la riduce ad uno scheletro e la rende vittima delle grandi “abbuffate” e dei sensi di colpa che seguono. Invidia, dolore, tristezza, disillusione, bisogno di attenzione: questi sono i sentimenti che dominano questa ragazza. Ma anche la forza è un’emozione molto importante…Sin dalla caduta nel vortice della bulimia sino alla presa di consapevolezza.
Lavoro da qualche anno nell'editoria, mi occupo di comunicazione per editori e autori e sono un digital addicted. Al contrario di altri, non mi posso definire un lettore da sempre, 'La coscienza di Zeno' in prima media è stato un trauma troppo forte da superare per proseguire serenamente la relazione con la lettura. Più avanti ho deciso di leggere un libro per piacere, e non per obbligo, ed è stato lì che ho capito quale sia la vera forza della lettura: la capacità di emozionare. Credo che sia questo il segreto, se così possiamo definirlo. Non ho più smesso.
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