Data di pubbl.: 2024
Pagine: 288
Prezzo: € 18,00
Chi è nel profondo dell’anima e della mente Gemma Teodori che si presenta a noi lettori come abile gallerista e ottima esperta d’arte? Una donna giovane e sola, di sicuro, sebbene abbia un compagno, Gianni – un artista che ha scelto di abbandonare Milano e andare a vivere in Val Cannobina -; una madre, Maddalena, vedova da tempo, che ha deciso di trasferirsi in Umbria; un’amica, Marcella, alla quale Gemma vuol bene, ma della quale mal tollera le scelte d’amore: una serie di uomini sposati capaci solo di pronunciare false promesse di vita insieme, svanite le quali Marcella si ritrova col cuore in pezzi. E per finire un socio nella galleria d’arte, Livio, tombeur de femmes dalle mani bucate. Già, perché se la galleria esiste ancora, é solo grazie ai soldi che Gemma ha investito nel negozio. L’appartamento di Milano in cui vive è un’eredità ricevuta dalla zia Clelia, morta zitella e depressa. Il palazzo elegante nel quale ogni sera rientra, è popolato da singoli e famiglie che si chiudono dentro a doppia mandata appena calano le tenebre e governato dalla portinaia Pina, gentile ma falsa.
Ma Gemma è molto più di ciò che la circonda e la definisce agli occhi del mondo. È una donna che dall’età di undici anni combatte con un segreto, un nocciolo interiore irrisolto, un magma di ansia, dolore e colpa che non le dà pace, che riesce a nascondere con sapienza e che l’ha costretta a indossare una corazza per difendersi dagli altri:
“Gemma era rimasta prigioniera di un cerchio magico per anni, alternando momenti di disagio tranquillo, che un occhio distratto poteva scambiare per pura timidezza, a lunghi momenti di sofferenza acuta, ingovernabile, durante i quali l’incapacità di accettare anche il più piccolo contatto fisico le impediva persino di andare a scuola.” (p. 142)
Una corazza che non la salva però dall’incontro, tutt’altro che casuale, con Vittorio Fratti, ex poliziotto, un tipo un po’ banale, forse, ma alle cui avvolgenti attenzioni, ai seducenti occhi azzurri, al sesso conturbante, alla presenza imposta giorno dopo giorno, Gemma sembra incapace di rinunciare. Per quanto può, si divincola per alleggerire un rapporto troppo stretto e sgomita per i suoi spazi d’indipendenza, senza rendersi conto che così sta innescando una spirale perversa dalla quale le costerà non poca fatica salvarsi.
Qui, però, ci fermiamo e lasciamo che i lettori scoprano i molteplici risvolti di un romanzo giallo avvincente e ricco di mille sfumature, di diverse chiavi di lettura, di momenti al cardiopalma. Marina Visentin ha un tocco magico nel trasformare la descrizione di una sequenza di eventi, in apparenza banali, in un crescendo di suspence tale da lasciare senza fiato, con il cuore a mille. Perfetta la scrittura, accurata e precisa la scelta delle parole, ottime le descrizioni di luoghi – in un capitolo viaggerete in una Venezia reale e onirica al contempo – e di personaggi, con dialoghi in punta di fioretto. Un libro tortuoso e ammaliante, decisamente da non perdere.