Autore: Montroni Romano
Data di pubbl.: 2010
Casa Editrice: Marsilio
Pagine: 340
Prezzo: 18
“Sono diventato libraio per caso”
E’ con queste parole che si apre la narrazione autobiografica di Romano Montroni, preceduta da un’introduzione di Michele Serra che ci fa subito comprendere come stia lasciando un segno nella storia dell’editoria.
Innanzitutto Montroni ci tiene a raccontare al lettore i suoi anni da adolescente, come è approdato nel magico mondo dei libri, mondo che non ha mai lasciato e di cui si trova protagonista tutt’oggi. Già, protagonista… non è una parola scelta a caso. Dalla gavetta di fattorino nella libreria Rizzoli di Bologna Montroni di strada ne ha fatta, e parecchia. Credo che le svolte della sua vita si possano riassumere in due incontri: Giangiacomo Feltrinelli e la moglie. Il primo ha rivoluzionato la sua vita professionale e il secondo quella privata, che non era poi così distinta dall’altra.
L’editore Feltrinelli crede in lui e Romano Montroni, subito dopo l’acquisizione della libreria di Piazza Ravegnana a Bologna, ne diventa direttore. La sua carriera procede bene: Romano inizia a svolgere le selezioni del personale delle librerie della catena e vengono aperti nuovi punti vendita in tutta Italia, fino a quando un fatto imprevisto impone che vada rivista la distribuzione delle responsabilità in azienda. Questo epispdio è la morte in circostanze sospette della persona che in lui aveva tanto creduto, Giangiacomo Feltrinelli.
Inge e Claudio Feltrinelli assumono la guida dell’impero in continua espansione, ma le cose cambiano e dopo 40 anni Romano accetta la proposta di consulenza nelle librerie Coop che gli fanno salutare definitivamente il gruppo dalla F sbieca.
La cosa che colpisce di più di questo libro, quasi diario, è la serie di incontri che l’autore ha avuto nella sua vita: Bompiani, Spagnol, Mauri, Einaudi, Sellerio… Il sottotitolo “una vita tra autori e lettori” lo trovo molto azzeccato, ma aggiungerei anche editori, perchè Romano Montroni, volente o nolente, ha vissuto la storia dell’editoria italiana.
Nel testo sono raccolti, oltre alla storie delle Feltrinelli e delle Coop, una serie di articoli. Una frase mi ha colpito in maniera particolare e vorrei condividerla:
“La cultura è anche questo gioco: il suo reticolato non è solo tra le idee, ma anche tra gli uomini traditi dai loro libri, in quell’equivoco in più che ci da una nuova occasione per incontrarci, anche spostandoci, anche venendo da lontano. L’esatto contrario della televisione che ci chiude nelle case, organizzando dal video le nostre idee e le nostre emozioni.”