
Autore: Francesco Palmisano
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Giraldi Editore
Genere: Noir
Pagine: 166
Prezzo: 11,50 €
Più che un thriller questo di Francesco Palmisano è un romanzo influenzato dalle atmosfere di Palahniuk e del nostro Pinketts. Il sesso e la violenza diventano quasi ariosi, sopportabili, ingredienti indispensabili della nostra struttura sociale. In poche parole, entrambi sono medium linguistici importanti e senza i quali il nostro comunicare, così come il nostro sentire, andrebbero in tilt.
Certamente, queste pagine sono tristemente ironiche, ma dipingono bene alcune realtà della nostra società contemporanea. La pornografia, l’arrivismo, la precarietà morale che rende ogni essere umano un burattino nella mani di un sistema che ha mercificato anima e corpo, sono tutti elementi che rimbalzano tra le pagine di questo romanzo che, come detto, usa l’ironia come digestivo.
Fatte queste premesse, partiamo proprio dal titolo del libro. Arrivati alla fine del libro ci renderemo conto che Non ci resta che scappare è un invito, perché o ci si lascia influenzare o si fugge via da questo sistema che non ha regole rigide, ma cangianti. D’altronde, come ricordava Fromm nel suo Essere o Avere?, il dramma dell’uomo moderno è la sua totale burocratizzazione, tema approfondito anche da Houellebecq nel suo romanzo Serotonina. Il risultato: un essere totalmente privo di sentimenti e incapace di provarne, tant’è che nel momento in cui questi compaiono, o meglio ancora, bussano, vengono vissuti con un’ansia dagli effetti traumatici.
Ecco, dunque, la storia di Andrea: laureato in medicina, a caccia di un posto fisso. Si arrangia facendo lavoretti saltuari, ma è sempre a corto di soldi. Nonostante tutto, il protagonista non è privo di ingegno e conserva il cadavere del padre in congelatore per continuare a riscuoterne la pensione. Ma non è finita qui, infatti, a causa della sua insoddisfazione, che lo porta a cercare dei diversivi, Andrea si innamora di una infermiera che lo trascinerà in un mondo depravato.
Mescolate tutti questi elementi e riuscirete a immaginare in quale mondo sommerso verrete trascinati, quali influenze hanno accompagnato Palmisano nella stesura di questo romanzo e perché l’unica possibilità che rimane al protagonista è quella di fuggire, o meglio, scappare lontano da un rocambolesco destino che, però, puzza di corruzione.
Ma ci si può salvare prima o siamo tutti condannati alla fuga? Palmisano non dimentica di dispensare briciole di speranza lungo le pagine del romanzo; logicamente, non posso dirvi tutto. Il mio consiglio è quello di leggere questa storia.