Autore: Connelly Micheal
Casa Editrice: Piemme
Genere: Giallo & Thriller
Traduttore: Stefano Tettamanti – Giuliana Traverso
Pagine: 357
Prezzo: 19.90
Al giornalista Jack McEvoy, licenziato, rimangono solo due settimane da trascorrere alla sua scrivania nella redazione del Los Angeles Times. La crisi della carta stampata, in un’epoca in cui l’informazione viaggia su internet, non risparmia neanche un reporter di nera, perciò McEvoy decide che il suo ultimo articolo dovrà essere qualcosa di indimenticabile e vuole lasciare il segno.
Una volta il Los Angeles Times era soprannominato “bara di velluto” perché era un posto di lavoro così piacevole che tutti desideravano rimanerci fino alla morte. Ora Twitter e Facebook hanno portato la carta stampata alla crisi; inoltre, cambi di proprietà, tagli ai budget e ridimensionamenti a spese dei giornalisti con stipendio più alto, obbligano questo illustre quotidiano a ridurre il personale e McEvoy costa troppo: ha ricevuto il benservito… perciò gli vengono concesse due settimane di proroga per “addestrare” chi prenderà il suo posto ai rudimenti del mestiere. I suoi progetti per il futuro sono semplici: aggiudicarsi l’ultimo scoop tirando fuori dalla prigione un sedicenne di colore ingiustamente accusato di omicidio e scrivere un romanzo. Probabilmente non c’è giornalista che dentro di sé non sogni di fare lo scrittore. Ma le cose prendono una piega diversa e più pericolosa: scagionare il giovane dall’uccisione di una ballerina di night-club porta dritto a un omicidio analogo commesso anni prima a Las Vegas e all’inquietante sito-trappola “delittodelbagagliaio.com”. Angela Cook, la giornalista che dovrà prendere il suo posto in redazione, scompare nel nulla, così lui insegue l’ombra di un serial killer che caccia nel buio e si nasconde nel web. Le sue carte di credito scadono senza spiegazione, le mail non raggiungono i destinatari, il conto corrente si volatilizza, i cellulari si ammutoliscono. McEvoy è solo, i suoi capi non gli credono, la polizia lo sospetta. Ad aiutarlo sarà un ex grande amore perduto: uno dei migliori agenti dell’Fbi, Rachel Walling. Alla fine il vecchio cronista batterà il neolaureato che twitta, chatta e si destreggia nel web con l’abilità di un ragno che tesse la sua tela?
L’abilità nello scrivere questo romanzo di Michael Connelly, considerato uno dei più importanti esponenti della letteratura thriller, trova giustificazione nel fatto che lui stesso ha lavorato presso la redazione di alcuni giornali in Florida come cronista di nera. In seguito ha trovato impiego come giornalista criminologo al Los Angeles Times. Fin dai tempi dell’università, dopo avere scoperto i romanzi di Raymond Chandler, aveva deciso di diventare scrittore di thriller. Da un’accurata lettura dell’opera letteraria di Chandler, che ha come protagonista il detective Philip Marlowe, arriva lo spunto per caratterizzare i suoi romanzi. Quindi la decisione di interessarsi sempre più a fatti di cronaca: sfrutta gli anni passati da giornalista per studiare da vicino il lavoro della polizia e lo svilupparsi delle indagini sui delitti di cui si occupava. Connelly è particolarmente attento a far emergere le caratteristiche psicologiche dei suoi protagonisti e molti dei suoi libri sono ambientati a Los Angeles.
L’uomo di paglia è un classico: buoni contro cattivi, bianchi in genere più fortunati degli ispanici e dei neri, donne fatali, poliziotti brutali, avvocati disinvolti. Due sono i temi centrali: il tramonto dell’informazione cartacea e le infinite possibilità (anche criminali) di internet. Libro da leggere: mai volgare, mai troppo crudo; buona la connotazione dei personaggi, ben descritti i fatti di cronaca.
“Non potete portarmi via questa storia. E’ mia. Sono stato io a scoprirla, sarò io a scriverla” (p.169)