Autore: Patrizia Emilitri
Casa Editrice: 2021, TEA editore
Genere: Noir, romanzo giallo
Pagine: 342
Prezzo: € 15,00
Perzeghetto Olona è un paese del varesotto, poco lontano dal lago Maggiore, popolato da qualche migliaio di anime. La storia ha inizio qui, in uno dei tanti gelidi e nebbiosi inverni che gli abitanti subiscono, abituati al rigido clima dei luoghi del nord Italia vicini ai fiumi, in questo caso l’Olona.
Accanto al vecchio lavatoio, in un angolo intriso di oscurità, giace il cadavere di una diciottenne, Nadia Bignami, bellissima e riottosa figlia di Filippa e Oreste e sorella di Guido. Accanto al corpo, uno zainetto. Il suo proprietario, Andrea Costa, grande amico del fratello di Nadia, Guido, è il responsabile della morte della ragazza avvenuta a seguito di un litigio. È bastata una spinta, Nadia che inciampa sulla pavimentazione sconnessa, batte il capo sulla pietra del lavatoio e le vite delle famiglie Bignami e Costa, le vite di un intero paese cambieranno per sempre, in modo irrimediabile. Forse.
Il lettore apprende fin dalle prime pagine quanto appena detto, ma questo non gli impedirà di proseguire con crescente e spasmodico interesse nella lettura.
La vicenda, sebbene ambientata nel 1988, è non di meno attuale nel suo svolgimento, in quella spaventosa abitudine – che oggi ritroviamo identica nei social – di indire un ‘processo per direttissima’ con conseguente condanna senza appello, che mezzi di informazione e abitanti del paese portano a termine senza mai chiedersi cosa sia davvero accaduto fra Nadia e Andrea, perché stessero litigando e perché Andrea, reo confesso, accetti senza offrire spiegazioni la pena che gli verrà inflitta: quindici anni di galera.
Più semplice dare la colpa del suo comportamento alla madre del ragazzo, Giovanna, figlia di Manuela, detta la ‘slandra’ che l’ha partorita a quindici anni e mai ha svelato chi fosse il padre. Giovanna, la quale ama leggere e recitare e dunque non può essere una brava mamma, di quelle il cui unico scopo nella vita è occuparsi di figli, marito e casa. Contro di lei e la sua famiglia l’intero paese si ergerà a giudice implacabile voltandole le spalle con l’unica eccezione della parrucchiera Luisella e della guardiana del cimitero Bianca Butti. Neppure il parroco mostrerà un po’ di carità cristiana:
“Era meglio che il parroco non fosse venuto? Probabilmente sì, perché non era sicura che don Silverio avrebbe saputo trovare le parole giuste per quel momento, non per lei e Checco. Avrebbe dovuto parlare di perdono, conforto, di condivisione del dolore, tutte cose che si dicono a una vittima, non a un assassino e nemmeno alla sua famiglia.” (Pag. 105)
Patrizia Emilitri, vincitrice a suo tempo del Premio Chiara sezione inediti con il volume di racconti Il conto della serva, negli anni ci ha abituati alla sua prosa lucida, ricca di sfumature, intrighi e sentimenti. Ma con questo libro dimostra una straordinaria capacità di scendere nelle profondità dell’animo umano, negli abissi della disperazione e della follia, nei sensi di colpa e nel desiderio di redenzione, nel trito e banale pettegolezzo da bar dello sport, – non solo in senso figurato – nell’amore che si sgretola e si ricompone, dipingendo un affresco complesso e completo e muovendo con impareggiabile bravura un gran numero di attori sul palcoscenico di Perzeghetto Olona. Tutti indimenticabili, nel bene come nel male.