Data di pubbl.: 2024
Pagine: 317
Prezzo: € 20,00
«Il giornalismo d’inchiesta è una cosa che dà coraggio a chi lo fa, ma soprattutto a chi lo ascolta».
Questa è l’opinione di Sigfrido Ranucci, che è un giornalista d’inchiesta fin nel midollo, fin da quando non sapeva che lo sarebbe diventato, come racconta ne La scelta, il libro autobiografico in cui il conduttore di Report si racconta senza veli tra pubblico e privato.
Ci sono giornalisti buoni per tutte le stagioni del potere e giornalisti con la schiena dritta che ogni giorno scelgono il bene comune, la legalità e la giustizia sociale.
Ranucci le sue scelte le ha fatte e nel libro le racconta tutte attraverso le inchieste importanti che ha svolto, scegliendo appunto di stare sempre dalla parte della libera informazione e della verità, non facendo sconti a nessuno e soprattutto a quegli intrighi di potere che hanno indebolito la nostra democrazia.
«L’indipendenza è uno stato dell’anima, non solo è una virtù che si ha o non si ha, ma un percorso fatto di studio, approfondimento, di continua ricerca di fonti autorevoli attraverso le quali formarsi opinioni e consentire ad altri di farlo. Chi non è indipendente ed è attaccato alla mammella del suo referente, non apprezzerà mai l’indipendenza degli altri e anzi ne proverà fastidio e frustrazione».
Ne La scelta Ranucci difende il valore della sua libertà, il coraggio dell’indipendenza sempre con la passione per il giornalismo d’inchiesta che può essere considerato una forma di letteratura, forse si può considerare una forma di epica perché fare giornalismo d’inchiesta in un contesto come quello italiano degli ultimi anni è davvero complicato. Affrontare gli attacchi politici, le querele temerarie, le richieste di risarcimento milionarie.
Questi sono alcuni passi dell’autoritratto di un uomo coraggioso, di un giornalista sempre sotto attacco che con Report e nella vita ha deciso sempre di stare dalla parte della legalità e della giustizia sociale e di chiamare alle proprie responsabilità il potere che con i suoi abusi ogni giorno offende, deride e umilia il bene comune.
Il giornalismo d’inchiesta di Sigfrido Ranucci mette sotto processo il sistema malato, smaschera la corruzione presente nella politica, si insinua con la verità nelle infiltrazioni mafiose che rendono marcio questo nostro paese.
Le inchieste di Ranucci fanno tremare il palazzo, disturbano i manovratori e la sua passione civile viene prima di tutto.
Mai rinunciare alla libera informazione, l’ultimo baluardo per contrastare un potere che ogni giorno si fa sempre più arrogante e prepotente.
Nel libro Ranucci racconta l’uomo e la passione per il giornalismo che gli ha insegnato a scegliere da che parte stare.
«Avere una grande passione per il lavoro che faccio mi dà un’energia incredibile. Ma l’energia più grande arriva dall’affetto della gente, da voi, che quando vi incontro per strada riconoscete il lavoro che faccio, il messaggio che cerco di mandare e che capite il mio impegno per il bene comune, per restare indipendente, per migliorare il mondo e consegnarlo migliore alle future generazioni».
La lotta quotidiana di Sigfrido Ranucci, un uomo assetato di giustizia, libertà, verità, che si batte con il giornalismo d’inchiesta per una decisa presenza della morale nella vita pubblica, ci riguarda e anche noi nella vita di ogni giorno non dovremmo avere esitazioni e scegliere sempre di stare dalla parte del bene comune, che sopra a ogni cosa è un valore inalienabile dell’umanità.