Per quelli della mia generazione Andy Luotto, nato a Boston, è stata l’icona di una televisione tutta italiana, satirica e a tratti improvvisata. Personaggio surreale del programma televisivo, Quelli della notte (1985) condotto da Renzo Arbore, l’attore e cantante, con le sue interpretazioni ha catturato presto l’attenzione di un vasto pubblico.
L’ecletticità degli interessi lo ha portato a sperimentare in diversi campi come quello della cucina. Chef rinomato e Presidente dell’Unione Cuochi Italiani, Luotto ha aperto ristoranti in tutta Italia e ha scritto volumi sempre in chiave ironica. A Ragusa dove lo abbiamo intervistato per gli Amanti dei Libri, ci ha raccontato del suo ultimo libro davanti ad una granita alle mandorle come sanno fare bene solo in Sicilia! La conversazione informale e a tratti esilarante, condotta con il suo tipico accento italo-statunitense, ha toccato non solo i piatti vegani ma anche aneddoti e curiosità di diverso tipo.
Andy Luotto presenta sempre i suoi libri con la divisa da cuoco?
Sono stato invitato A tutto volume per cucinare e per presentare il mio terzo libro di ricette che ho scritto con Federico Quaranta, conduttore di Linea Verde.
Come nasce l’idea di un libro di cucina vegana?
Un libro del genere si fa solo per l’amore di un figlio. Ho un figlio atleta che è diventato vegano. Ho visto che mangiava male, dei papponi praticamente, e ho cominciato a cucinare per lui divertendomi. Poi mi è venuta una folgorazione, ho pensato che metà della cucina italiana è comunque vegana. Il piatto più buono, lo spaghetto al pomodoro, è vegano. La mia ricerca è stata facile, vivendo in questa nazione, anche se non sai cucinare basta affidarsi alle istruzioni che vengono dall’alto ovvero prendi quello che il buon Dio offre in natura, se proprio non vuoi fare il minimo sforzo basta scaldare il piatto con dell’olio, l’Italia abbonda di olio extra vergine di oliva, poi aggiungi sale e pepe ed è facile ottenere un buon risultato.
Non pensa che oggi mangiare vegano sia una moda?
I vegani mangiano male, la cucina è cultura, storia e bellezza. E’ sbagliato rifiutare questa bellezza, se tu vuoi vivere sotto un albero e aspettare che il frutto cada, va bene… mi dispiace per te, ma non impedire a me di fare diversamente dicendo che io creo uno squilibrio nel mondo perché mangio pollo e alici. La maggior parte dei vegani dice che la loro è una scelta etica che salva il mondo. Adesso cominciano a mangiare anche il pesce e le uova ma si rifiutano di mangiare il miele per esempio e questo trovo che sia strano. Alcuni vegani ce l’hanno con me, dicono tu predichi bene e razzoli male: non sono d’accordo, il mio è un gesto d’amore per un figlio e chi vuole sedersi a tavola è benvenuto.
Quello che non sopporto davvero è la volgarità che non è data spesso dalle parole ma dalle abitudini. Oggi la volgarità scaturisce, in un gioco di parole, dal cattivo gusto in materia di cibo. Manca una cultura in tal senso e molti finiscono per ingurgitare cibo spazzatura. Questo capita perché vengono sempre meno quei rituali alimentari legati ad una cultura prettamente italiana, come il pranzo della domenica, che ha preservato per anni la buona tavola.
Mentre ascoltavo le sue parole il mio colpo d’occhio si è soffermato su alcuni particolari, gli originalissimi occhiali e i disegni colorati che uscivano dalla manica della sua giacca rossa da chef. Un radicchio e un carciofo di dimensioni reali occupavano l’intero avambraccio. Forse molti non sanno che Andy Luotto ha il corpo cosparso quasi del tutto di tatuaggi, direi a prima vista una bancarella di frutta e verdura ambulante! Ma non finisce qui, oltre agli ortaggi, peperoni, pomodori, zucchine, asparagi ed erbe aromatiche di tutti i tipi, ha confessato di avere anche due cacio cavalli tra le gambe, attrazione estiva dei bagnanti. Il suo obiettivo è quello di ricoprirsi tutto il corpo di prodotti culinari. In autunno la pasta la farà da padrone: fusilli, penne, rigatoni, spaghetti e così via per tenere fede alla sua filosofia di vita ribelle e scanzonata.