Nel salotto letterario del Salone del Libro l’autrice Maria Pia Veladiano ha risposto alle domande che il gruppo di lettura della Cascina Roccafranca le ha rivolto sul suo ultimo libro Il tempo è un Dio breve, edizioni Einaudi.
Al centro di questo libro, caratterizzato dai sogni e dal colloquio con Dio, c’è la precarietà della vita e la fragilità dell’essere umano nel manifestare le proprie emozioni. Tutto sembra essere debole nella nostra esistenza se non viene ricondotto nella fede e nel rapporto con Dio.
La protagonista è Ildegarda, scrittrice di una rivista cattolica, che racconta in prima persona la sua lotta personale nei confronti della solitudine e della malattia. Abbandonata da un marito incapace di mostrare le proprie emozioni riverserà su Tommaso, il suo unico figlio, le proprie paure e preoccupazioni. Questo figlio, segnato fin dall’infanzia dalla malattia, porterà la madre ad interrogarsi sul male e sul senso della vita.
Sembrano riecheggiare nelle pagine del libro quelle domande senza risposta che tutti ci poniamo: da dove viene il dolore? Perché Dio permette che anche i piccoli soffrano? . In Ildegarda troviamo la speranza nella fede intesa come fiducia nel disegno divino, quella luce che illumina e rischiara il buio delle nostre vite, un anelito verso l’infinito perché il dolore non chiude le nostre vite, ma le trasporta in un’altra dimensione.
In un paesaggio da fiaba, nella notte che precede il Natale, Ildegarda incontrerà l’amore completo, attraverso il quale potrà camminare tra gioie e dolori, confidarsi e condividere le ferite della vita.
Il romanzo è ben costruito oltre che nella struttura anche nel rapporto fra sogno e poesia e nel dialogo con il trascendente e con l’uomo. L’autrice pone una particolare attenzione alle sfumature; le frasi sono spesso brevi per condensare pensieri delicati e profondi. Sembra che vi sia sottotraccia un colloquio fra chi scrive e chi legge; niente viene lasciato al caso, dal paesaggio, descritto con fine minuzia, ai personaggi colti in tutta la loro complessità di creature che devono affrontare ogni giorno i loro drammi.
L’autrice chiude il suo intervento parlando della libertà come risposta alle nostre problematiche e afferma come “solo nella libertà gli uomini possono trovare la risposta alle loro problematiche, mentre la costrizione e la sottomissione nel buio e nel silenzio assordante ostacolano la crescita umana”.