
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 384
Prezzo: 17,90
“È incredibile quanti segreti ci possano essere in una coppia. Quest’idea democratica che bisogna dirsi tutto… Si vive nella stessa casa, si divide lo stesso letto, ma fino a che punto si può dire di conoscere veramente l’altro?”
Cos’è che uccide? Possiamo leggere il thriller Come un ricordo che uccide di Sabine Durrant cercando delle risposte a questa domanda. Uccide la paura, che si trasforma in paranoia: Zach era perfetto, fanatico dell’ordine, custode della vita a due e intollerante alle intrusioni di esterni. Perché nessuno doveva intromettersi tra lui e Lizzie, sua moglie?
Uccidono le menzogne: anche quelle che si raccontano a fin di bene, quando il “bene” è rappresentato dalla salvaguardia del proprio tornaconto. Uccidono le bugie che si raccontano a se stessi, l’autoassoluzione, la colpevolizzazione degli altri. Uccide il silenzio, quello che ammanta donne e famiglie che non vogliono permettersi sbavature di fronte al mondo.
Ed uccide il ricordo: perché Zach, con le sue manie, la sua presenza soffocante e ombrosa, aleggia intorno alla vita di Lizzie anche dopo che un incidente gli ha tolto la vita. Di lui rimane un corpo carbonizzato e non identificabile, un passato ingombrante e un diario che fa luce su molte cose. A un anno dalla sua morte, la moglie, Lizzie, si trova a scavare nel passato di quest’uomo. È morto davvero o è tornato a punirla?