
Autore: Georgi Gospodinov
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Voland editore
Genere: Narrativa
Traduttore: Giuseppe dell'Agata
Pagine: 318
Prezzo: €19,00
Gaustìn è convinto che oggi viviamo in un tempo in cui sempre più persone vorranno nascondersi nella loro grotta e tornare indietro. E non da una bella situazione, a ogni caso. «Dobbiamo essere pronti con rifugi antiaerei. Chiamali pure se vuoi cronorifugi».
Georgi Gospodinov torna al romanzo e resuscita il suo bizzarro personaggio, lo fa viaggiare nel mondo infinito del passato.
Cronorifugio parte dal nostro contemporaneo e dalla perdita di memoria: il mondo e il nostro vecchio continente sono aggrediti da un disturbo che impedisce alle persone di vivere il presente, avendo problemi seri e complessi con i ricordi.
Prima che la demenza uccida per sempre la memoria, Gaustìn viaggia nel tempo, torna indietro e soprattutto apre le cliniche del passato che hanno sede negli anfratti del passato.
Sei il presente è incerto e non si vede la necessità di un futura, il passato e l’unica certezza che resta.
Gaustìn apre la sua clinica del passato a tutti coloro che hanno perso la memoria e vogliono riappropriarsi dei propri ricordi.
In ogni piano dell’edificio della clinica viene ricostruito il passato attraverso la riproduzione di decenni del secolo scorso. Ogni paziente vivrà comodamente il suo passato come un rifugio confortevole nel tempo che lo tenga a debita distanza dalle insensatezze del presente e dalle angosce di un futuro che non c’è.
In Europa viene addirittura indetto un referendum sul passato: ogni stato membro dovrà scegliere quale passato scegliere per i tempi futuri.
Gospodinov anche questa volta con una scrittura carica di suggestioni e contaminazioni ci incanta con una prova letteraria memorabile.
Anche in Cronorifugio troviamo il suo stile originale, dove la satira cede il passo alla letteratura colta, che lui è capace di fare con grande abilità.
Georgi Gospodinov nel suo nuovo romanzo è un Proust contemporaneo che va alla ricerca del passato perduto, guardando il nostro oggi in cui il presente va alla deriva e ogni tipo di memoria rischia di naufragare sulle spiagge di un futuro dagli approdi incerti.
Quando ci è negato un futuro, quando l’oggi abbonda di cose che spaventano, l’unica mossa che possiamo fare è guardare verso il passato.
Ma Gaustìn, che è l’alter ego di Gospodinov, anche se mette in moto il meccanismo delle cliniche del passato, si trova a affrontare una serie di difficoltà. Sono molte le domande che si pone mentre vede il mondo trasformato in una clinica aperta del passato, come se fossero caduti i muri.
Come costruire un passato comune? Come si vive nel passato? Il passato riportato in vita può diventare un mostro o un demòne?
Cronorifugio è un viaggio nel tempo, è una navigazione negli infiniti mondi di ieri, un tentativo del suo autore di dare una risposta alla perdita di memoria nostra e del tempo in cui viviamo.
Sì, il passato potrebbe essere il nostro cronorifugio per mettersi in salvo da un’apocalisse che sta avanzando velocemente.
Mai il passato potrebbe liberare i demòni e riportare il mondo alla sua primigenia condizione di caos.
Il caos della fine che è l’anticamera dell’apocalisse. E l’apocalisse arriva proprio per distruggere il passato. Il suo angelo venne non per annunciare la fine del mondo ma per decretare la fine del tempo.
Gospodinov anche questa volta con le sue annotazioni romanzesche e poetiche è il nostro cronorifugio e dal mondo straordinario e incantato della sua scrittura non vorremo mai uscire.
«La fine del romanzo è come la fine del mondo, è bene che si rimandi». Alla prossima caro Georgi. Che la magia delle parole continui.