Autore: Thomas Bernhard
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Adelphi
Genere: Narrativa
Traduttore: Magda Olivetti
Pagine: 225
Prezzo: € 19,00
La fornace è un posto sinistro, un carcere volontario, un luogo di tenebra, dove tutto è grottesco, ma ideale per Konrad che odia il mondo e soprattutto le persone.
Nella fornace finalmente potrà isolare i rumore e portare a termine il suo saggio sull’udito.
Ma aver messo piede nella fornace vuol dire essere caduti in una trappola. In quel luogo oscuro. Konrad consumerà il suo crimine. Nella notte tra il 24 e 25 dicembre ucciderà sua moglie.
Adelphi in una nuova traduzione ripropone La fornace, il terzo romanzo di Thomas Bernhard.
Pochi scrittori come Thomas Bernhard hanno raccontato il Novecento mentre stava scomparendo.
A più trent’anni dalla sua morte il grande autore austriaco resta una pietra miliare per comprendere con la giusta e argomentata dose di pessimismo la decadenza e l’estinzione degli uomini.
Con un’ossessione e un ritmo maniacale Bernhard attraverso una ripetizione geniale di concetti ha costruito il suo stile originale, basato su un pessimismo immanente difficile ancora oggi sconfessare.
Lo scrittore ha sempre affermato che c’era un legame stretto tra lo stile letterario e il suo tenore di vita.
Spregiudicato, intransigente, irriverente, insomma uno scrittore anarchico con una mancanza di rispetto per chiunque.
Queste sono le caratteristiche peculiari di uno dei più grandi e irregolari geni che la letteratura europea e novecentesca abbia avuto.
La sua scrittura è una somma imprevista di tagli, un insieme di amputazioni fatali che feriscono a morte la vita e ci sbattono senza mezzi termini in faccia la nostra finitudine, la nostra fragilità con cui non vogliamo fare mai i conti.
Thomas Bernhard è stato il più convincente anatomopatologo della condizione umana.
La sua scrittura al vetriolo è una lama nelle nostre coscienze e ci seppellirà tutti, o ci ha già seppellito.
La fornace è uno dei libri più crudeli di Bernhard. Lo scrittore attraverso il suo personaggio scrive il necrologio della sua epoca la cui caratteristica saliente è che i pensatori non pensano più e a nel mondo in cui viviamo non abbiamo altro che la commedia allo stato puro, e qualunque cosa facciamo non riusciremo mai a uscire dalla commedia, il tentativo millenario di trasformare questa commedia in tragedia è destinato a fallire.
Questo scrive Thomas Bernhard raccontando il disincanto del misantropo Konrad, che si è asserragliato nella fornace in preda a una follia senza via d’uscita.
La fornace è un luogo che è l’esatto contrario di un idillio, Konrad è consapevole che ha messo piede in una trappola e tutto quello che avviene tra le sue mura si ripete tutti i giorni insieme alle cose più insensate e terribili che la vita mostra.
Come tutti i personaggi dei romanzi di Bernhard, anche Konrad naufraga in un nulla senza possibilità di salvezza e di redenzione.
«La costruzione dell’intero edificio è stata studiata mirando all’inganno totale, un osservatore superficiale è destinato a cadere in trappola».
Gli sproloqui di Konrad, il freddo micidiale che ci fa sentire addosso la scrittura di Thomas Bernhard e noi ci ritroviamo imprigionati insieme al personaggio nelle trappole della fornace. Questi sono tutti elementi di un unico sguardo sull’abisso che il grande scrittore austriaco nel corso della sua esistenza ci ha mostrato attraverso i suoi libri, con una precisione ossessiva, maniacale e allucinatoria.