ROMANZI
La tranquilla cittadina di Riseholme, nell’annoiata provincia inglese degli anni Venti, ha una sua regina indiscussa, l’impareggiabile Lucia. Lucia divide le sue giornate tra tè con la sua fedele corte di amiche, pettegolezzi e concertini domestici, fin quando un evento giunge inaspettato a sconvolgere la sua esistenza: una grossa eredità. Lucia allora abbandona Riseholm per trasferirsi nel quartiere più esclusivo di Londra, iniziando la sua scalata all’alta società: tra contesse, principi e artisti sbruffoni, Lucia, dopo una serie di esilaranti avventure, diventa la beniamina dell’aristocrazia londinese, o almeno così crede lei…
“Lucia a Londra” di Edward Frederic Benson, Fazi editore.
La Romagna è una terra di gente pacifica e cordiale, almeno fino a quando non arriva il mercoledì. Negli altri giorni della settimana, Stefano cerca una casa e forse anche una compagna, Raul cerca una vittoria e forse anche una vendetta, Irma cerca la fama e forse anche un po’ d’affetto, Ruben cerca la grana e forse anche una speranza. Un giornalista, un pugile, una poetessa e un playboy con niente in comune, se non 39 anni di età e una serie di truffe a catena che li coinvolge in veste di vittime o carnefici, a volte di entrambe le cose. A mettere ordine ci pensano Ermes Donati, imprenditore dell’illegalità con una fissa per James Bond, e Arrigosacchi, un Jack Russell dal fiuto tutto particolare. Tra sedicenti agenti letterari prodighi di illusorie promesse, bische clandestine popolate da bizzarri giocatori di poker e gang di malavitosi d’importazione amanti delle scommesse truccate, non sarà facile uscirne sani e salvi, soprattutto se c’è qualcuno che ha in programma di ammazzare chi ne ostacola le ambizioni. E il giorno buono per farlo sembra proprio essere un tranquillo mercoledì di maggio…
“I romagnoli ammazzano al mercoledì” di Davide Bacchilega, Las Vegas editore.
In Afghanistan, dove l’80 per cento della popolazione è analfabeta, l’unico modo di trasmettere le conoscenze fondamentali – leggere, scrivere, contare, ma anche le norme sanitarie o come salvarsi dalle mine – è inserirle nella narrazione orale, affinché si diffondano di bocca in bocca. Un tempo era compito dei cantastorie; oggi, in un Paese sfaldato nel suo tessuto sociale, non lo fa più nessuno. Per questo Selene ha fondato a Kabul una scuola per «raccontare storie». In questo libro ripercorre l’avventura coraggiosa di questa scuola, tra quelli che considera piccoli imprevisti (come scampare a un attentato) e grandi soddisfazioni (come lo sguardo di ringraziamento di un allievo, fiero di aver appreso «la forza di alzarsi in piedi e parlare»), perché, come dice lei, «ci piacciono le storie con un lieto fine. E speriamo di contribuire a crearne molte». La maestra di Kabul è una storia di determinazione e coraggio, umanità e passione, che mostra il volto più sano della cooperazione internazionale.
“La maestra di Kabul” di Selene Biffi con Carlo Annese, Sperling & Kupfer editore.
Certe volte, in Afghanistan, il cielo è talmente limpido che se alzi la testa hai la sensazione di poter assaggiare il gusto delle stelle. È il mondo dove è cresciuto Hazrat, che lui conosce da sempre. Ma è anche il mondo dove resta l’odore della guerra, che ti impregna i vestiti e nella mente ti gioca terribili scherzi. E così, una notte, della famiglia di Hazrat non restano che macerie. Niente è più come prima, il mondo gli ha girato le spalle. E lui avrebbe potuto restare lì, a piangere, oppure girarsi, e scappare dalla parte opposta, il più lontano possibile. Gli basta uno zaino con lo stretto indispensabile, un paio di scarpe da ginnastica per quando bisognerà correre veloce, e una sola idea chiara in testa: vivere. Anche quando incontrerà i vigliacchi che gli insegneranno una parola, kamikaze, che ora non riesce nemmeno a sussurrare. Hazrat viaggia e scappa per migliaia di chilometri, attraversa confini che mai avrebbe pensato di valicare, con persone che barattano la vita con tutto quello che trovano, e altre che mai avrebbe pensato esistessero. E alla fine arriva in Italia, un paese che è quasi un miraggio, dove le persone sembrano sempre ballare e dove, ne è sicuro, tutti i giorni sono dispari.
“Tutti i giorni sono dispari” di Pierdomenico Baccalario, Sperling & Kupfer editore.
Sette anni dopo la loro fuga dalla guerra civile che ha insanguinato la Sierra Leone, Mama Kadie e Pa Moiwa decidono di tornare a Imperi, la città in cui sono nati e cresciuti. Del paese che ricordano, tuttavia, ora non esiste più niente: le strade sono scomparse, Le case ridotte a macerie, le scuole chiuse. Passeggiando per la città Mama Kadie e Pa Moiwa rivivono il lontano e tragico venerdì in cui fuggirono: il frastuono delle granate dell’esercito, le grida dei miliziani, l’odore dei corpi bruciati nelle esplosioni. E, soprattutto, i corpi senza vita dei loro tre figli. A Imperi è tornato anche Bockarie, un giovane insegnante intenzionato ad avviare la ricostruzione della città. Anche se lui è un sognatore, poco a poco il suo progetto prende vita davvero: nascono nuove case, negozi e persino una scuola. E se Mama Kadie e Pa Moiwa sembrano riuscire a fare i conti con il loro passato e con il senso di colpa, Bockarie inizia ad assaporare una speranza di futuro, conoscendo prima Kula, la donna che diventerà sua moglie, e poi un uomo misterioso che gli confessa di essere suo padre. Finalmente la serenità inizia a disegnarsi sui volti dei cittadini di Imperi. Ma poi, all’improvviso, dal deserto arriva un gruppo di uomini senza scrupoli. Dapprima aumentano ai furti e gli omicidi nella zona; il cibo comincia a scarseggiare; e quando una multinazionale alla ricerca di un minerale pregiato devasta la zona, inquinando le falde acquifere e provocando la morte del migliore amico di Bockarie, il giovane insegnante non ha più la forza di reagire, e decide di gettare la spugna. Sembrerebbe la fine ma «forse è solo l’inizio di un’altra storia».
“Domani sorgerà il Sole” di Ishmael Beah, Neri Pozza editore.
«È una storia universale che tiene abbastanza svegli e si fa leggere senza troppo fastidio». Così, con la sua consueta e seducente modestia, Jean d’Ormesson ha descritto in un’intervista questo suo ultimo romanzo, che come sempre non è solo un romanzo ma anche un saggio e come sempre apre senza alcuna pesantezza lo sguardo e la mente a mondi altrimenti complessi e difficilmente accessibili, come quelli della filosofia, della scienza, della religione. Ma in questo appassionante libro si aggiunge qualcosa in più, perché entrano in scena i ricordi, quelli personali, familiari, intimi. Che, come è lecito attendersi da questo autore, non hanno però mai niente di malinconico o di autocompiaciuto, ma diventano parte del racconto, e parte del saggio, e parte del pensiero, perché anche i ricordi nel genio leggero di Jean d’Ormesson, si trasformano in aperture e inviti morbidi alla riflessione, all’amore per il mondo e per gli esseri umani. Un giorno me ne andrò senza aver detto tutto è anche il «testamento» letterario e spirituale di uno dei più grandi scrittori del Novecento. Un libro che in Francia è schizzato immediatamente in testa alle classifiche e ha venduto oltre 300mila copie in soli due mesi.
“Un giorno me ne andrò senza aver detto tutto” di Jean d’Ormesson, Clichy editore.
Jacques Fesch è uno dei figli dell’alta borghesia francese, cresciuto nella fede e con un grande futuro davanti. Ma il suo carattere è complicato, irrequieto. Nel 1951, a ventun anni, sposa Pierrette Polack e i due vanno a vivere a Strasburgo, dove nasce la figlia Véronique. Nel 1954 decide di regalare alle sue due donne una barca, ma non ha abbastanza soldi. Allora tenta una rapina da un cambiavalute. L’uomo reagisce, lo ferisce, Jacques fugge con i soldi. La polizia lo accerchia, lui si fa largo sparando, ferisce un passante, un poliziotto, e poi il dramma. Il terzo colpo uccide un secondo poliziotto. Viene arrestato, processato, condannato. Sulla stampa, che in quel momento diventa stampa di massa, Jacques Fesch si trasforma nell’assassino triste, disperato e bello. Il 1° ottobre 1957, giorno del suo ventisettesimo compleanno, viene giustiziato sulla ghigliottina. È uno degli ultimi in Francia a subire questa pena. Quaranta anni dopo la nipote Stéphanie ritrova questa storia familiare che tutti cercavano di dimenticare, e scrive un romanzo salutato dalla critica come un piccolo e strano capolavoro capace di raccogliere un seguito di lettori entusiasti. Il suo obiettivo, pienamente centrato, è ricostruire un mondo, quello degli anni Cinquanta francesi, pieno di fantasmi e di ingenue speranze, e raccontare dal di dentro il percorso di un giovane inafferrabile, vittima di ossessioni e di sogni che si scontrano con un reale grigio, regolare, banale.
“Come un fratello” di Stéphanie Polack, Clichy editore.
Una sera, sul finire dell’anno 1655, mentre si appresta a chiudere il suo negozio di spezie nel centro di Amsterdam, il giovane Baruch Spinoza incontra Frans van den Enden, medico e commerciante di libri che ama radunare intorno a sé le menti più brillanti e originali. Da allora la sua casa diventa per il giovane filosofo il luogo in cui coltivare la passione per gli studi filosofici, abbandonati a causa delle difficoltà economiche della famiglia. A quelle appassionate discussioni assiste anche Clara Maria, talentuosa suonatrice di clavicembalo a cui il padre affida il compito di insegnare il latino a Spinoza. Tra la giovanissima maestra e l’allievo nasce un rapporto intenso e contrastato, che chiama in gioco il lato più passionale di Spinoza, non soltanto pensatore rigoroso, distaccato dalla realtà terrena – l’inafferrabile tornitore di lenti dedito allo studio di Dio e della natura immutabile dell’essere –, ma uomo in carne e ossa, tormentato da pulsioni scaturite dal corpo e dai sensi. Da questo apparente conflitto tra due anime sgorgano le incalzanti domande della conversazione immaginaria in cui Spinoza ripercorre gli episodi salienti della propria vita, cercando di ristabilire il legame tra mondo interiore ed esteriore, tra pensiero ed eventi: le peregrinazioni dei suoi antenati, una famiglia di ebrei sefarditi in fuga dalla Penisola iberica fino all’Olanda; la morte prematura della madre; la cacciata dalla comunità ebraica di Amsterdam e dalla città; gli incontri con alchimisti, religiosi e cabalisti che nell’epoca dell’Inquisizione si muovevano sul pericoloso crinale tra fede e scienza. Un romanzo affascinante che è la biografia di un’idea e della complessa, sfuggente personalità che a quell’idea dedicò tutta se stessa.
“Il sogno di Spinoza” di Goce Smilevski, Guanda editore.
Immergendosi in questa fascinosa novella, dalla struttura letterariamente perfetta, il lettore affezionato di Gregor von Rezzori difficilmente resisterà al richiamo insidioso dell’autore che, a distanza ormai di quarant’anni – anni «lunghissimi», nei quali davvero è accaduto un intero mondo –, torna a visitare le larve tarlate delle proprie figure, i bambini incantati dell’Ermellino, e con piena consapevolezza del sacrilegio che sta compiendo, le richiama in vita ancora una volta per mostrarne lo smacco, l’uscita ingloriosa dalla sfera del mito e i diversi esiti del prosaico loro processo di adattamento al mondo, all’insegna della compromissione e della perdita. […] Nel tempo «sospeso» tra le due guerre mondiali, due adolescenti – l’io narrante e la sorella Tanja, di pochi anni più grande – tornano nella casa della loro infanzia, nella remota Bucovina, per assistere al funerale dello zio Sergej, morto suicida. Questo ritorno sarà per loro occasione di un amaro rendiconto, che sancirà irrevocabilmente la finedell’incanto dell’infanzia e insieme la fine di un mondo che, in realtà già tramontato nel tempo immobile della loro fanciullezza, era stato tenuto artificialmente in vita dalle finzioni familiari e dallo stesso ingenuo romanticismo con cui fratello e sorella avevano mitizzato, rendendola appunto «letteraria», la vita loro e della loro composita famiglia.
“Il cigno” di Gregor Von Rezzori, Guanda editore.
Negli ultimi cinquant’anni l’inafferabile autore de Il giovane Holden è stato oggetto di ogni sorta di congettura, pettegolezzo, illazione e di una serie di discutibili tentativi di biografia. Ma, a causa della segretezza con cui ha vissuto circa metà della sua vita, il complesso e contraddittorio essere umano che si nasconde dietro il mito di J.D. Salinger è rimasto un enigma. Fino ad oggi. Dalla partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale sul Fronte all’incontro con Hemingway, dalle estati a Daytona Beach alla prima fascinazione per il mondo degli adolescenti, dal riconoscimento da parte del New Yorker alla pubblicazione del suo unico romanzo alla pubblicazione del suo unico romanzo, dalla turbolenta storia d’amore con l’attrice Oona O’Neill (poi sposatasi con Charlie Chaplin) fino al ritiro dalla vita sociale a cui costrinse se stesso e la sua intera famiglia, questo volume – frutto di otto anni di ricerche e interviste – racconta la vita di uno scrittore attraverso le testimonianze di oltre duecento persone legate a lui da ogni tipo di rapporto: ex commilitoni, compagni di classe, amanti, figli, amici intimi, editori, colleghi, stalker, ma anche personaggi noti, tra cui Billy Wilder, Gore Vidal, Edward Norton, Tom Wolfe e tanti altri. David Shieldse Shane Salerno hanno unito questo archivio infinito di contributi a una collezione di fotografi e, lettere, diari, documenti e stralci di racconti rimasti finora inediti, dando vita a una biografi a orale, un incredibile puzzle di voci che abbatte il muro di mistero che Salinger aveva meticolosamente costruito attorno a sé a partire dal 1965, anno in cui si trasferì nella campagna del New Hampshire per chiudersi in un isolamento che in pochi sono riusciti a scalfi re per estorcere un’intervista o un consiglio di vita. Il risultato è un appassionante thriller letterario, e il ritratto definitivo di una delle più affascinanti figure del Ventesimo secolo.
“Salinger” di David Shields e Shane Salerno, Isbn editore.
Rudi Carrera ama Milano in modo viscerale. Non la città caotica e chiassosa del centro, ma la vecchia Milano, dove anche di giorno puoi sentire il rumore dei tuoi passi. Eppure il vice commissario ne conosce bene anche l’anima violenta e spietata, per questo non si stupisce quando un ragazzo viene ritrovato morto per overdose nella zona di via Padova. Questa volta però non è uno dei disgraziati dei bassifondi: si tratta del figlio del commissario Fenisi, da poco ricoverato in una vicina clinica per disintossicarsi. Una morte che desta qualche sospetto e che non può passare sotto silenzio. Incaricato delle indagini, Carrera viene a conoscenza di un ingente traffico di eroina che coinvolge alcune gang di latinos. Gente pericolosa, che si contende il controllo del territorio a colpi di machete e fa della violenza e dello scontro l’unica ragione di vita. Carrera vorrebbe tenere l’operazione lontana dai riflettori, ma deve fare i conti con Sandro Chiodi, un giornalista senza scrupoli in cerca del grande scoop, e con il cinismo di Raul Monteferri, assessore alle politiche giovanili che si serve della guerra alla droga come bandiera per la sua campagna elettorale, in vista delle elezioni europee. E quando il meccanismo si complica, ci sono solo due strade da percorrere: incassare il colpo nel modo più indolore possibile o mettere in gioco tutto. Fino alla fine.
“La sentenza della polvere” di Alessandro Bongiorni, Piemme editore.
Che cosa c’è di peggio per un poeta che perdere l’ispirazione (e la sua musa, che lo ha piantato dopo anni di convivenza)? Sicuramente essere perseguitato dalle continue telefonate del suo editore, soprattutto se nelle vesti di Susanne Backmann, una donna caparbia, che non si rassegna al fatto che il suo autore di punta con la scrittura abbia chiuso. Ma forse per Alfred Firneis una soluzione c’è: trascorrere qualche settimana in una bucolica baita, lontano dalla caotica Berlino, dal computer che con il suo schermo bianco sembra sfidarlo e da una vita che per lui ha ormai ben pochi stimoli. Se poi in quel piccolo paradiso si fa la conoscenza di un’avvenente ricercatrice di nome Mara, la fine del blocco dello scrittore sembra vicina. Purtroppo, però, quando la vita reale sembra la trama di un romanzo rosa, c’è poco da fidarsi.
“Anche i pesci s’innamorano” di René Freund, Piemme editore.
1486. Quando viene assunto come paggio alla corte dei Savoia, nessuno scommetterebbe un soldo su Pierre Terrail di Bayard. Figlio minore di una famiglia della piccola nobiltà francese, fatalmente destinato al mestiere delle armi, Pierre è solo un ragazzino che tutti prendono in giro. Tuttavia dovranno ricredersi in fretta: abilissimo cavallerizzo, spadaccino invincibile, stratega geniale, il timido rampollo dei Bayard si trasformerà sotto gli occhi meravigliati dei suoi signori in un’autentica macchina da guerra. Ma la storia preme alle porte del piccolo regno piemontese. Un immenso conflitto tra le potenze europee sta per travolgere l’Italia. La Francia e l’Impero si preparano a fronteggiarsi in uno scontro feroce che modificherà per sempre il destino del continente. Presto noto sui campi di battaglia come il “cavaliere senza macchia e senza paura”, Bayard diventa una leggenda. Intrepido nel combattimento, devoto a Dio e alla patria, generoso con i nemici, Bayard è l’ultimo erede della più gloriosa tradizione cavalleresca. Eppure, anche l’eroico cavaliere nasconde un segreto. Un mistero circonda la parte più intima della sua vita. Chi è la nobile dama che gli ha dato una figlia e perché Pierre si ostina a non volerne rivelare l’identità? Sullo sfondo fosco e terribile delle Guerre d’Italia, mentre nuove armi tecnologiche fanno piazza pulita di ogni codice d’onore, anche l’invincibile Bayard andrà incontro al proprio destino.
“Il mistero del cavaliere” di Lorenzo Del Boca, Piemme editore.
Cosa spinge un uomo con un lavoro sicuro e una famiglia formato mulino bianco a rischiare tutto per una donna? In un nord Italia fatto di villette a schiera e desolate periferie, un direttore di filiale si imbarca in un’improbabile relazione sentimentale, forse solo per il gusto di poter dire «Ho un amante». Ma come Madame Bovary, anche lui scopre che non sono l’amore e il tradimento, ma i soldi e i debiti, a portarli alla rovina. Costruito come una spietata partita a scacchi, Il signor Bovary apre uno squarcio sulla più fondamentale tra le domande: che cos’è l’amore?
“Il signor Bovary” di Paolo Zardi, Intermezzi editore.
RAGAZZI E FANTASY
Tobia ha il singhiozzo, ma non si tratta di un normale singhiozzo, di quelli che spariscono con uno spavento o bevendo un bicchier d’acqua. Il suo è un singhiozzo persistente e caparbio, capace di durare anche tutta la giornata. Ed è anche il motivo per cui i suoi genitori non gli lasciano mai fare nulla, a parte andare a trovare la nonna. Ma la notte in cui Tobia si trasforma in ranocchio scoprirà che quelli che sembravano i vaneggiamenti di una vecchia signora sono proprio la verità, che sulla sua famiglia pende l’ombra di una maledizione e che, per tornare bambino, dovrà affrontare delle prove decisive e imparare ad avere fiducia in se stesso. Le illustrazioni sono di Stefano Turconi.
“Tobia e la maledizione del singhiozzo” di Anna Tasinato, Piemme editore.
Subito dopo essere tornati dalla loro prima avventura a Kilmore Cove, il paese di Ulysses Moore, Murray,Mina, Shane e Connor ricevono una cartolina con un’inaspettata richiesta di aiuto: l’ultima nave dei ribelli è stata catturata dalla Compagnia delle Indie Immaginarie, che ha preso il controllo delle rotte dell’Immaginazione. Per salvarla bisogna trovare il quartier generale della Compagnia, un Porto Oscuro che non è indicato su nessuna mappa. Come fare a raggiungerlo? La risposta attende Murray e i suoi amici a Villa Argo, oltre la Porta del Tempo…La trama avvincente, che cattura i lettori dalla prima all’ultima pagina, è accompagnata dalle illustrazioni misteriose e ricche di fascino di Iacopo Bruno.
“Viaggio nei Porti Oscuri” di Ulysses Moore, Piemme editore.
Che fine ha fatto Pinocchio? Davvero si può sopravvivere senza dire bugie? Il burattino di Collodi, da quando è diventato umano – e adulto – ci prova con tutte le sue forze. Per campare dirige un circo: la Fata Turchina volteggia ai trapezi, Mangiafoco disegna fiamme nell’aria, il Gatto e la Volpe clowneggiano, il Grillo Parlante è il direttore di pista e Pinocchio il giocoliere. Il Circo Pinocchio però è sempre più sgangherato: il Grillo soffre di balbuzie, la Fata è sovrappeso, Mangiafoco è tutto fumo e niente fuoco, e il Gatto e la Volpe, costretti a un’assoluta bontà e correttezza, non fanno ridere più nessuno. Spinti dalla fame, i pigri e buffi compagni di Pinocchio cercano di convincerlo a dire qualche «innocente» bugia, per racimolare qualche spettatore in più. Lui però non si piega: in cuor suo è terrorizzato dalla possibilità di ritrasformarsi in un ciocco di legno. «Le bugie non si dicono!», ordina agli altri. La divertente commedia prende spunto dal capolavoro di Collodi, ribaltandone i ruoli. Riflette sui temi della menzogna e della bontà. La sincerità costa cara. Pinocchio, per potersela permettere, proverà a diventare il giocoliere più bravo del mondo e cercherà di convincere i suoi amici a migliorare attraverso l’impegno e il lavoro, a scegliere con il cuore tra ciò che è giusto e ciò che è facile. Circo Pinocchio ha vinto il concorso di scrittura teatrale «Che fine ha fatto Iago?», promosso dalle Biblioteche di Roma con la Casa dei Teatri. Il testo, adatto a tutte le età, è illustrato dai disegni di Marco Sebastiani.
“Circo Pinocchio” di Leonardo Angelini, Clichy editore.
Timmy Frana non è il tipo che se la tira. Che va a dire in giro: «Lei non sa chi sono io». Eppure è il presidente, il fondatore e l’amministratore delegato dell’agenzia investigativa più famosa della città, forse di tutto il Paese. E adesso è alle prese con il caso più scottante che gli sia mai capitato: un mappamondo rubato a scuola. Per chi ritroverà il bottino ci sono in palio ben 500 dollari, e Timmy non vuole certo farsi scappare l’occasione più importante della sua carriera. Con l’aiuto di Super,l’orso polare più pigro del pianeta, e di un nuovo improbabile amico, il prozio Colander, farà di tutto per scovare il mappamondo e non darla vinta a chi gioca sporco…
“Timmy Frana” di Stephan Pastis, Sperling & Kupfer editore.
Quando l’adorata babysitter di Eleonor, Bibi, si trasferisce per accudire il padre malato, la piccola Eleonor deve fronteggiare l’idea di dover passare l’intera estate senza la sua Bibi e allo stesso tempo di prepararsi al nuovo anno scolastico. La sua nuova, tutt’altroche-perfetta babysitter, non è certo paragonabile a Bibi, e non riesce a prendersi cura di tutto come faceva lei! Ma il nuovo anno scolastico si sta avvicinando sempre di più ed è il momento di nuovi inizi. Eleonor si renderà conto alla svelta che Bibi in fondo sarà sempre con lei, anche se distante mille miglia. Scritto con uno stile poetico e accompagnato da illustrazioni dolcissime, questo straordinario debutto ci racconta un’intensa storia di amicizia e i sentimenti contrastanti di quando si diventa grandi.
“Come un cetriolino su un biscotto” di Jiulie Sternberg, Clichy editore.
In una terra in decadenza e sull’orlo dell’abisso – flagellata da lunghi periodi di siccità e da inverni interminabili –, tre giovani sono destinati a incontrarsi e ad affrontare insieme epiche battaglie, intrighi di corte e tradimenti. Perché il futuro del mondo è nelle loro mani. Ha ucciso il signore di Paelsia. Ha occupato il castello di Auranos. Si è proclamato imperatore di Mytica. E non è ancora abbastanza. Ora Gaius Damora aspira a diventare immortale. E c’è un unico modo per riuscirci: impadronirsi dei Catalizzatori, i quattro cristalli che, secondo la profezia, conferirebbero poteri infiniti a chiunque li possieda. Tuttavia lui non è l’unico a cercarli. Prigioniera nel palazzo di cui un tempo era sovrana, anche Cleiona Bellos conosce quell’antica leggenda ed è determinata a usare i Catalizzatori per riconquistare il trono di Auranos. Ecco perché finge di collaborare col re, accettando persino il fidanzamento col principe Magnus: ha bisogno di conquistarsi la sua fiducia e di raccogliere informazioni da dare a Jonas Agallon, il capo dei ribelli di Paelsia. In cambio, il giovane ha promesso di liberarla. Ma, quando un gruppo di guerrieri paelsiani l’aiuta a fuggire, Cleiona si rende conto che Jonas ha ben altri piani in serbo per lei…
“La stirpe dei ribelli” di Morgan Rhodes, Nord editore.
SAGGI
Nel suo nuovo libro, Tra terra e cielo, il senatore PD Vannino Chiti prosegue la riflessione avviata con Laici & Cattolici (Giunti 2008) e Religioni e politica nel mondo globale (Giunti 2011). Prendendo le mosse dalla straordinaria novità dell’elezione di papa Francesco, le riflessioni di Chiti tracciano un quadro degli sconvolgimenti in corso nel mondo islamico, individuano gli scenari con cui le sinistre europee sono chiamate a misurarsi e costituiscono un energico richiamo al valore del dialogo per costruire società improntate ai valori della democrazia, della civiltà e della solidarietà. Nella tutela della dignità della persona e dei diritti dei popoli, le religioni possono svolgere un ruolo prezioso e realizzare, attraverso la politica della collaborazione tra credenti e non credenti, il bene comune.
“Tra terra e cielo – Credenti e non credenti nella società globale” di Vannino Chiti, Giunti editore.
È la più anziana dei sei veggenti di Medjugorje, ma anche la più seguita dai milioni di pellegrini che ogni anno si recano nel paesino della Bosnia-Erzegovina. Dopo essersi sottratta per oltre trent’anni a libri e interviste, Vicka Ivankovic ha finalmente accettato di raccontare tutta la sua storia in un’appassionante confessione a cuore aperto. Vicka riceve messaggi dalla Madonna ogni giorno, da quel lontano 24 giugno 1981 in cui vide per la prima volta la “signora dagli occhi celesti”, la “Gospa”, come viene chiamata in lingua croata. Con semplicità, parla della sua umile famiglia d’origine, dell’infanzia e di quei giorni straordinari, quando aveva solo sedici anni, sconvolti dall’inizio delle apparizioni. Con la forza di una fede incrollabile, descrive tutti gli eccezionali fenomeni fisici e mistici di cui ancora oggi è protagonista – bilocazioni, vessazioni diaboliche, sofferenze fisiche – ma anche gli incontri commoventi con la Regina della Pace, con gli Angeli e, nei giorni di Natale, con Gesù. Vicka affronta inoltre il grande mistero dei Dieci Segreti, svelando i particolari delle sue visioni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, e accennando all’ultimo sconvolgente miracolo che si ripete da alcuni mesi nella sua casa natale: una statua della Madonna di Lourdes, ogni notte, diventa fosforescente e sembra viva. Una testimonianza senza precedenti, corredata da una corposa documentazione fotografica sui veggenti, i luoghi e le manifestazioni mistiche.
“Maria mi parla – la mia storia” di Vicka, Piemme editore.
Dopo le dimissioni del precedente “amministratore delegato” – papa Ratzinger – la Chiesa ha terminato definitivamente la “stagione dei saldi”. Con papa Bergoglio ha aperto una nuova era, affrontando alla radice l’ormai riconosciuta obsolescenza del prodotto – la Dottrina cattolica – e una evidente inadeguatezza di fronte alle istanze della società moderna. Per dare un segno di vicinanza con i suoi “consumatori” – i fedeli – papa Francesco ha dato avvio alla riforma dello IOR, alla costituzione di un Consiglio di Amministrazione di otto saggi cardinali, a un ripensamento globale della sua “rete vendita” di vescovi, sacerdoti e cardinali, giungendo addirittura a intraprendere l’insolita iniziativa di un sondaggio a livello mondiale su come le parrocchie affrontano oggi questioni sensibili: controllo delle nascite, divorzio, unioni omosessuali. La rivoluzione della Chiesa è in corso e le sorprese non mancheranno. Questo papa ha dimostrato non solo di essere un grande comunicatore, ma un maestro di leadership, uno stratega in grado di mettere in atto il “marketing del significato”: una grande operazione di recupero di valori autentici capace di scatenare una rivoluzione etica non solo in ambito ecclesiale, ma anche politico, economico e mediatico.
“Leader come Francesco” di Bruno Ballardini, Piemme editore.
Per la prima volta questo libro raccoglie le ultime parole di quei servitori dello Stato che le istituzioni non hanno saputo e molto spesso non hanno voluto proteggere. Il testamento spirituale di magistrati, investigatori, uomini che hanno fatto politica, sacerdoti, giornalisti, avvocati, che per non aver mai arretrato nel loro compito, anche se avevano chiara la percezione dell’isolamento e della morte dietro l’angolo, sono stati uccisi. Il libro riporta documenti, spesso inediti, messi a disposizione dai familiari o depositati in archivi di organi istituzionali. La loro voce e le loro ultime parole tra la vita e la morte confermano drammaticamente, ancora una volta, che in nessun altro paese del mondo cosiddetto civile le loro vite sarebbero state spezzate. Sono loro i nuovi partigiani della Repubblica italiana. Questo libro è anche un modo per rendergli onore lasciando a loro e solo a loro la parola.
“ Vi aspettavo” di Antonella Mascali, Chiarelettere editore.
“Perché avvelenarci il fegato con queste storie vecchie di oltre vent’anni, con tutti i problemi che abbiamo oggi? La risposta è semplice e agghiacciante: sono storie attuali, come tutti i ricatti che assicurano vita e carriera eterna tanto ai ricattatori quanto ai ricattati. Da ventidue anni uomini delle istituzioni, della politica, delle forze dell’ordine, dei servizi e degli apparati di sicurezza custodiscono gelosamente, anzi omertosamente, i segreti di trattative immonde, condotte con i boss mafiosi le cui mani grondavano del sangue appena versato da Giovanni Falcone, da Francesca Morvillo, da Paolo Borsellino, dagli uomini delle loro scorte, dai tanti cittadini innocenti falciati o deturpati dalle stragi di Palermo, Firenze, Milano e Roma. E su quei segreti e su quei silenzi hanno costruito carriere inossidabili, che durano tutt’oggi… Chi volesse capire perché in Italia tutto sembra cambiare – gattopardescamente – per non cambiare nulla provi a seguire con pazienza il filo di questo racconto. Se, alla fine, avrà saputo e capito qualcosa in più, questo spettacolo e questo libro avranno centrato il loro obiettivo: quello di mettere in fila i fatti per strappare qualche adepto al Ptt, il partito trasversale della trattativa.” Marco Travaglio
“ E’ stato la Mafia” di Marco Travaglio, Chiarelettere editore.
Missione compiuta. Marchionne l’infallibile è riuscito nell’impresa disperata di salvare la Fiat. A quale prezzo? La più grande industria italiana è destinata a diventare parte di una multinazionale che sarà quotata a New York, che avrà sede ad Amsterdam e che pagherà le tasse a Londra. Una fuga dall’Italia dopo anni in cui lo Stato, cioè i contribuenti, ha foraggiato l’azienda per miliardi di euro via rottamazioni, sussidi indiscriminati, fondi pubblici alla ricerca e allo sviluppo, cassa integrazione… Un polmone artificiale che ha dato ossigeno a un’industria in fin di vita, con la famiglia Agnelli che non ha messo un euro ma ha continuato a incassarne. Marco Cobianchi alza il sipario sui dieci anni dell’era Marchionne appena compiuti. Mette in fila i fatti: le promesse e le bugie, il carosello dei piani industriali (ben otto in nove anni, e mai realizzati), i bilanci e un debito considerato “spazzatura” dalle agenzie di rating, la trasformazione della Fiat in una finanziaria, i flop internazionali (Cina, Russia, India). I numeri non lasciano scampo: oggi Fiat perde 911 milioni di euro mentre Chrysler guadagna un miliardo e 854 milioni. Gli stabilimenti italiani divorano gli introiti di quelli d’oltreoceano e per questo sono a rischio chiusura nonostante tutti dicano che no, non è il caso di preoccuparsi. La casa di Marchionne a Detroit è l’ultimo atto di una lunga liaison internazionale. Il sogno americano è diventato realtà. Era proprio destino.
“American Dream” di Marco Cobianchi, Chiarelettere editore.
Newton è stato uno dei tre più grandi scienziati della storia, con Archimede ed Einstein. Ma cos’abbia fatto per meritarsi questo titolo pochi non addetti ai lavori sono in grado di dirlo. Chi era davvero Newton? Il solitario individuo, che rise una sola volta nella sua vita e morì vergine? Il paranoico pensatore, che mascherò i propri risultati dietro anagrammi e rasentò la pazzia? L’ossessionato alchimista, che sperimentò senza sosta e si avvelenò col mercurio? L’eretico teologo, che smascherò il dogma trinitario e pretese di interpretare le profezie? Un’analisi profonda e molto chiara che indaga nella mente di Newton, e ci costringerà a riconoscere che di fronte ai Principia e all’Ottica, e al loro autore, si può solo ascoltare e tacere.
“Sulle spalle di un gigante” di Piergiorgio Odifreddi, Longanesi editore.
«Prostituirsi è uno scambio intrinsecamente morale. È la sublimazione del godimento della propria indipendenza privata». Così Annalisa Chirico, che si definisce «femminista pro sesso, pro porno e pro prostituzione», in questo libro si schiera a favore di chi valorizza un invidiabile décolleté, di chi adopera abilmente un carisma innato, di chi punta su una mente brillante (tratti che, si badi bene, non si escludono tra loro). «L’essere puttana – sostiene l’autrice – è uno stato esistenziale, comune a maschi e femmine. Siamo tutti puttane, in senso figurato, perché cerchiamo, ognuno a suo modo, di districarci nel complicato universo dell’esistente». Dalle Olgettine al «bunga bunga» di Pasolini, dalle Sacerdotesse del Sacro Canone Femminile alle teorie controcorrente di Camille Paglia e Wendy McElroy, dall’icona pop Madonna all’esaltazione di Cleopatra. Il libro smonta con arguzia gli argomenti di chi interpreta la «farfalla di Belén» o l’esibizione del corpo della donna in pubblicità come forme di degradazione della dignità femminile. Sullo sfondo, una visione laica dello scambio libero e volontario tra esseri adulti e consenzienti. Fino all’estrema provocazione: la prostituzione non esiste, ma «possediamo tutti quanti, maschi e femmine, un pizzico di quella “furbizia orientale” che ci rende profondamente liberi di sgomitare per autodeterminare la nostra vita».
“Siamo tutti puttane” di Annalisa Chirico, Marsilio editore.
Adriano De Robertis guarda dritto negli occhi il futuro papa: mettendo la barba alla madonna che gli ha commissionato, grida la sua ribellione contro la Chiesa. Mark Rothko è convinto che gli occhi gli si consumeranno a furia di guardare, e sputa sulla censura del mercato quando scioglie clamorosamente il contratto per affrescare un’intera sala del ristorante Four Season, la commissione più lucrosa mai assegnata a un pittore astratto. Vsévolod Semiasin, ridotto a mangiarsi le sue tele, si decide a raccontare alla stampa cos’è accaduto durante il suo incontro con Stalin: un uomo vestito da contadino, un corpo che emana una forza evidente, che cambia la temperatura delle cose. “Non mi piacciono i pittori” gli ha detto. “In Russia i pittori, a eccezione degli illustratori, non hanno futuro”. E Boccanegra è lo scrittore che, quando la sua vita personale sembra crollargli addosso, decide di scrivere questo libro, La luce è più antica dell’amore; raccontando la storia di tre grandissimi pittori, uno reale e gli altri sognati, percorre con loro il sentiero tra gli abissi che conduce alla bellezza, l’unica consolazione possibile.
“La luce più antica dell’amore” di Ricardo Menéndez Salmòn, Marcos y Marcos editore.
VARIE
Un albero pieno di orsi è il resoconto di un viaggio che il famoso autore e biologo naturalista compì con la moglie Jackie nel 1962, attraversando Nuova Zelanda, Australia e Malesia con il proposito di realizzare un documentario per la BBC sulla fauna selvatica. Come tutti i lavori di Durrell, anche questo libro è una scintillante moneta a due facce. Da un lato, la poesia che l’autore usa come nessun altro nel descrivere gli animali, quasi fossero specchi in cui l’uomo può vedere se stesso (come quando li definisce «malinconici » o «ballerini professionisti») e il suo celebre senso dell’umorismo con cui informa il lettore dei contrattempi con i trasporti, degli acquazzoni improvvisi o di cameraman che soffrono il mal di mare. Dall’altro lato, però, c’è anche un proposito più rigoroso e più serio: scrivere un libro «ecologico» che metta al corrente i lettori delle numerose specie a rischio di estinzione. Unendo letteratura di viaggio e divulgazione scientifica, Gerald Durrell – famoso in tutto il mondo per La mia famiglia e altri animali – non si risparmia attacchi e critiche a quegli occidentali che si sono spinti nelle zone più selvagge del pianeta e che, invece di godere di uno spettacolo unico, hanno spazzato via la fauna locale con una caccia brutale e dissennata, oppure hanno introdotto nell’habitat locale specie che di lì a poco avrebbero sconvolto l’intero equilibrio ambientale. Il risultato è un libro che, pur a distanza di cinquant’anni, risuona vivo e toccante, divertente e genialmente poetico, e che continuerà a parlare a lungo al cuore di tutti. Almeno fino a quando esisterà, come dice Durrell, chi uccide rinoceronti con la convinzione che nel corno risiedano misteriose proprietà afrodisiache.
“Un albero pieno di orsi” di Gerald Durrell, Neri Pozza editore.
A un anno dall’insediamento di papa Bergoglio Giunti Editore manda in libreria – 25 anni dopo la prima edizione e arricchito da un’introduzione di Vito Mancuso – il più noto tra i libri di padre Ernesto Balducci: Francesco d’Assisi. Non una semplice biografia del santo quanto, piuttosto, la rilettura di un personaggio e della sua vicenda attualizzata all’umanità del terzo millennio. In questa prospettiva l’autore non solo approfondisce gli aspetti storici relativi a Francesco, ma soprattutto evidenzia la sua nuova idea di umanità. Basandosi su un uso attento delle fonti storiche, Balducci ricostruisce tutti gli aspetti della figura del santo, dalle sue vicende biografiche ai temi della sua predicazione, sempre attenta a un nuovo rapporto con l’altro, con il diverso. Si tratta quindi di un testo di estrema modernità, scritto con l’attenzione dovuta alla ricostruzione del passato ma con la mente e gli occhi rivolti al futuro.
“Francesco D’Assisi” di Padre Ernesto Balducci, Giunti editore.
Davide appartiene a una solida famiglia di panificatori, in Brianza. Studia, si laurea in Lettere e inizia a lavorare per una prestigiosa agenzia di fotogiornalismo. Ama le moto, i viaggi, i libri. Una sera, al tavolo di un ristorante, assaggia un pane diverso dal suo, diverso da tutti i pani che ha visto, fatto e mangiato fino a quel momento. Chiede, e gli rispondono che quel pane è fatto con il lievito madre. Decide che ne vuole sapere di più e che quel pane lo vuole fare anche lui, e così inizia la sua nuova vita: una vita di conoscenza, di sperimentazione, di incontri con personaggi visionari e lungimiranti e con materie prime antiche e preziose; di impresa fatta con l’amore, l’intelligenza, il senso della sfida e il desiderio della bontà. In questo libro Davide Longoni racconta la storia della sua passione per il pane, alimento simbolico, concentrato di storia, prodotto di eccellenza ma anche mistero, magia, sorpresa che si rinnova a ogni impasto. E ci spiega cosa fare se anche noi, seguendo le indicazioni delle sue ricette, desideriamo veder lievitare e prendere forma la stessa passione nel pane più buono, fragrante e profumato che ci sia.
“Il senso di Davide per la farina” di Davide Longoni, Ponte delle grazie editore.
In occasione del centenario della nascita di Romain Gary, Neri Pozza pubblica, con Una pagina di storia, i suoi straordinari ritratti di esistenze vittime dei propri sogni e delle proprie credenze. Un insieme di storie in cui Gary dà il meglio di sé stesso nella creazione di personaggi in preda a tormenti inesplicabili, falsi miti, vizi inconfessati. C’è il conte di N., ad esempio, ambasciatore a Istanbul che vagheggia di essere un giorno nominato a Roma e, invece, dopo essere stato introdotto alla magia del liuto arabo, scopre ben altra e sensuale vocazione. C’è Kopfff, soldato tedesco di stanza in Romania, che, infatuato del suo Hitler, diviene vittima inconsapevole e giocattolo quali lo usano per vendicarsi di Fédor, ricco contadino del villaggio. C’è l’amante dell’Arte Pura, oggetto delle brame monetarie di volgari scambisti di opere, disposti a tutto – anche a falsificare quanto vi è di più sacro nel Bello, un Van Gogh – per esibire e mercificare la propria ascesa sociale. Svagati sognatori, gettati, da dei onnipotenti e maligni, in un mondo troppo reale, troppo duro o violento, contro il quale si trovano a lottare. E che in questa lotta, inconsapevole quanto priva di ogni eroismo romantico o estetizzante, ritrovano la loro grandezza tragica. Un riscatto affidato alla letteratura e alla grande finezza della penna di Romain Gary.
“Una pagina di storia” di Romain Gary, Neri Pozza editore.
Cosa vuol dire, oggi, star bene? Può essere davvero sufficiente mettersi a dieta, iniziare a correre, iscriversi a un corso in palestra? E perché quasi tutti i nostri buoni propositi in termini di salute e benessere sembrano sempre destinati a naufragare? La verità è che la complessità della vita contemporanea e gli elevati livelli di stress che l’accompagnano azionano in noi comportamenti che contrastano profondamente con quello che sappiamo esser giusto e necessario. Presi a rincorrere l’illusione di gratificazioni intense quanto effimere, finiamo per considerare il nostro benessere come uno dei tanti accessori da mettere nel nostro guardaroba, per poi dimenticarcene. E invece star bene, e star bene al mondo, è al tempo stesso la ragione e lo scopo del nostro vivere. Il Dottor Ongaro scrive un libro importante, che non si ferma ai sintomi, ma indaga in modo articolato le cause profonde di uno squilibrio che, ben prima di essere fisico, è mentale ed emotivo, offrendo ai suoi lettori una guida completa per vivere una vita sana, ricca, appagante. Non solo alimentazione, non solo integratori e bellezza, non solo esercizio e rilassamento, ma un compendio per fondere tutto ciò in un programma pratico ed efficace che diventi il cardine della nostra esistenza.
“Star bene davvero” di Filippo Ongaro, Piemme editore.
È il 1962. Nel suo studio, la principessa Grace sta per sigillare la lettera più difficile che le sia capitato di scrivere. È durato così poco il sogno di tornare sulle scene, dopo sette anni di matrimonio con il principe Ranieri. Hitchcock l’ha tentata con il ruolo da protagonista in Marnie e lei, con l’approvazione del marito, ha accettato. Non immaginava a cosa sarebbe andata incontro. Polemiche, critiche, accuse, i giornali che strillano che Ranieri dev’essere sul lastrico, se Grace torna a lavorare. Voci, voci, voci, proprio mentre il Principato è ai ferri corti con de Gaulle. Nel momento in cui firma la lettera di rinuncia al suo regista preferito, Grace Kelly muore per sempre. Quel giorno, Grace diventa principessa di Monaco più di quanto non lo sia diventata il giorno delle nozze. La vita di Grace ha tutti gli elementi della favola. La diva di Hollywood, icona di stile e musa di registi come Hitchcock, che rinuncia alla carriera per amore, sposa un principe e diventa la principessa amata di un mondo minuscolo e sfavillante. La fine tragica e avvolta nel mistero che la accomuna ad altri miti imperituri come Marilyn. Ma quello che si cela veramente nel suo cuore nei momenti di luce come in quelli d’ombra, è un segreto che solo chi l’ha amata molto può conoscere.
“Grace di Monaco” di Jeffrey Robinson, Piemme editore.
Nell’ambito di un ciclo dal titolo La musica e i dischi di… andato in onda su Radio Tre nel 1980, il saggista e musicologo Paolo Terni si trovò ad ospitare negli studi di Radio Tre uno scrittore che mai aveva fatto sospettare una propria particolare inclinazione per la musica: Giorgio Manganelli. E invece fu un’esplosione pirotecnica l’incontro fra Manganelli (che alla sua morte lascerà una collezione discografica non meno ricca della sua leggendaria biblioteca) e una serie di brani indispensabili, da Haydn a Mahler, passando per Schubert e Verdi: senza trascurare le operette di Gilbert & Sullivan o la musica tradizionale del Giappone. Le conversazioni hanno avuto una prima edizione presso Sellerio nel 2001, ma vengono ora pubblicate per la prima volta nella loro forma originaria in un libro e un cd audio che riproduce le trasmissioni del 1980 insieme a un omaggio di Terni all’amico, con la voce recitante di Marisa Fabbri. In appendice al volume sono raccolti cinque articoli di Manganelli a tema musicale, pubblicati fra il 1976 e l’89 insieme a un saggio-excursus autoanalitico di Paolo Terni scritto per l’occasione. Nell’intreccio di voci di questi due «ascoltatori maniacali» si compone così una specie di trattato, involontario quanto misteriosamente esaustivo, su come entra la musica nella nostra vita – e come si scopre che è impossibile farla uscire.
“Una profonda invidia per la musica” di Giorgio Manganelli, L’Orma editore.
«Cosa fa della vita che abbiamo un’avventura felice?» si chiede Tiziano Terzani in questa eccezionale opera inedita, che racconta con la consueta potenza riflessiva l’esistenza di un uomo che non ha mai smesso di dialogare con il mondo e con la coscienza di ciascuno di noi. Un’idea di destino nasce nel 1984 dalla fine di un grande sogno: il desiderio di Tiziano Terzani di poter essere, come corrispondente dalla Cina, uno dei primi testimoni al mondo della realizzazione di una nuova società all’insegna dei principi del comunismo. Nel marzo di quell’anno, però, il governo cinese lo fa arrestare per “crimini controrivoluzionari” per poi espellerlo definitivamente dal paese. È da questo trauma profondo che muovono questi inediti. In un continuo e appassionato procedere dalla Storia alla storia personale, viene finalmente alla luce il Terzani uomo, padre, marito; un intellettuale attento e preoccupato, armato più di domande che di facili risposte. Scopriamo così che la traumatizzante esperienza della consumistica società postbellica giapponese, il passaggio professionale dalla Repubblica al Corriere della Sera, i viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Medio Oriente, India non furono soltanto all’origine delle grandi opere che tutti ricordiamo, da Buonanotte signor Lenin a Un indovino mi disse a Un altro giro di giostra. In quegli stessi anni, infatti, Terzani maturava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere ai propri cari, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall’autore stesso, fino al suo ultimo commovente scritto: il discorso letto in occasione del matrimonio della figlia Saskia, intriso di nostalgia per la bambina che non c’è più e di amore per la vita, quella vita che inesorabilmente cambia e ci trasforma. Tutto questo e molto altro è Un’idea di destino, curato con attenzione e con amore da Angela Terzani Staude e Àlen Loreti.
“Un’idea di destino – diari di una vita straordinaria” di Tiziano Terzani, Longanesi editore.
Celso Cesare Moreno incarna in modo straordinario lo spirito avventuroso dell’Ottocento: la sua vita, che colpì la fantasia di scrittori come Giovanni Faldella, Carlo Dossi e Charles Yriarte, e che del resto pare presa di peso da un romanzo di Emilio Salgari, fu infatti un’ininterrotta serie di rocambolesche vicende dall’Europa all’India, dal Sud Est asiatico agli Stati Uniti, dalla Cina alle Hawaii. Coinvolto in guerre, rivolte e rivoluzioni, sposò la figlia di un rajah di Sumatra, concepì grandi progetti tecnologici, diventò primo ministro di un regno oceanico, ebbe geniali intuizioni sul futuro del Pacifico e della Cina e per decenni fece parlare di sé la stampa internazionale. Incontrò re e imperatori e in generale gli uomini più eminenti del suo tempo, tentò di fare una carriera politica in Italia, esplorò regioni vergini in Asia e sempre nutrì un odio incrollabile contro l’Inghilterra e, ancor più, contro consoli e ambasciatori d’Italia sparsi dall’Estremo Oriente all’America. Benché il suo nome sia noto, in particolare, a tutti gli studiosi dell’emigrazione, in quanto fu proprio Moreno a sollevare, con molto anticipo e con grande energia, il problema dello sfruttamento del lavoro italiano in America, questa è la prima biografia che gli viene dedicata, e non per caso. Per metterla insieme, infatti, è occorso esplorare archivi di mezzo mondo, e incrociare le fonti più varie.
“Oh capitano! – La vita favolosa di Celso Cesare Moreno in quattro continenti, 1831-1901” di Francesco Durante e Rudolph J. Vecoli, Marsilio editore.
Un libraio giramondo, Angelo Pezzana. Una vicepresidente della Regione, Bianca Vetrino, che ascolta i giovani. Un commercialista audace, Guido Accornero, innamorato dei libri. È in questa strana alleanza, che nasce nel 1987 l’idea di un Salone del Libro. Un anno dopo inizia una storia che ha fatto crescere e consolidare un appuntamento che si rinnova da ventisette anni e che ha visto protagonisti i grandi e i piccoli editori, i maestri del pensiero e i polemisti del momento. Che ha visto passare sotto le volte del Lingotto, tutta la cultura italiana e buona parte della letteratura internazionale. Un luogo aperto alle novità, come è nel DNA dei due leader che lo conducono, Rolando Picchioni ed Ernesto Ferrero.
“Un romanzo di carta” di Roberto Moisio, Marsilio editore.
Nonostante tutte le nostre migliori intenzioni, la comunicazione è ancora una sfida per molti di noi. Qual è il modo migliore per dire quello che pensiamo affinché il nostro interlocutore ci comprenda davvero? Come possiamo imparare ad ascoltare con compassione e comprensione? Le persone comunicano in modo diverso. Come possiamo trarre giovamento dalle nostre reciproche differenze per rafforzare le nostre relazioni? Sfruttando la sua esperienza di lavoro con coppie, famiglie, colleghi di lavoro e intervenendo a favore della risoluzione dei conflitti internazionali, il celebre leader spirituale Thich Nhat Hanh ci rivela i cinque passi per ottenere una comunicazione veramente consapevole. Concentrandosi su pratiche concrete e accessibili, L’arte di comunicare fornisce la chiave per comunicare con se stessi e con gli altri in modo più efficace, con gentilezza e consapevolezza. «C’è un detto in vietnamita “Non costa nulla avere la parola amorevole”. Abbiamo solo bisogno di scegliere con attenzione le nostre parole e possiamo fare felici gli altri». Perché non farlo allora?
“L’arte di comunicare” di Thich Nhat Hanh, Macro editore.
Un gatto seduttore a Pietrasanta, corsi di uncinetto e birre artigianali nel centro di Roma, fotografie di luce nell’acqua e nelle nuvole a Torino: non di soli libri vive la libreria. Hanno ricette di filtri e pozioni magiche certe libraie di Pisa, han dato il nome alla fermata del tram i librai storici di Vicenza. Una libraia di Empoli ha un passato da terzino di spinta, un libraio di Pinerolo si tempra correndo nel deserto. Quando i libri ti si aprono attorno come cento fiori irresistibili, è dolce e anche un po’ strano innamorarsi di una libreria a Milano. Se a Palermo vuoi andare in spiaggia con un libro, scegli anche il pareo in libreria. Potrebbe alimentare una centrale elettrica a emozioni una libraia di Messina; battono moneta i librai di Bellinzona. La strada del libro è piena di segreti e meraviglie: la tracciano librai che hanno il mestiere nella testa e nel sangue. Mettiamoci dunque in viaggio: da Torino a Palermo, ecco undici librerie che ce la fanno, in Italia, oggi. Ed è solo l’inizio. È bella e molto vera, la storia delle librerie che hanno le idee e la forza di realizzarle. Continueremo a raccontarla.
“La voce dei libri – undici strade per fare libreria oggi” di Matteo Eremo, Marcos y Marcos editore.
Undici racconti. In Dove ogni novità nasconde errori la rigidità degli schemi mentali è esasperata fino al delitto gratuito; in Box doccia la presa di coscienza di costrizioni quotidiane apre la strada a una nuova visione del mondo; in Cinema l’esercizio di un’immaginazione strategica salva la protagonista da una pessima proiezione e da una diffusa maleducazione; ne Il gosclo i meccanismi del linguaggio verbale sembrano superarsi nel momento in cui si confermano… In ogni storia ci sono scatole, reali o metaforiche, e limiti da accettare, superare o di cui sfruttare il potenziale.
“Ti mettono in una scatola” di Carlo Sperduti, Intermezzi editore.
GIALLI E THRILLER
Marsac. Una di quelle cittadine francesi piccole piccole, ordinatissime, dove non succede mai nulla. È lì che ha studiato Martin Servaz, comandante della polizia di Tolosa, lasciandovi una buona fetta del suo passato, compreso un grande amore che non ha mai smesso di fargli male. Un grande amore di nome Marianne. Ed è proprio lei, un giorno di giugno, mentre tutta la Francia è incollata alla tv per la prima partita dei mondiali, a farsi viva con una telefonata. Dopo vent’anni di silenzio. Per chiedergli aiuto. Nella piccola ordinatissima Marsac, infatti, una giovane professoressa è stata brutalmente assassinata. E i sospetti sono caduti sul figlio di Marianne, e sul gruppetto molto ristretto dei suoi amici. Come se non bastasse, un testimone dice di aver sentito sul luogo del crimine le note di una sinfonia di Mahler: il compositore preferito di Servaz – e anche di qualcuno con cui il comandante ha una partita aperta da ormai molto tempo. Qualcuno che lo conosce bene e ha deciso, ancora una volta, di sfidarlo. Se vuole aiutare Marianne, a Servaz non resterà che raccogliere la sfida. Tra passato e presente, menzogne e verità, un romanzo che tiene sospesi dalla prima all’ultima pagina, un nuovo capolavoro di tensione dall’autore di thriller più amato di Francia.
“Nel cerchio” di Bernard Minier, Piemme editore.