Il mondo letterario nordico contemporaneo è generalmente dominato da scrittori di gialli e thriller molto coinvolgenti, ma naturalmente ospita al suo interno voci e generi diversi tutti da scoprire.
Ne abbiamo avuto occasione partecipando all’incontro con Mikael Niemi, nell’ambito della manifestazione Chiasso Letteraria 2015, giunta alla decima edizione e svoltasi dal 29 aprile al 3 maggio.
L’autore, intervistato dal giornalista e scrittore Mario Baudino, è stato protagonista di un incontro appassionante, in cui ha potuto approfondire aspetti del proprio lavoro di scrittore e della specificità della letteratura nordica, trasmettendo con efficacia l’ironia che permea i suoi romanzi.
Innanzitutto egli attinge inaspettatamente alla tradizione europea e si rifà per certi aspetti al barocco francese, in particolare a Rabelais, che cita come modello di scrittura umoristica e grottesca.
Nei suoi libri prende spunto dalla realtà che lo circonda, cercando di cambiare nomi ed età dei protagonisti. Gli è però anche capitato di utilizzare esplicitamente come personaggi dei propri romanzi parenti e amici, coinvolti direttamente su sua richiesta.
Il suo ultimo lavoro, “La piena”, edito nel 2013 da Iperborea parla di un’immaginaria inondazione che sconvolge la Svezia. E’ il suo lavoro più drammatico, eppure in esso non si rinuncia a scene divertenti.
“Tutti gli eventi si svolgono in maniera incalzante” ha spiegato “ ma mentre gran parte della nostra letteratura parla di gente che vive in città, con una vita mondana ricca e varia, ho voluto rendere protagonista la natura e gli uomini che vivono una condizione estrema in cui non possono parlare e non hanno il tempo di ragionare. Per scrivere direttamente di questa realtà ci vuole una certa responsabilità e io l’affronto con l’autoironia”
Mikael Niemi ha anche parlato dei suoi esordi come poeta della modernità: il suo uditorio era composto da tre persone, compresi i parenti, quindi decise di dedicarsi a raccontare storie, riscuotendo un successo che lo spinse a continuare fino al successo presso il grande pubblico raggiunto con Il romanzo “Musica rock da Vittula”, pubblicato da Iperborea nel 2002.
Un altro aspetto interessante che è emerso è il legame diretto che la letteratura svedese ha con la tradizione orale, dovuto al fatto che si tratta di una letteratura molto giovane. “Mio nonno è stato il primo della mia famiglia ad aver preso in mano un libro. Per questo noi nordici possiamo permetterci di essere primitivi e ingenui sotto certi aspetti”. E narra, divertendo il pubblico, di un mostro sacro come il finlandese Arto Paasilinna che non conosce l’inglese: come sfatare un mito – quello che i nordici conoscono tutti le lingue!- e suscitare subito un’innata simpatia per autori e personaggi!