Per fare un libro, ci vuol la carta

Fonte: ecologiae.com

Se l’etimologia della parola carta ancora arrovella gli esperti, divisi tra il latino charta (forse dal greco charasso, scolpire, incidere), quarta (che indicherebbe il foglio piegato in quattro parti) e chairt (dal celto, corteccia), la provenienza del materiale è invece una certezza.

La rinnovata coscienza ambientale con la quale le case editrici si sono svegliate all’alba del nuovo millennio, ha imposto una seria riflessione sulle modalità di produzione della carta, e molte hanno risposto in modo proattivo, adottando politiche di acquisto a Deforestazione Zero.

Accade però che tra i grandi qualcuno manchi all’appello, e venga giustamente ripreso da chi ha fatto della difesa dell’ambiente una professione. Così, Il 6 novembre, gli attivisti di Greepeace si sono ritrovati vestiti da tigri all’ingresso del quartier generale Rcs consegnando “pillole anti-deforestazione” (in realtà caramelle) ai responsabili Rizzoli e Fabbri per protestare contro la distruzione delle foreste indonesiane che sta causando (come se non bastasse la distruzione in sé per sé) l’estinzione della tigre di Sumatra. Ovviamente la protesta è scattata dopo aver dimostrato l’utilizzo da parte del gruppo editoriale di carta proveniente dall’Indonesia e sembra aver prodotto già buoni risultati. Entro un mese infatti, i dirigenti Rcs incontreranno i responsabili della campagna “Deforestazione Zero!” per cercare una strategia più rispettosa dell’ambiente.

Occhi puntati dunque, ci vediamo tra trenta giorni.

Fonte: ilfattoquotidiano.tv

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