Autore: Percival Everett
Casa Editrice: La nave di Teseo
Genere: Romanzo
Traduttore: Massimo Bocchiola
Pagine: 325
Prezzo: € 20,00
Si può raccontare una storia attraverso i colori? Può una tinta particolare essere associata a uno specifico sentimento, stato d’animo, emozione? Addirittura a un segreto? È possibile, certo, se la penna è quella di un grande autore come Percival Everett (1956), afroamericano, uomo ‘schivo ma eclettico’, come viene descritto nelle bio, personaggio dalle mille attività e trasformazioni, noto per la sue straordinarie lezioni di narrativa in qualità di distinguished professor alla University of Southern California.
Dalle pagine di Quanto blu ci parla Kevin Pace, pittore di una certa rinomanza, famoso al punto da poter mantenere in modo agiato se stesso, la moglie Linda e i due figli adolescenti April e Will, in una bella casa del New England completa di una rimessa utilizzata come studio e di una stanza, vasta e spoglia, dove Kevin custodisce gelosamente un unico, imponente quadro dal soggetto ignoto. Nessuno è autorizzato a vederlo, ma il lettore apprende dalle parole del protagonista che in quel quadro trionfa il blu e forse anche un pizzico di verde, due colori che in giapponese si traducono con la stessa parola, due colori che il nostro pittore ha sempre avuto grandi difficoltà a gestire sebbene lo affascinino nel profondo. Due colori che sono la metafora del suo indicibile, inconfessabile segreto.
“…un segreto può esistere solo se è possibile che sia svelato, scoperto, e perfino tradito. Le mie notti erano meno popolate di brutti sogni, ma il loro ricordo mi assillava quanto i sogni stessi, e mi assillava da sveglio. La memoria dei sogni diventò una cosa, e il quadro diventò il luogo dove mettevo i pezzi di quella cosa.”
Composto da tre sezioni che si alternano – Casa, Parigi, 1979 – ironico, sferzante, dai dialoghi secchi e stringenti, Quanto blu è la storia di un uomo bizzarro, creativo, diretto e fedele alla parola data fino al punto di mettersi nei guai: da giovane con l’amico Richard nella surreale ricerca del fratello di costui scomparso in un Salvador sull’orlo della guerra; da adulto con la promessa fatta alla sedicenne figlia April, incinta, di non rivelare alla madre il suo problema. Ma non sono questi i segreti o le omissioni dei quali Kevin non riesce a liberarsi e che gli scavano dentro. E non lo è neppure il travolgente incontro parigino con la giovanissima Victoire, pittrice di acquerelli, con la quale vivrà, all’insaputa della moglie Linda, una storia d’amore concreta e profonda che lo spingerà a ripescare dagli abissi della sua anima colori e ricordi sopiti e mai davvero esaminati e compresi. A lei sola, a Victoire, confesserà il suo vero segreto forse perché, per quanto assoluto sia l’amore provato per lei, Kevin è anche cosciente della sua transitorietà e assenza di futuro. Sa che non rivedrà mai più Victoire e infatti tornerà in America, dalla sua famiglia, e inizierà con il quadro nascosto e un insolito ma reale viaggio nel passato, un’opera di catarsi che finirà per riconciliarlo con se stesso.
Quanto blu è un libro spiazzante e singolare e ciascun lettore, immergendosi nella storia, vivrà sensazioni uniche e molto personali. Bravissimo, come sempre, il traduttore Massimo Bocchiola a rendere la bellezza della scrittura di Everett. Una scrittura che avevamo già apprezzato in libri come Cancellazione e Ferito, mai banale, mai scontata, ricca e seducente.