Autore: Villoro Juan
Casa Editrice: Gran VIa edizioni
Genere: Romanzo
Traduttore: Maria Cristina Secci
Pagine: 237
Prezzo: 15.00 €
La Piramide non è un albergo come tutti gli altri. In questo complesso turistico immerso nella natura rigogliosa dei Caraibi si organizzano vacanze avventurose, addirittura al limite del pericolo, del rischio e della paura, secondo la teoria della “paranoia ricreativa”: “Non vendiamo tranquillità. Su tutti i giornali del mondo pubblicano notizie orrende sul Messico: corpi mutilati, volti sfigurati dall’acido, teste mozzate, una donna nuda appesa a un palo, pile di cadaveri. Tutto ciò provoca panico. E questo, per assurdo, è ciò che vuole provare certa gente che vive in posti tranquilli. Sono stanchi di una vita senza sorprese” (pag.62). Un luogo fuori dall’ordinario che catalizza Europei annoiati che hanno bisogno di provare paura per sentirsi ancora vivi: il terrore diventa merce, mezzo di riscatto dalla povertà per gli indigeni.
In questa cornice di finti rapimenti, sparatorie, escursioni rischiose, l’omicidio di due sommozzatori sconvolge gli equilibri. Mario Muller, gestore dell’albergo e inventore di questo turismo perverso, si troverà suo malgrado a vedere il proprio mondo di finzione andare in pezzi. Voce narrante della vicenda è Tony, il migliore amico di Mario, approdato alla Piramide per fuggire dal proprio passato. Zoppo dall’infanzia, ex bassista di un complesso rock, ha un passato da tossicodipendente e una difficile storia familiare: antieroe per antonomasia, nella Piramide ha trovato una seconda opportunità di vita, un momento di pace nella sua tormentata esistenza.
Indagare sugli omicidi è l’opportunità per scoprire man mano tutto ciò che ruota intorno alla Piramide: narcotraffico, vendette, interessi finanziari, malattie, delinquenti pronti a tutto. Ma questa è anche l’occasione di redenzione per il passato: mentre si fa largo in questa nebbia, Tony assiste al declino psico–fisico dell’amico Mario e ne raccoglie le ultime volontà, creandosi così l’opportunità di una nuova vita.
Una narrazione fluida e continua, personaggi originali, bizzarri, ma nel contempo ben delineati, un intreccio avvincente e meno visionario di quel che potrebbe apparire: La Piramide racconta tutta la violenza e la disperazione del Messico. Lo stile è asciutto, ironico, distaccato, sicuramente di alto livello: non c’è dubbio, Juan Villoro sa incantare il lettore. Ha un grande senso del ritmo, sa abilmente giocare con le attese e gli svelamenti, si interroga con profonde riflessioni, elabora passaggi lirici, sa intrecciare tutti gli elementi di un grande romanzo.