Tutti sanno – Jordan Harper

Tratti spigolosi da intellettuale e un caschetto alla Lulu. Così incontriamo Mae Pruett, principale protagonista di questo thriller strepitoso e magistralmente tradotto da Giovanni Zucca, con spasmodica attenzione e intelligente fatica intellettuale. Ma chi è Mae e cosa ci fa a Los Angeles?

“Vent’anni prima. Una bambina di dodici anni seduta su un letto a Monett, nel Missouri. Ha occhi grandi e verdi. Si chiama Amanda Mae Pruett. Odia quel posto. Vorrebbe solo essere altrove, non importa dove.

A volte papà la porta a sparare. Le armi la spaventano…” (pag. 31)

Eppure, nel profondo, Mae è una guerriera, un proiettile, come lei stessa si definirà a un certo punto del racconto. Lavora alla Mitnick & Associates, forse la maggiore agenzia di pubbliche relazioni di Los Angeles, di quelle che salvano le chiappe a divi di Hollywood, a personaggi famosi – non importa che mestiere facciano – a politici e faccendieri che si siano cacciati in qualche brutta storia e ne vogliano uscire puliti. I tipi della Mitnick sanno quali leve muovere, quali agenzie di stampa contattare, quali giornalisti manipolare, per non parlare dei social. Perché, come Dan Henningan capo diretto di Mae le ha insegnato: la verità non conta. È la menzogna a essere efficace se consente alle persone di fare quello che vogliono. Un mestiere davvero sporco il loro, ma strapagato e adrenalinico. Un mestiere che ha a che fare con la manipolazione della realtà e della verità a vantaggio del miglior offerente – in genere il cliente di turno, ricco sfondato – e che si avvale inoltre di un’altra società privata, le Black Guards, ex-poliziotti usati per ripulire le scene del crimine, far sparire le prove compromettenti e magari le persone scomode. 

Mae è bravissima e molto apprezzata non solo dai clienti – si occupa in particolare dei giovani divi dell’Industria (lo show business di Hollywood) – ma anche dal grande capo dell’azienda – della Bestia, come viene definita – il sessantenne Cyrus. Finché un giorno il suo superiore diretto, Dan, le propone di unirsi a lui: per le mani ha qualcosa di scottante che li renderà ricchi e liberi di creare la loro agenzia. Decidono per un ulteriore incontro in un hotel del Sunset Boulevard, ma quando arriva, Mae scopre che Dan è stato ammazzato nella sua auto. Il suo omicida, o presunto tale, il giovane John Montez, viene a sua volta steso dal poliziotto Woodstock il quale ha ricevuto la dritta su dove beccarlo da un certo Kevin Baldassarre che vive insieme a Katherine, l’ultima amante del super infedele Dan. Mae si rivolge allora al suo ex, Chris Tamburro membro delle Black Guards perché teme di essere lei stessa in pericolo e perché nulla la convince in questa storia. Insieme scoperchieranno un pozzo di inganni e menzogne, una putrida cloaca che interessa cinema e politica passando per la pedopornofilia e la morte per droga di giovani attori e attrici.

Purtroppo è difficile non credere a quanto Jordan Harper racconta perché lo vediamo accadere ogni giorno: la manipolazione della realtà, la fake news, i trucchi fotografici sono ormai il pane quotidiano a ogni latitudine, una spaventosa manifestazione della capacità di pochi di confondere le masse e condizionare l’opinione pubblica. Harper ha il dono di presentare la sua storia con un ritmo da capogiro, battute sferzanti e nessun tempo morto. Vinceranno i buoni, alla fine? Chissà. E qualora accadesse, chi non ci dice che non si tratti dell’ennesimo gioco di prestigio?