Autore: Negri Giovanni
Data di pubbl.: 2016
Casa Editrice: Piemme
Genere: Romanzo
Pagine: 411
Prezzo: 19,50
“Per lo stolto il potere è la concupiscenza, per lo sciocco è il successo, per l’ottuso è la forza. Per il saggio il supremo potere è soltanto il controllo. L’impalpabile controllo delle vite degli altri. Attraverso il potere che hai, o quello che I nemici ritengono che tu abbia“. (p. 203)
Quattro storie che si uniscono, si intrecciano, si separano e poi si rincontrano. Quattro personaggi che vengono da mondi apparentemente diversi, uniti da un unico filo conduttore: il POTERE. Un politico, On. Angelo M. Predieri, in piena ascesa nel nuovo partito – Estremo Centro – , un Procuratore della Repubblica, Saverio Dioguardi, con forti ambizioni politico-economiche, una giornalista di fama nazionale, Lavinia Salvi, bisognosa di riscatti dalla vita privata e professionale e un cardinale, Terenzio Magliano, dispensatore di consigli e favori.
Il teatro di questo quartetto d’archi è l’attuale contesto socio-politico italiano, fatto di poche certezze, molti paroloni e grandi promesse difficili da mantenere. Lo stato sta cercando di mettere mano a qualsiasi fonte economica possibile pur di risollevarsi; ed ecco che uno studio scientifico sulla presenza di petrolio sotto il territorio della Basilicata arriva come una manna dal cielo. La corsa all’oro nero comincia, ma si tratta di una maratona ricca di insidie e non di uno sprint. Solo i più furbi potranno vincere o quelli che sanno come gestire il potere: ci sono gli ambientalisti da una parte, i piccoli politici di periferia dall’altra, ci sono i giornalisti capaci di far arrivare all’opinione pubblica qualsiasi notizia nel taglio più opportuno. E poi ci sono i preti, gli arcipreti e tutto il clero abili nel muoversi dietro le quinte e calare l’asso solo quando serve.
“L’amore e il potere hanno la stessa violenza: non ti permettono distrazioni, pause, rinvii. Vogliono tutto e subito, qui, adesso. Sono feroci nelle loro pretese perché ti cambiano tutta la vita, ed è questa la vita che voglio” (p. 320)
Giovanni Negri nel suo ultimo romanzo dipinge l’Italia che è! L’Italia per cui ci conoscono in tutto il mondo, l’Italia in cui viviamo, che amiamo, di cui ci lamentiamo, ma che non lasciamo e non lasceremo mai. L’Italia in cui uno degli ultimi può diventare leader indiscusso con una facilità estrema, davanti agli occhi di tutti e senza che qualcuno abbia da recriminare. L’Italia in cui prima di chiedere un favore a qualcuno, hai già pensato a come sdebitarti. L’Italia in cui tutto può succedere fino all’ultimo momento, come in una partita di scacchi. L’Italia in cui “fotti per primo, prima di essere “fottuto”, perché è sempre colpa di “quelli lì”. Ma “quelli chi”? Chi muove le fila di questo gioco di potere? Chi è il grande burattinaio di un teatro dove siamo tutti marionette di pezza?
“Ci sono momenti, nella vita, nei quali siamo chiamati a non guardare in faccia a nessuno, a difendere il bene nostro e dei nostri cari che viene prima di tutto, a compiere scelte dure, drammatiche, destinate a lasciare cicatrici forse eterne” (p. 383)