Autore: Giulio Maffii
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Pietre Vive edizioni
Genere: Poesia
Pagine: 54
Prezzo: €12,00
Giulio Maffii in Sequenze per sbagliare il bersaglio si prende gioco della poesia visiva e la riempie di contenuti.
Prendendo come modello i sistemi informatici di presentazione aziendale, il poeta senza rinunciare all’asistematicità del frammento costruisce un percorso originale di sequenze poetiche per raccontare tutti i bersagli che manchiamo nella nostra miserabile esistenza.
Tra lo sperimentalismo e il lirismo Giulio Maffii trova una terza via.
«La parola è / frattura esposta / un abbraccio / ci devasta»; « le poesie sono / alberghi a ore».
Ci si perde nelle sequenze che Giulio Maffi propone nel suo libro la cui lettura è davvero originale.
L’intuizione che il poeta ha avuto è davvero singolare. Riempire di alti contenuti poetici sterili modelli informatici. Questo è possibile se si è poeti veri.
L’impatto visivo è potente, perché potente, tagliente e ironica è la parola diretta che il poeta sbatte sulla pagina: la deflagrazione è assicurata.
Inquadrature che fulminano («un tempo la gente / la gente la gente / sempre la gente / mai un nome preciso») , piani sequenza che si conficcano come chiodi nella carne ( «- ma perché a qualcuno importa dici ?-»), alla fine il poeta riversa con irriverenza sul tavolo del vivere il rovescio bianco del bersaglio (« Gli indirizzi perduti dei lupanari / il limite basso dell’assenza».
Al poeta, e anche a noi, interessa il lato cieco del bersaglio.
«Nella nostra/ grandezza /sfocata ci / ingrandiremo l’uno / con l’altro». Maffii è spietato come sempre con la sua poesia che non cerca parole accomodanti e questa volta al bersaglio sbagliato dedica anche una forma visiva ma è sempre la parola che vince sull’immagine, e qui il poeta ha tenuto testa all’invadenza della tecnica che rende arido tutto.