Filippo Loro fa ingresso nel mondo dell’editoria con il suo romanzo d’esordio “Judith”, un libro molto particolare che mi ha incuriosito. Per questo ho deciso di fargli qualche domanda…
Judith (la protagonista) è una ragazza che dona la libertà da qualsiasi maschera di identità. La sua si può definire una sfida alla società, un po’ come lo era quella del Mattia Pascal di Pirandello?
Anche se quello della sfida alla società, in un certo senso, è un tratto comune, direi che le differenze sono tante. La più macroscopica è che Mattia Pascal cambia identità per una motivazione personale, mentre Judith, essendo in grado di trasmettere questa capacità, ha l’obiettivo di “liberare” gli altri dal controllo delle istituzioni, che si fa sempre più pressante.
Interessante il contrasto tra Judith e la signora Lazlom, una sfugge dall’aspetto esteriore mentre l’altra ne ricerca la perfezione artificiale da anni, c’è in tutto questo una critica alla chirurgia estetica?
Anche se non ho approfondito questo aspetto per esigenze narrative, non sono critico nei confronti della chirurgia estetica, bensì riguardo all’uso che ne viene fatto. Come afferma ORLAN, l’artista che ha fatto e continua a fare grande uso della chirurgia estetica per modificare se stessa nel corso di performance, per così dire “chirurgiche” (e che ha ispirato l’intera storia) è criticabile il fatto che le persone utilizzino questa tecnica per uniformare il proprio fisico a un modello di bellezza imposto, invece di usarlo per sottolineare le proprie differenze.
La storia di Judith è avvolta da questo senso di mistero e incertezza che avvolge anche i personaggi e che permette al lettore di fare diverse supposizioni. Per esempio, personalmente ho interpretato gli uomini che le danno la caccia come possibile metafora di una società che cerca di eliminare chi cerca di uscire dalla massa. Ci dai la tua chiave di lettura?
Chi è alla caccia di Judith vuole eliminare il rischio che le persone possano cambiare la propria individualità, e quindi uscire dal controllo; è vero che esistono molti mezzi per tracciare le identità, ma se la “mutazione” di Judith dovesse diffondersi a macchia d’olio, qualsiasi tipo di controllo diventerebbe molto più difficile e molto meno efficace. Perciò le istituzioni, che nella storia sono concentrate nel personaggio del Signor Abedo, vogliono bloccare l¹epidemia sul nascere.
Filippo ha deciso di pubblicare il suo romanzo in versione e-book con WePub (editori non a pagamento che hanno deciso di scommettere sul digitale per la pubblicazione dei libri). In questo momento di grandi diffusione degli e-book reader e di confronto con la “vecchia” carta stampata siamo curiosi di conoscere il pensiero di un neoscrittore come Filippo…
E-book ed edizioni cartacee, che ne pensi?
Credo che un e-book non abbia nulla da invidiare a un libro cartaceo, nel senso che entrambi i supporti hanno dei punti di forza e di debolezza. Naturalmente un e-book deve essere pubblicato con professionalità, seguendo lo stesso processo di un libro cartaceo, con la differenza che alla stampa si sostituisce la trascodifica. WePub lavora così, e Judith mi sembrava perfetto per essere pubblicato in formato elettronico. D¹altro canto mi sembra che, per il momento, in Italia se un libro non approda sulla carta rimane quasi invisibile.
Un consiglio per chi per la prima volta volesse cimentarsi nello scrivere e far pubblicare il suo libro?
Per me la migliore palestra è stata il web, perciò consiglio senz’altro di cercare riviste on-line, blog collettivi (se ancora ne esistono) e forum sulla scrittura, dove ci si possa confrontare.
Leggi la nostra recensione di “Judith” di Filippo Loro