Data di pubbl.: 2024
Pagine: 237
Angelo Lumelli è un poeta di lungo corso che ha attraversato il Novecento. I suoi maestri sono Antonio Porta, Giancarlo Majorino, Franco Loi, Giovanni Raboni e Franco Fortini.
La sua poesia incessante tende sempre alla ricerca di una parole originale e di una lingua sperimentale attenta ai bisogni di un discorso testuale. Tutta la sua opera sfugge a qualsiasi classificazione.
Come Mallarmé, Lumelli è un poeta oscuro che alla poesia chiede in maniera incalzante di parlare la lingua della verità.
Per Lumelli conta moltissimo come si dice qualcosa e non cosa si scrive: nella sua poesia significante ci si perde come in un labirinto di pensieri sempre in cerca di uno stile.
Angelo Lumelli è un uomo del Novecento e lo capiamo leggendo anche La vecchiaia del bambino Matteo, il romanzo che lo ha impegnato per molto tempo, adesso pubblicato da Qed edizioni.
Anche in questo libro Lumelli ci dimostra che quello che conta non è importante cosa si scrive ma come si scrive. Lumelli è riuscito a depensare il canone romanzesco, a tirare fuori un romanzo destrutturato in cui quello che conta è il ritmo incessante della scrittura e non la mera costruzione della trama.
Geniale romanzo destrutturato e depensato, già dal titolo. I personaggi nell’ambito dello spazio letterario li troviamo non nella trama ma nella scrittura di Lumelli.
I fatti che leggiamo in queste pagine non stanno in fila e come ci suggerisce l’autore stesso si procede nella narrazione a volte essendo in anticipo, talvolta fuori tempo massimo, prima che arrivi il castigamatti a fare un’po’ di ordine, come se l’ordine fosse uno sgombero.
Un narratore e tre amici per la pelle (Gustavo, Ernesto, Matteo). Sullo sfondo l’Italia del Novecento, letta attraverso le vicissitudini esistenziali di un’amicizia straordinaria.
Con molta fantasia, un fiabesco e visionario Lumelli inventa per questa storia una lingua surreale (come quella incessante della sua poesia) e ancora una volta sperimenta e ricerca, consegnando al lettore pagine incredibili di scrittura pura.
La vecchiaia del bambino Matteo è il romanzo di uno scrittore e di un poeta sui generis. È talmente originale la scrittura di Angelo Lumelli che arriva il momento in cui il narratore viene invaso dal vento del ritorno del suo racconto e invano si aggrappa alle frasi come a maniglie, a corrimani che lo guidano in quella caotica bufera.
Questo di Lumelli è un grande e geniale romanzo sperimentale che ha il merito di proporre una scrittura di stili e pensieri nuovi per la letteratura di oggi e di domani.