Regalo di nozze – Andrea Vitali

Autore: Andrea Vitali
Titolo: Regalo di nozze
Editore: Garzanti
Genere: romanzo
Numero di pagine: 151
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: euro 14

Se avete due ore libere, un viaggio in treno o un amico da aspettare mentre si cuoce la cena, Regalo di nozze è il libro giusto per ingannare l’attesa. Basta sedersi comodi e prenderlo in mano. Ci si sente subito incuriositi da quella fotografia color seppia che invade la copertina: al centro una 600 bianca, uno di quei gioiellini che tanto ci ricordano i nostri genitori o i nostri nonni e su cui forse abbiamo viaggiato qualche volta anche noi da piccoli, stretti stretti su quei sedili un po’ scomodi.

È proprio quello che stavate cercando: una storia leggera, gli spensierati anni 60, una piccola realtà di paese nella provincia di Como. Lo spunto per rievocare la storia di una famiglia negli anni del boom economico è il matrimonio, diversi anni dopo, di Ercole, unico figlio di Assunta e Amedeo. Sposarsi significa cambiare vita, lasciare la rassicurante routine della vita da ragazzo e diventare adulto. Per Ercole significa anche distaccarsi da sua madre Assunta, rimasta vedova quando lui frequentava ancora le elementari, e fare i conti con un passato dai contorni un po’ sbiaditi e forse mai compresi dagli occhi del bambino di allora.

« “Cosa c’è?” chiese.

Sua madre capì al volo.

“Niente”, disse.

Aveva solo pelato un paio di cipolle.

“Ah”, fece Ercole annusando l’aria, senza minimamente percepirne l’odore.

Non riusciva, però, a staccare gli occhi dal volto di sua madre.» (p. 20)

Come dimenticare il formidabile zio Pinuccio, il suo stile impeccabile, la sua ilarità contagiosa, le sue scappatelle da scapolo impenitente? E le serate estive passate affacciati al balcone a dar da mangiare ai gatti del circondario? Ma il ricordo più bello di tutti è quello della prima gita al mare insieme a mamma papà e zio sulla mitica 600 bianca, quando in pochi avevano la patente e possedere un proprio mezzo era un lusso invidiabile.

Ercole mette in moto i processi della memoria, rievoca con lo stesso sguardo rapito di allora le sensazioni, i sapori, i colori di quegli anni lontani. Accanto a lui Assunta, con gli occhi velati di vecchiaia e di malinconia, si prepara ad uscire dalla scena della vita. Prima però vuole ricomporre i pezzi del passato raccontando tutto a suo figlio, ora che è adulto ed è pronto ad ascoltare.

Una scrittura piana e scorrevole, che sa degli odori di casa più familiari; una realtà cristallizzata in quelle vecchie fotografie scolorite che Assunta mostra a suo figlio: ma dietro i ricordi più belli si nascondono i piccoli misteri di una famiglia, quelle verità sussurrate sottovoce affinché i piccoli di casa non sentano. Ecco che allora la narrazione si avvicina al giallo: Assunta ci svela pazientemente la verità, con tutto il gusto narrativo di chi conosce i retroscena e vuole finalmente raccontarli senza tralasciare neanche un dettaglio. Ma la pistola è caricata a salve: anche i colpi di scena più drammatici e inaspettati ormai non fanno più male. Tra sorrisi e malinconia si ha l’impressione di spiare la normalità di una famiglia dal buco della serratura  e in quei volti, in quei gesti, in quelle storie ci sembra di riconoscere la storia della nostra famiglia, con i suoi volti, i suoi gesti, i suoi piccoli segreti.

Ecco, le due ore sono passate. Della lettura ci resta una piacevole atmosfera color seppia.

 

 

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