53 poesie – Piero Ciampi

Titolo: 53 poesie
Autore: Piero Ciampi
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Lamantica edizioni
Genere: Poesia
Pagine: 102

Piero Ciampi è stato il cantautore più immeritatamente emarginato del mondo musicale italiano. Di lui dicevano che era stonato, che scriveva canzoni malinconiche, sgradevoli, popolate di vinti e di infelicità. Gli davano del presuntuoso e dell’antipatico e ai perbenisti e gli ipocriti dava fastidio la sua ubriachezza.

Le invettive del livornese maledetto sono dardi che ancora oggi non fanno prigionieri.

Di Piero Ciampi si è detto troppo e troppo male. Ciampi prima di tutto è stato un poeta. Di sé egli diceva «Sono un poeta». Troppo amava la poesia fino al punto di rivendicarlo come diritto assoluto della sua identità. Lui pretese che la qualifica di poeta finisse anche sul passaporto.

Non ha avuto una vita facile e tranquilla, le sue canzoni irriverenti disturbavano, i suoi versi taglienti e la sua vicenda bizzarra e esistenziale erano considerate scomode e quindi da emarginare.

Piero Ciampi è stato un artista che in vita ha conosciuto una forma malvagia di oblio e di ostracismo.  Questo è capitato spesso a quei pochi grandi poeti che vale la pena ricordare. Ciampi prima di tutto questo era, un grande poeta che non si è mai risparmiato davanti alla vita che lo ha consumato fino alla distruzione.

«Io sono un poeta, sempre anche quando sbaglio lo faccio da poeta. E posso fare e dire quello che mi pare perché sono un poeta».

Prima o poi con questo grande e incompreso genio bisogna fare i conti. La voce indimenticata del livornese Piero Ciampi oggi ritorna grazie a Lamantica edizioni.

La piccola casa editrice bresciana (http://www.lamantica.it/), fondata da Giovanni Peli, ripubblica 53 poesie, la raccolta poetica di Ciampi ormai da tempo fuori catalogo. La prima edizione è del 1973 e la pubblicò la RCA.

Oggi torna in un volume elegante a cura Enrico De Angelis e con un’introduzione di Diego Bertelli.

Un’ occasione per rileggere la sua travagliata e inquieta vicenda esistenziale che è stata sempre il centro della sua vita d’artista.

«Le 53 poesie– scrive Bertelli come il resto della sua opera, sono espressione di quello che ha provato, sentito, vissuto. Tutto ciò senza la posa compiaciuta di un certo tipo di letterato. Se di stile possiamo e dobbiamo parlare, esso risponde in prima istanza a regole interne più che inserirsi nel solco di una tradizione specifica».

Ciampi considerava le sue poesie – canzoni un’alternativa al delitto. Egli canta perché non vuole ammazzare. Ma canta soprattutto perché una sera ha visto Montand che ha fatto uno spettacolo con un bastone e un pianoforte.

Di questo poeta e di questo straordinario e scomodo cantore è rimasto poco e la sua grandezza irriverente è stata dolosamente dispersa.

La sua voce macerata, il timbro roco e fondo delle sue parole assassinate dall’alcol, la sua insolenza euforica e capricciosa, sono qui nelle sue ballate disperate di malinconia che raccontano la sua esistenza eccentrica di uomo e poeta estremo che ha vissuto nella consapevolezza che non sarebbe mai sfuggito al destino passionale del suo autodistruggersi.

Piero Ciampi aveva tutte le carte in regola per essere un artista e soprattutto per essere un poeta autentico che durante la sua breve esistenza ha diviso la sua cena e la sua fame con pittori ciechi, musicisti sordi, giocatori sfortunati, scrittori monchi.

Carmelo Bene quando morì Piero Ciampi scrisse: «Come al solito, scompare una delle persone eccezionali che abbiamo e ci si accorge di lui troppo tardi».

Con lui se ne è andato un poeta che aveva scavato come pochi nella disperazione e nel disincanto della vita, intuendo che essa è una cosa che prende, porta e spedisce.

Un poeta bohème e inattuale che ancora oggi ci lascia addosso un appassionato senso di malinconia e inquietudine tutto da ascoltare, da leggere e da capire una volta per tutte.

«Tu / spiegandomi / che la vita / è una cosa / seria / mi implorasti / di ignorare / il tuo pensiero».

Teniamocele strette al cuore queste 53 poesie di Piero Ciampi, il poeta che viveva male la sua vita ma lo faceva con tanto amore.

 

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