Arrivano i Sister – Patrick deWitt

Titolo: Arrivano i Sister
Autore: DeWitt Patrick
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Neri Pozza
Genere: Romanzo
Pagine: 303
Prezzo: 17

Quasi tutti i critici lo accostano a un film dei fratelli Coen. E mai luogo comune è stato più azzeccato. Arrivano i Sister di Patrick DeWitt sembra realmente uscito dalla mente del duo di Minneapolis; peccato che questi si siano già dedicati al western con Il Grinta, perché il romanzo in questione sarebbe stato una sceneggiatura ancor più coeniana, per il magico mix di humor (spesso nero), cinismo, malinconia, disillusione, l’utilizzo del genere secondo una cifra marcatamente autoriale e l’invenzione di personaggi squilibrati e indimenticabili.

Arrivano i Sister (peccato, di nuovo, per la perdita del gioco di parole presente nell’originale, The Sisters Brothers!), finalista al Booker Prize 2011, sbarca finalmente in Italia grazie a Neri Pozza.

Siamo nel profondissimo West, 1851. Eli e Charlie Sister sono due sicari al soldo del Commodore, uomo che dalla sua villa di Oregon City allunga le sue mani avide e potenti sull’intero occidente statunitense lanciato nella celebrata corsa all’oro. E i due fratelli sono la sua arma più temuta.

Loro, però, seppure legati profondamente da quell’unione data solo dalla condivisione del sangue, non potrebbero essere più diversi: Charlie, il maggiore, è la vera incarnazione della fama violenta che circonda la coppia; è feroce, sanguinario, macella uomini anche senza motivo e vive cinicamente per il whisky e per raggiungere un giorno il potere del suo capo. Eli, invece, è  introverso, meditativo e pieno di dubbi (soprattutto su se stesso), e vorrebbe vendere camicie e stivali piuttosto che sporcare continuamente di sangue le sue mani; ma lui è il fratello minore, il più debole, e segue inerme il maggiore sulla strada della violenza a pagamento.

Il loro nuovo incarico è quello di accoppare Hermann Kermit Warm, un cercatore d’oro che ha fatto qualche sgarbo al Commodore. E’ così che nasce la grottesca odissea dei due Sister: viaggio per certi versi “finale”, dall’Oregon alla California e ritorno (nel grembo materno …), in cui Eli e Charlie, passando da un imprevisto all’altro, giungeranno al punto di non ritorno delle loro vite; forse non una redenzione, di certo una nuova e ultima occasione.

Azzeccatissima è la scelta della narrazione in prima persona, condotta proprio da quello che in questo modo diventa il protagonista principale del romanzo, Eli Sister, killer per necessità e indolenza, emotivo e nevrotico, attraversato da dilemmi e conflitti interiori. Più che a uccidere, Eli sembra abituato a riflettere e a macerarsi dentro; il suo sguardo sulla vita è malinconico e pietoso, alla ricerca di una felicità e serenità durature contro le immancabili sofferenze di questo mondo. La vita del sicario non fa per chi è così sensibile come Eli, perennemente addolorato per la sua subalternità al fratello e per il fatto che Charlie sembra non stimarlo, pietosamente attaccato a un cavallo orbo e incapace, continuamente sofferente di solitudine e dispersione; il che rende le sue vicende tanto divertenti (per contrasto) quanto amare. Questo il tenore dei pensieri di un protagonista memorabile:

“Tutti possiamo sentirci feriti e nessuno è al sicuro dalla preoccupazione e dalla tristezza”

“Ecco un’altra tristissima immagine mentale che dovrò immagazzinare e alla quale dovrò fare spazio”

“… la nostra esperienza è stata così insolita che ci trovavamo in un posto dove minuti e secondi non solo erano irrilevanti ma neppure esistevano. […] Anche se prima non avevo mai riflettuto sull’idea di umanità, o se fossi o meno felice di essere un uomo, in quel momento ho provato un moto d’orgoglio per la mente umana, per la sua curiosità e perseveranza. […] Questa posizione nel tempo resterà la più felice della mia vita. Ad ogni modo, e forse è giusto, non era qualcosa che poteva durare a lungo. Subito dopo tutto è diventato cupo e sbagliato com’è immaginabile. In un modo o nell’altro tutto subito dopo è diventato morte.”

Non potevano poi mancare, in un romanzo del genere, tutta una serie di personaggi secondari strampalati e originali. Sul loro cammino i Sister ne incontrano a bizzeffe: dal dentista che ha fallito in ogni sua attività professionale e sentimentale, alla vecchia megera che getta il malocchio sui due fratelli, per non parlare del frignone che gira tutto il West piangendo per un sedicente abbandono e dell’onirica bambina che vuole avvelenare chiunque; ma su tutti fate attenzione a Hermann Warm, l’obiettivo designato dei due sicari …

Ciò che fa la differenza in Arrivano i Sister è l’invenzione e lo stile: umorismo e cinica malinconia in una scrittura dallo stile asciutto e spigliato ,ma piena di fascino e penetrazione, capace di caratterizzazione anche solo con brevi pennellate. Divertimento e grazia stilistica, bastano e avanzano per scegliere di leggere questo romanzo.

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