Nel 2012 ha pubblicato “Daria” (La gru), nel 2013 Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia (Tullio Pironti), ma il successo per Lorenzo Marone, ex avvocato appassionato di scrittura, è arrivato quest’anno con “La tentazione di essere felici” (Longanesi), il romanzo che ha come protagonista un vecchietto, Cesare Annunziata, scorbutico e un po’ egoista al quale ci siamo affezionati.
Si è ispirato a qualcuno che conosce davvero quando ha pensato a questo personaggio?
No, anche se molti ci si identificano, a cominciare da mio padre. Cesare è un personaggio di fantasia, anche se mi intrigano molto gli anziani che si incontrano in ascensore o sul pianerottolo, un po’ burberi e arroccati; mi piaceva immaginare e descrivere il loro stato, perché dietro ognuno di noi c’è un mondo da esplorare.
Ha una laurea in giurisprudenza e ha esercitato la professione di avvocato per 10 anni. Com’è nata la sua passione per la scrittura?
Nasce da piccolo, inizialmente come semplice amore per la lettura; ero e sono un lettore onnivoro. Ho iniziato a scrivere racconti e a partecipare a premi letterari in giro per l’Italia, poi ho deciso di cimentarmi con i romanzi. L’aver cambiato lavoro mi ha permesso di dedicarmi maggiormente alla scrittura.
Nel suo romanzo descrive un piccolo microcosmo condominiale fatto di storie e di personaggi diversi ma complementari l’uno all’altro. Qualcuno le ha mai detto leggendo il suo libro che si è riconosciuto in uno dei personaggi?
Sì, molti si riconoscono in Cesare, ovviamente, ma anche Sveva, la primogenita, è una figura molto sentita, forse perché, come un po’ tutti gli altri personaggi a dir la verità, è una donna comune alle prese con problemi comuni.
Quale personaggio le somiglia di più?
Diciamo che mi sono nascosto un po’ in ciascuno dei personaggi del romanzo.
Nel suo romanzo affronta un tema importante e di grande attualità purtroppo, quello della violenza domestica. Come si è documentato sull’argomento e come è riuscito ad immedesimarsi in Emma, in quello che pensa e che subisce?
Ho letto i forum di donne maltrattate, e le storie terribili che sono raccontate lì, mi hanno aperto un mondo. Perché molte di loro non denunciano e non ne parlano con nessuno? Alla fine credo di aver capito che si tratta di donne alle quali sin da piccole non è stato insegnato ad amarsi, donne che provano vergogna del giudizio altrui non solo per se stesse, ma addirittura per il proprio carnefice. Questo è il paradosso.
Immagino che sia un appassionato lettore prima che uno scrittore. Cos’è per lei il piacere della lettura?
Poter sprofondare in un mondo diverso dal mio, dal reale. E’ la piacevole sensazione di pensare che sul comodino c’è quella storia che aspetta solo me, noi.
E la felicità? Si è fatto un’idea di cosa sia davvero e perché sia una tentazione irrinunciabile?
Non ho la presunzione di spiegare cosa sia la felicità. Credo che tentare di mettere se stessi e i propri desideri, l’Io più profondo, al centro della vita, della quotidianità, possa avvicinarci in qualche modo alla felicità. Che è comunque qualcosa che cambia di continuo insieme con noi.Ciò che ci ha reso felice a venti anni non potrà farlo a quaranta.
Il finale del romanzo ci lascia in sospeso. Ci sarà un seguito?
Me lo chiedono in molti. Per adesso no, mi preme far conoscere altri personaggi che pure porto dentro, più in là, però, può darsi che il nostro Cesare torni a far parlare di sé