Il giardino delle farfalle – Dot Hutchison

Titolo: Il giardino delle farfalle
Autore: Dot Hutchison
Data di pubbl.: 2017
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Genere: Giallo & Thriller
Traduttore: Gabriele Giorgi
Prezzo: 9,90

Sei sopravvissuta al Giardiniere e ai suoi figli – fa notare Sophia – Perfino se i tuoi genitori si presentassero, tu non gli devi nulla. La tua famiglia é qui all’ospedale e a New York. I tuoi genitori non sono nulla“.

Maya é una delle poche superstiti che la polizia é riuscita a salvare dal “Giardino e dal suo Giardiniere”. Un posto incantato, quasi magico, con alberi meravigliosi, grotte isolate, giardini e fiori perfetti. Il paradiso in una metropoli? NO, un campo di torture, in cui il Giardiniere tiene segregate le sue farfalle: ragazze poco più che adolescenti, su cui si avventa ogni volta che ne ha voglia. Su di loro, oltre a violenze fisiche e carnali, infierisce brutalmente con grandi tatuaggi sulla schiena rappresentanti delle farfalle. Ma le farfalle racchiudono una bellezza che dura poco nel tempo. E cosa succede quando la bellezza scompare perché magari si lasciano morire di fame o tentano il suicidio all’interno del giardino? Questo e molto altro esce dalla confessione della superstite Maya agli agenti dell’FBI Victor Hanoverian e Brandon Eddison. Ma qualcosa non torna nel racconto della ragazza, soprattutto quando nel lungo racconto di ciò che é accaduto nel giardino, spuntano anche i figli del Giardiniere…

Forse morirai o forse no; ora rilassati e lascia che i dottori facciano il loro lavoro“.

Thriller molto avvincente, ma anche molto violento, soprattutto quando subentrano minorenni e ti immedesimi nella scena, immaginando cosa sarebbe successo se qualcuno dei tuoi familiari fosse stato nel giardino. La trama in sé é davvero originale, ma resto sempre basito quando leggo certi racconti o sento di fatti veramente accaduti su uomini che tengono segregate donne “nel loro scantinato”: possibile che le mogli di questi uomini non si accorgano mai di nulla? Un rumore, un odore, un sospetto… nulla… nessuno vede e sente nulla, per giorni, per anni. E molto spesso dietro questi orchi, si cela un direttore di banca, un insegnante, un medico… uno qualunque.

Respirai a fondo e imposi ai miei muscoli di rilassarsi. Chiusi e schiusi i pugni, e con ognuno di quei movimenti allentavo un po’ di tensione alla schiena“.

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