Autore: Veltroni Walter
Genere: Romanzo
Pagine: 320
Prezzo: 17.50 €
Si potrebbe definire il romanzo dell’utopia il nuovo libro di Walter Veltroni, già vicepresidente del Consiglio e sindaco di Roma, che ha preso gusto ad intraprendere la carriera di scrittore. “L’isola e le rose” prende spunto molto liberamente da un fatto di cronaca molto particolare, ormai pressoché dimenticato, che riguardò Rimini nel 1968; la costruzione di una piattaforma al largo della città, in acque internazionali. Dopo le inchieste giornalistiche contenute nel precedente libro intitolato “L’inizio del buio”, dove Veltroni analizza da cronista la tragica vicenda del piccolo Alfredino morto in un pozzo a Vermicino, l’autore veste questa volta i panni del romanziere. La cronaca del fatto di Rimini del 1968 è un pretesto per costruirci attorno la trama di un romanzo avvincente che vede protagonisti un gruppo di giovani desiderosi di realizzare in mezzo al mare uno Stato ideale indipendente patria del bello e della cultura, dove la lingua ufficiale è l’esperanto.
Ciascuno dei protagonisti darà il proprio apporto alla realizzazione della piattaforma in mezzo al mare, perché niente sembra impossibile nel 1968, tra speranze, illusioni e storie d’amore, per combattere strenuamente coloro che non capiscono l’essenza de “Insulo de la Rozoj”, come si dice in esperanto “L’Isola delle Rose”. I ragazzi combatteranno strenuamente contro i servizi segreti, la capitaneria di porto, i politici e tutti coloro che non comprendono, perché proprio non ci arrivano, il loro progetto. Altra protagonista del libro di Veltroni è la città di Rimini con omaggi continui al maestro del cinema italiano e internazionale Federico Fellini.
Da non perdere un’autentica chicca; l’omaggio, senza mai nominarlo, che fa Veltroni a Vasco Rossi, che ancora minorenne e per questo scartato, si presenta ai provini per essere ammesso come artista all’Isola delle Rose.
“Con noi un nuovo Stato sorge dal nulla. E’ la democrazia di questo tempo. Lo so che siamo una piccola comunità e non credo che passeremo alla storia. Ma alla nostra storia passeremo. La vita di tutti noi, in ogni caso, sarà segnata da quello che stiamo per decidere. Qui sperimenteremo un modo di convivere che vorremmo fosse quello di tutti”. (pag. 218)