Saba – Giacomo Debenedetti

Titolo: Saba, Scritti e saggi ( 1923 - 1974)
Data di pubbl.: 2024
Pagine: 202,
Prezzo: € 22,00

Umberto Saba oggi è poco letto e soprattutto poco conosciuto. Sorte riservata ad altri autori del nostro secondo Novecento soprattutto grazie alle colpevoli omissioni di una parte del mondo letterario che ha permesso all’oblio di avanzare tragicamente e contribuire a creare zone d’ombra su quella parte del Novecento, quello degli spiriti liberi che la letteratura la consideravano una cosa onesta.

Tra questi sicuramente il poeta Umberto Saba occupa un posto di rilievo. Quando Saba dice che ai poeti resta da fare una poesia onesta è consapevole di aver pronunciato una verità scomoda.

L’onestà consiste nella ricerca delle verità poetiche interiori, le apparenze e i manierismi sono banditi, il linguaggio deve essere chiaro e collocarsi nella cornice della vita reale. Questa è la dichiarazione di Saba a sostegno della poesia autentica che è capace di chiamare le cose con il proprio nome e che lo collocano fuori dalle scuole e dalle accademie del suo temo, lontano dagli ermetici e i futuristi e da tutte le altri correnti letterarie.

Saba deve la sua fortuna critica a Giacomo Debenedetti, tra i più autorevoli studiosi della letteratura novecentesca.

Tra il giovane critico torinese, già dal primo incontro avvenuto nei primi anni venti, si stabilì un empatica vicinanza umana e intellettuale. E fu proprio Debenedetti, che nel corso degli anni dedicò a Saba numerosi saggi, ad affrancare il poeta da quella omologazione ai crepuscolari in cui era stato inserito.

Per la prima volta esce un volume che riunisce i saggi di Giacomo Debenedetti su Umberto Saba.

Saba. Scritti e saggi (1923 – 1974), pubblicato da Carocci con la curatela di Stefano Carrai, questo insieme di testi esprime l’impegno del critico sul poeta triestino e sulla sua poesia originale.

Per Debenedetti Saba non apparteneva ai poeti che giudicano il mondo né a quella di coloro che si confessano in versi, e metteva in evidenza invece la sua naturale vena idilliaca ed elegiaca.

Saba si sentì immediatamente compreso da Debenedetti, che apprezzava incondizionatamente la sua poesia.

Leggendo i suoi scritti possiamo dire che fu proprio il critico a contribuire all’affermarsi definitivo di Saba.

Di rilevante importanza i due primi saggi: La poesia di Saba (1923), Per Saba, ancora (1928).

Per Saba fare poesia è un adattare il destino ai gusti della sensualità onesta e contenuta. Egli si cerca umbratili rifugi di tutta intimità. E solo a questo punto egli si differenzia e stabilisce la propria intimità.

Giacomo Debenedetti guada da vicino Saba e con le sue intuizioni riesce a sconfiggere i luoghi comuni della critica del suo tempo, che lo aveva in maniera sbrigativa etichettato come un poeta idillico.

Il grande critico torinese invece vede e legge in Umberto Saba un uomo in fuga, con la psicologia di un perseguitato che ha qualcosa di nascosto nelle radici.

Giacomo Debenedetti con i suoi scritti è l’unico critico letterario che è stato capace di svelare l’essenza autentica della poesia di Umberto Saba, comprendendo la sensualità onesta e la fondamentale sincerità al fondo dei suoi versi.

Perché senza la poetica dell’onestà non si possono comprendere Saba e il suo mondo.

Ti potrebbero interessare...

Login

Lost your password?

Per continuare a navigare su questo sito, accetta l'informativa sui cookies maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi