A tu per tu con…Mara Dompé

Abbiamo incontrato Mara Dompé, giovane scrittrice e traduttrice, al Salone del libro di Torino al padiglione 5, in un incontro promosso dal Comune di Cortemilia (CN) e dall’Ecomuseo dei terrazzamenti, in quanto vincitrice della sezione infanzia, categoria 8-11 anni, del Premio Nazionale di Letteratura “Il gigante delle Langhe” 2013, con il libro Spia per le edizioni Biancoenero.

La platea era quasi interamente costituita da ragazzini di una scuola di Torino. Sono stati proprio loro alcuni degli artefici del suo successo, infatti la giuria del concorso “Il gigante delle Langhe” è esclusivamente composta da quelli che saranno i piccoli fruitori del libro e quest’anno ha visto la partecipazione di ben 2220 giurati di tutta Italia.

Carina e frizzante, Mara Dompé si è sottoposta al fuoco di fila delle domande preparate dai ragazzini. Ognuno aveva la sua personale domandina e tutti erano muniti di bandierina colorata degli stessi colori del libro vincitore.

Quando ha iniziato a scrivere?

Ho iniziato partecipando a concorsi, pubblicando racconti su riviste, poi finalmente ho avuto un primo romanzo edito e solo a quel punto ho pensato di essere una scrittrice, anche se questo non è il mio primo lavoro. Infatti per vivere – poiché non sono ancora così famosa da guadagnare molti soldi – faccio la traduttrice. Da piccola i miei genitori esigevano che io e le mie sorelle andassimo a letto presto; solo il giovedì sera avevamo la possibilità di guardare un film in TV: il film di Walt Disney, così le altre sere noi ci ritiravamo in camera e, invece di dormire, leggevamo. Quindi devo a loro l’amore che ho sviluppato per la lettura e il mio approccio alla scrittura. Amavo molto leggere i libri di Jules Verne, come “20000 leghe sotto i mari” o “Viaggio al centro della terra”, libri piuttosto corposi. Quando la lettura era terminata mi sentivo orfana dei personaggi che avevano accompagnato le mie serate, così ho iniziato a scrivere per far rivivere quei personaggi. Ho scritto sei libri, tutti per l’infanzia. Ho anche scritto racconti per adulti, ma mai un romanzo, proprio perché, come vi detto, amo scrivere storie brevi.

Prova emozione nello scrivere e quale?

Quando si legge una storia in genere il lettore si immedesima nei personaggi e prova le stesse emozioni. Quando scrivo provo soddisfazione se alla fine la storia scritta mi è riuscita bene, invece frustrazione se trovo il lavoro non soddisfacente. Poi provo grande emozione  per un libro pubblicato e altrettanto quando incontro i lettori come voi.

Qual è stata l’emozione arrivando a Cortemilia per ritirare il Premio?

E’ stato tutto molto piacevole. Ero finalista. Mi hanno accompagnata in una ex chiesa dove c’erano tanti bambini seduti a terra, ognuno con in mano una bandierina dei colori del libro, come le vostre. Non sapevo ancora però se sarei stata io la vincitrice.

Quanto tempo ha impiegato a scrivere questo libro e in generale quanto tempo impiega quando scrive un libro?spia

Questo libro in particolare l’ho scritto in un mesetto, perché non è un libro molto lungo. Io infatti preferisco scrivere racconti o libri non troppo corposi. In genere la scrittura di un libro comprende varie fasi: dapprima si pensa alla storia, poi la si scrive, ma in corso di scrittura magari la si cambia più volte, poi la si rilegge e la si fa rileggere. Io per esempio faccio sempre rileggere a mia sorella i miei scritti. A quel punto si dà la storia all’editore, infine deve intervenire l’illustratore. Questa figura in particolare è molto importante per i libri per l’infanzia  che trattano storie illustrate. Per Spia è stato molto importante il lavoro che ha svolto Cobalto, l’illustratore.

Qual è stata l’ispirazione per la storia di Spia?

Spia è una storia di scuola, ma nasce da un’altra storia. In quel periodo mi ero iscritta ad una staffetta letteraria in cui ogni partecipante doveva scrivere un incipit. Il racconto era sull’alimentazione. E di là è partito tutto. Spia, come sapete perché avete letto il libro, è la storia di una ragazzina di nome Marta, una “bulletta”, che prende di mira un compagno di classe molto timido, Riccardo, a cui ruba la merenda. Ma ad un certo punto la situazione si trasforma…E’ anche una storia sull’amicizia.

Ha preso ispirazione al supermercato?

Quando vado al supermercato in genere io compro molte cose per la colazione e mi chiedo sempre, quando sono alla cassa, chissà cosa pensa la gente di me vedendo il tipo di spesa che faccio, del resto io osservo anche molto le spese degli altri.

Legge libri di altri scrittori?

Sì, è importantissimo!

I ragazzini offrono a Mara un piccolo mazzo di fiori e tutti le si avvicinano per un bacio ed una stretta di mano: evidentemente, con Spia, ha saputo parlare alle loro menti e ai loro cuori di generosità e amicizia.

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