Quello che non ti ho mai detto – Celeste Ng

Titolo: Quello che non ti ho mai detto
Autore: Ng Celeste
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Bollati Boringhieri
Genere: Romanzo drammatico
Traduttore: Manuela Faimali
Pagine: 272
Prezzo: 17,50 €

Lydia non è in camera sua. Sono le sei e mezza di mattina. È uscita? Ha passato la notte con qualcuno? Nessuno ha sentito niente. Purtroppo la verità non tarda a venire a galla, nel laghetto di una tranquilla cittadina dell’Ohio. È davvero impensabile che una sedicenne che non sa nuotare salga su una barca da sola. Marilyn, la madre, ne è sicura: bisogna stanare il colpevole.

Anche se il risvolto di copertina lascia pensare a un thriller, Quello che non ti ho mai detto, romanzo d’esordio dell’americana Celeste Ng, non si basa sulla ricerca di un colpevole, bensì di un movente. A quanto pare, Lydia non si confidava con nessuno, non teneva un diario, perfino in casa si può dire che Marilyn e James, i genitori, e Nath e Hannah, i fratelli, non la conoscessero davvero. Eppure si tratta di una famiglia relativamente benestante, ma con una differenza. James è di origine cinese e i suoi figli sono gli unici “orientali” della città. È stato difficile per lui farsi strada in America e ottenere una cattedra universitaria, per quanto modesta. Al contrario, Marilyn avrebbe desiderato una carriera scientifica ma vi ha rinunciato per dedicarsi alla famiglia. Da allora, tutte le sue ambizioni si sono riversate su Lydia, con regali a dir poco mirati allo scopo. “L’anno prima aveva ricevuto uno spesso volume intitolato Famous Women of Science. Le donne famose l’avevano annoiata. Le loro storie erano tutte uguali: si erano sentite dire che non potevano, ma ci avevano provato comunque. Perché lo volevano davvero, si era chiesta, o perché glielo avevano proibito?” Sono tante le pressioni che Lydia ha dovuto sopportare, ma la più forte sembra quella sociale.

Si intrecciano molti temi in questo libro, e tutti vengono svelati poco per volta, andando a comporre il complesso mosaico della famiglia Lee. Sullo sfondo, gli anni Settanta in cui è ambientata la storia quasi non si avvertono (ed è un’occasione perduta), ma allo stesso tempo i problemi di integrazione dei Lee appaiono di sorprendente attualità. Non basta nascondere la polvere sotto il tappeto: spiccano l’assenza di dialogo tra genitori e figli e gli argomenti tabù, per una volta non limitati al sesso, impossibili da affrontare a viso aperto. Di sicuro c’è molto della biografia dell’autrice anche nell’insistenza con cui si parla di donne che aspirano non solo all’emancipazione, ma a ruoli tradizionalmente in mano maschile. Per la felicità personale, un libro di cucina non è sufficiente. Si può e si deve puntare più in alto. Senza eccedere con la pressione.

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Damiano Latella, classe 1985, piemontese, ama la Francia, la Spagna e gli accenti messi al posto giusto. Pur non traducendo, si tiene in allenamento collaborando con la rivista «tradurre». Non capisce chi si lamenta della mancanza di buoni libri.

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