Libero scorre il fiume – Eleanor Shearer

Titolo: Libero scorre il fiume
Data di pubbl.: 2023
Traduttore: Alessandro Storti
Pagine: 368
Prezzo: € 18,00

Eleanor Shearer è una bellissima, giovane donna dalla pelle color miele con folti capelli neri e ricci. Lo dico perché, a libro concluso, mi ha colpita un video di una sua intervista in cui raccontava come scrivere questo libro le avesse permesso di ricostruire la storia della propria famiglia di origine. E mentre parlava, mi è parso di vedere nei suoi occhi, nelle mani che si muovevano veloci e aggraziate, nella bella figura slanciata e diritta, la protagonista di Libero scorre il fiume (River sing me home) e le sue figlie. 

È la storia di Rachel, schiava nelle piantagioni di canna di zucchero di Barbados da quando era bambina. Rapita dalla natia Africa, di cui ha ormai solo una vaga memoria, brutalizzata, costretta a molti parti e alla successiva morte o sottrazione dei propri figli, a seguito dell’abolizione della schiavitù da parte del governo inglese con l’Emancipation Act – solo sulla carta, non nella realtà – Rachel decide di fuggire. Vuole ricomporre la propria famiglia e in questo modo dare un senso alla sua esistenza. Cinque sono i figli da ritrovare, ma come cercarli senza conoscenze e soldi? E dove poiché l’unico mondo che questa donna coraggiosa conosce è quello della piantagione. Persino la città di Bridgetown capitale di Barbados è per lei un mondo ignoto, pericoloso e lontanissimo.

“Sola, sporca di fango, con la stanchezza che le appesantiva le ossa, era tormentata da una domanda.

E` questa la liberta`?” (pag. 16)

Uno dopo l’altro, con l’aiuto di una serie di personaggi incontrati lungo il cammino, dopo perigliosi viaggi per mare, poi nell’entroterra della Guyana Britannica e infine nell’isola di Trinidad, Rachel ritrova con dolore e fatica almeno una parte della sua prole, ma soprattutto ritrova se stessa uscendo dal ‘crepuscolo’ in cui si era trasformata la sua vita, identica per azioni, per la mancanza di un futuro, per la grande sofferenza e la crudeltà che l’avevano trasformata in un ‘non essere’. 

Libero scorre il fiume non è un romanzo sullo schiavismo in sé pur parlandone ampiamente e raccontandoci un’epoca – siamo negli anni fra il 1834 e il 1835 – in cui i neri deportati dall’Africa e usati nelle piantagioni venivano considerati e trattati peggio di animali da fatica. È soprattutto una storia di riscatto e affermazione, di ricerca e conservazione di memorie condivise, di ricomposizione familiare dove ‘famiglia’ non vuol dire solo legami di sangue, ma amore, aiuto reciproco, accettazione dell’altro anche con le sue diversità. Al centro di tutto questo, brilla come una stella la ferrea volontà di una donna sola e senz’armi che si batte contro un mondo e una natura ostili. La Shearer racconta la vicenda con rara introspezione psicologica e antropologica e con passaggi dal sapore conradiano (Cuore di tenebra) come questo legato all’attraversamento del fiume Demerara:

“La sensazione si fece strada lentamente dentro di lei. Erano osservati, e non solo da occhi animali. Lo sguardo delle creature accucciate tra gli alberi o lungo la riva si posava solo un istante su di loro per poi passare oltre. Quello, invece, era diverso. Le dava l’impressione di uno sguardo concentrato, fisso, che le pungeva la pelle.” (pag. 222).

Merita una sincera nota di plauso il bravo traduttore Alessandro Storti, finalista per il “Premio Ponti sull’acqua – per la traduzione edita in lingua italiana” al concorso comasco Scritture di lago 2023. Immaginiamo le non poche difficoltà incontrate nel rendere l’eloquio dei protagonisti, ma soprattutto per aver permesso, ci auguriamo a molti, di leggere e apprezzare in italiano questo pregevole romanzo.

Francesca Battistella

Francesca Battistella (Napoli, 1955) si è laureata in Antropologia Culturale nel 1979 alla Federico II di Napoli e ha conseguito un Master nella stessa materia presso la Auckland University, Nuova Zelanda, nel 1982. Ha lavorato come Lettrice d’Italiano e Storia Contemporanea nella stessa università nel 1983 e nel 1984. Tornata in Italia è stata traduttrice dal francese e dall’inglese per l’Istituto di Studi Filosofici di Napoli e in seguito per dieci anni segretaria di alta direzione, promoter, editor e organizzatrice di eventi presso la società INNOVARE, gruppo Banco di Napoli. Dal 2008 vive e lavora a Lugano, Svizzera. Negli anni ha pubblicato il romanzo storico Gli esuli (2004), un giallo Il parco delle meraviglie (2006), un noir Re di bastoni, in piedi, una trilogia gialla ambientata sul lago d’Orta che comprende La stretta del lupo (2012), Il messaggero dell’alba (2014), La bellezza non ti salverà (2016) e ancora un noir La verità dell’acqua (2019). Gli ultimi cinque libri per la casa editrice Scrittura&Scritture. Scrive recensioni per Gli amanti dei libri, la rivista Airone (Cairo editore) e Luoghi di libri.

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