Erika Favaro, scrittrice veneziana, è l’autrice di brillanti commedie romantiche che, mentre indagano tutti gli aspetti dell’amore, non mancano di farci sorridere. E se poi m’innamoro, pazienza è uno dei suoi libri: fresco, allegro e ironico, fa parte della collana di commedie romantiche in ebook Forever che Sperling&Kupfer e Piemme hanno lanciato questa estate.
1. Da dove viene la passione della scrittura e l’ispirazione per storie e romanzi?
Ascolto tanto, non solo le confidenze o le storie che mi vengono raccontate da amici e conoscenti, sono attenta a ciò che dicono le persone in fila all’ufficio postale, in panificio, al parco coi cani… Tutti hanno qualcosa da dire, ed è interessante. Di solito elaboro una situazione del quotidiano, ci metto un bel po’ di fantasia, faccio il gioco del E se invece, pensando a scenari alternativi, e così mi accorgo di avere già una protagonista e un inizio. Da ragazzina tenevo diari (sì, al plurale), uno era destinato a farsi leggere dalla mamma, lo nascondevo ma non troppo, poi ne avevo altri, questi ultimi erano davvero segreti e badavo bene che continuassero a esserlo. L’evoluzione naturale è arrivata nei primi anni del duemila, ho aperto un blog. I miei scritti non erano più privati, ché quando scrivi in internet diventi visibile a tutti, puoi confrontarti. Ho iniziato a scrivere racconti meno chiusi, ho messo più narrazione e fantasia. E se invece aprissi un blog? Mi ha portata alla prima pubblicazione.
- Carlotta, la protagonista di E se poi m’innamoro, pazienza, non è la classica ragazza “bella, brava, buona, in carriera” spesso al centro dei romanzi rosa… Anzi! Afflitta da una pigrizia cronica, fin dalla prime pagine ci stupisce con il suo desiderio di non lavorare…
Prendo molti mezzi pubblici, incontro persone che (come me) al mattino vanno a lavorare presto e alla sera rientrano tardi. Quando ho scritto di Carlotta, sin dalle prime pagine, avevo in mente i visi stanchi, le parole di donne disinnamorate del loro lavoro e inibite dal cambiare perché preoccupate dall’eventualità di trovare di peggio. Carlotta è emersa così, da chiacchiere origliate nei battelli e un po’ di fantasia.
- Di Carlotta restano impresse anche l’ironia, la capacità di avere la battuta sempre pronta, il suo essere buffa suo malgrado, la spiazzante tenera. Cosa accomuna Erika e Carlotta? Cosa invece le divide?
Ho scoperto di far ridere molto tempo fa. Mi era successa una disgrazia (che però, a occhio e croce, non deve essere stata poi così grave, giacché al momento non la ricordo*), la avevo scritta nel blog, giusto per sfogarmi. Mi aspettavo che i lettori mi tornassero indietro con argomenti di sostegno e conforto, sbagliavo. Ridevano tutti. Sono anche tenera, mai di mattina ma lo sono. Con Carlotta condivido anche l’essere brusca, troppo diretta. E no, io non sono pigra, anzi, quando dormo qualche ora in più (e di solito è perché ho sonno in arretrato), mi sento sempre piuttosto in colpa con me stessa.
(*Mi è venuto in mente. Era morto Renato, il mio gerbillo, creatura che (promessa da venditore di gerbilli) sarebbe dovuta morire in sei/otto mesi, e che, invece, si è rivelata essere il gerbillo de Il miglio verde, coprotagonista con il topino Mister Jingles.)
- Pagina dopo pagina ci accorgiamo che Carlotta cresce, affronta le sue paure, trova il suo posto nel mondo: da ragazzina diventa donna. E’ questo il potere dell’amore?
L’amore per se stessa, prima di ogni altra cosa, è il vero potere. Felix, con tutte le imperfezioni del personaggio, è la persona con cui Carlotta percorre un pezzetto di vita, ed è un percorso, appunto, accrescitivo. Ho sempre voluto credere che attiriamo noi il nostro compagno, soprattutto a livello inconscio. E sono un’inguaribile ottimista, credo molto nel cambiamento. Felix è stato stupendo per Carlotta, ma partiva in vantaggio, lei era già sulla strada della crescita, solo che ancora non si era accorta
5. Venezia, città di grande atmosfera, è l’altra grande protagonista del romanzo: Carlotta e Felix aiutano il lettore a conoscerne gli angoli meno turistici e più affascinanti. Da veneziana, quali sono gli aspetti che ama della sua città?
Domanda difficilissima… la verità è che amo tutto di Venezia. Del che mi piace andare in giro in barca l’ho già detto, e non so neanche nuotare. Mi piace la riservatezza, che ancora c’è, nonostante il turismo perenne. Mi piacciono i rumori sordi di quando ci cammino sola di notte ma anche il vociare del mercato. Amo i suoi contrasti, il passare da una calle strettissima, oscura, che odora di muffa, al trovarmi poi, pochissimi passi dopo, in un campo ampio e luminosissimo…
6. Carlotta cita come libro del cuore Piccole donne: condivide questa scelta con la sua protagonista? Quali sono i suoi romanzi preferiti?
Piccole donne è anche tra i miei libri del cuoretto. Nello stesso scaffale tengo Orgoglio e Pregiudizio (Austen), L’amante senza fissa dimora (Fruttero Lucentini), Il teatro di Sabbath (Roth), Questa è l’acqua (Wallace), Eureka Street (McLiam Wilson)… Anche fare le liste di libri è difficile, di sicuro ho lasciato fuori dei fondamentali. Leggo molto contemporaneo e spazio da un genere all’altro. Ho già superato la mia fase classici tutta la vita, ma ogni tanto ne pesco uno. Mi piace moltissimo Palahniuk e provo amore vero per la potenza della scrittura di McCarthy.
7. Sta lavorando a qualche progetto in questo momento?
Ho iniziato a lavorarci il giorno in cui ho consegnato l’ultimo giro di bozze di È una bugia ma ti amo (lo dicevo che non sono pigra), al momento ho l’inizio, la chiusa, una donna e una storia d’amore. L’amore c’è sempre.
8. Ci lascia un messaggio per i nostri lettori, Gli Amanti dei Libri?
Scrivere è bellissimo, spesso formativo, e ci si mette a nudo, e scrivendo storie inventate si scoprono anche prospettive diverse di noi stessi, scrivere è una delle esperienze che tutti dovremmo provare ma, tra leggere e scrivere, il verbo irrinunciabile è di sicuro il primo.