
Autore: De Pasquale Gaia, Olmo Marco
Genere: Sport
Pagine: 140
Prezzo: 12.50
“Sarò tornato a Robilante verso le otto. Il mondo a quell’ora avrà cominciato a svegliarsi. Persiane aperte, caffettiere sul fuoco, i giochi rumorosi dei bambini dei dirimpettai. La cagnetta dei vicini mi sarà venuta incontro festosa. Ogni cosa sarà sembrata uguale a ogni giorno, immobile e fissa. Invece sarà tutto cambiato. Sarò stato da solo, con i battiti del mio cuore. La corsa avrà stimolato endorfine e adrenalina, e mi avrà strappato, per due ore e poco meno, dal mondo dei vinti.”
Leggendo questo libro in tutto ciò che fa Marco Olmo, protagonista e autore, appare evidente la voglia di riscatto. Egli non solo ci illustra la sua vita composta da fatica, sofferenza, gioie e vittorie ma ci mostra anche il lavoro quotidiano e le gare vere e proprie. Scopertosi casualmente corridore ad alti livelli in età avanzata rispetto agli standard di questa disciplina, in seguito ad un incidente motociclistico, trova il suo habitat naturale nella corsa di montagna o più in generale nelle ultra maratone.
La volontà di Olmo è uscire dal mondo dei vinti, fatto di ordini imposti senza lasciar spazio alla propria fantasia, ma allo stesso tempo non vuole essere ricordato come un eroe o come un modello ma semplicemente come colui che ci ha provato, avendo la “cocciutaggine del mulo”, riuscendo in imprese eccezionali frutto di allenamenti e forza di volontà. Ciò che lo affascina è il contatto con la natura a tal punto che sono presenti più descrizioni dei paesaggi che incontra durante le sue gare, che degli avversari delle competizioni. Olmo reputa gli avversari fonte di sano agonismo, coloro che rendono la gara autentica e non un semplice allenamento. E’ proprio per questo che in alcune competizioni è lui stesso a cercare la sfida, magari cercando di battere il suo medesimo tempo dell’anno precedente.
La natura lo rapisce e lo riporta indietro nel tempo, quando era giovane, da “buon montanaro”, stava a contatto con le montagne e le valli cuneensi praticamente ogni giorno. E’ curioso come, anche se i paesaggi alpini gli rimangano sempre piacevoli, Olmo provi una smisurata attrazione per il deserto, luogo dove ha partecipato a molte maratone e portato a casa notevoli risultati. Le dune e la sabbia non rappresentano una distesa infinita e insormontabile, bensì qualcosa da ammirare tanto che l’autore manifesta più volte nel testo il desiderio di provare ad abitarci.
Il libro è di semplice lettura, a tratti ridondante ma nel complesso piacevole; inoltre possiede il merito di generare curiosità per una disciplina sportiva poco conosciuta. Essendo abituati a leggere che attorno al mondo del calcio gravitano ventenni strapagati e straviziati, troppo spesso schiavi dei propri agenti, questa storia è una bella pubblicità per lo sport, quello sano dove resistenza alla fatica e tenacia sono le capacità principali e in cui una persona anche non più giovane come Marco Olmo, può battere un colpo, alcune volte anche quello del vincitore.