Lo spazio dell’immaginazione – Ian McEwan

Titolo: Lo spazio dell'immaginazione. Riflessioni sul saggio di George Orwell Nel Ventre della balena
Autore: McEwan Ian
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Einaudi
Genere: saggio
Traduttore: Susanna Basso
Pagine: 45
Prezzo: € 12,00

George Orwell, il suo vero nome era Eric Blair, lo conosciamo per due romanzi, La fattoria degli animali e il profetico 1984.

Il primo è una favola, una satira grottesca della rivoluzione che si trasforma in dittatura. una critica spietata al sistema del totalitarismo.

I maiali che conquistano il potere e coniano il celebre slogan “tutti gli animali sono uguali, alcuni più uguali degli altri”.

1984 è una profetica utopia negativa che ci riporta ai nostri giorni. Orwell in quel romanzo ci racconta un mondo futuro dove il totalitarismo domina gli individui e li priva della loro esistenza individuale. L’invenzione malvagia è il Grande Fratello, il dittatore che controlla i sudditi con un invadente presenza, entra nelle loro vite con il pensiero doppio e il bipensiero che operano il lavaggio dei cervelli e l’omologazione delle coscienze. 1984 è l’oggi che viviamo.

George Orwell è uno dei più grandi scrittori politici del Novecento, un uomo in rivolta che si è schierato sempre dalla parte della libertà, uno scrittore libertario che ha combattuto le prepotenze e le arrogante del pensiero forte dei totalitarismi.

La fattoria degli animali è una denuncia del totalitarismo in generale. In realtà Orwell aveva in mente Stalin e la Russia Sovietica.

Il romanzo fu scritto negli anni della seconda guerra mondiale, per non offendere gli alleati russi dovette attendere più di un anno per essere pubblicato.

Anche 1984, romanzo scritto nei primi anni della Guerra Fredda, esprimeva il timore che l’Unione Sovietica arrivasse a dominare il mondo.

Orwell fu definito un reazionario e nemico della rivoluzione.

Lo scrittore è stato un appassionato antifascista che prima di tutti aveva denunciato gli orrori di Stalin e del comunismo e la pericolosa degenerazione dell’ideologia.

Orwell da sinistra critica le perversioni liberticide del comunismo sovietico, lo fece con determinazione e lucidità

La disillusione sul comunismo la provò sulla sua pelle durante la guerra civile spagnola, a cui lo scrittore partecipò aderendo a una brigata anarchico – marxista. Subì le prevaricazioni dei membri comunisti, che non si fecero scrupoli nell’usare violenza per l’affermazione della causa bolscevica, mettendo in second’ordine la vittoria repubblicana.

Orwell raccontò tutto questo in Omaggio alla Catalogna.

Oltre che romanziere, lo scrittore era un pregevole saggista e autore di pamphlet scomodi e libertari.

Convinto fautore di un socialismo democratico e liberale ha sempre scritto contro l’idea di totalitarismo e contro quella sinistra salottiera, colpevole di essere stata antifascista senza essere mai antitotalitaria.

«Orwell – scrive Sergio Perosa nell’introduzione a Nel ventre della balena e altri saggi – divenne quindi una sorta di scomoda e imbarazzante  coscienza critica della sinistra e del Novecento, un accusatore del suo snobismo e strabismo intellettuale, incapace di intendere quel che avviene o cosa significhino le esperienze reali; un accusatore della “ mente grammofono” che ripete il ritornello inceppato, di troppi liberali e socialisti, rinnegati per quieto vivere, viltà intellettuale, autocensura, stanca ortodossia, poco interesse alla libertà, pacifisti a senso unico».

Nei suoi scritti politici non mancano critiche feroci anche al capitalismo, alla schiavitù dal denaro e alle ossessioni dei consumi.

A Orwell Ian McEwan dedica un libro. Lo spazio dell’immaginazione è un breve saggio in cui lo scrittore inglese si occupa di uno degli autori più politicamente impegnati del Novecento e partendo da una serie di riflessioni su Nel ventre della balena affronta il tema della responsabilità dello scrittore.

«La prima cosa che chiediamo a uno scrittore è che non racconti menzogne, ma che dica ciò che realmente pensa, ciò che realmente prova».

Orwell coinvolto con la militanza in una battaglia di civiltà non si sottrae al suo impegno civile e con coraggio non smette di lottare e si espone in prima persona.

McEwan nel suo libro parla di Albert Camus e di Italo Calvino, scrittori che come Orwell avrebbero dedicato la loro carriera a riflettere sul rapporto tra pensiero politico e narrativa.

Perché lo scrittore non deve sottarsi all’urgenza del suo tempo e deve lottare mostrando sempre la propria coscienza. Questa è la responsabilità dello scrittore.

«Di questi tempi, – scrive McEwan – gli scrittori hanno molte buone ragioni per lasciare il ventre della balena e l’antica domanda rimane valida: com’è possibile farlo con successo?».

Oggi più che mai lo scrittore deve  guardare  con coraggio all’esempio di Orwell e staccarsi dal comodo ventre della balena per nuotare in una realtà di catastrofi, perché la libertà di pensiero è in pericolo e la libertà di espressione sta diventando un privilegio di pochi

Orwell è un umanista che si professa pessimista sul futuro. In completa solitudine continuò a battersi fino alla fine contro il pensiero deviato e opprimente delle storture ideologiche.

Un autentico socialista libertario che con le parole ha raccontato il mondo, combattuto le reticenze e le omissioni del potere, le bugie della storia, le menzogne dell’ideologia, sempre schierandosi dalla parte dell’uomo e del libero pensiero.

Uno scrittore vero non deve perdere di vista il lusso della solitudine, altrimenti la balena vincerà sempre.

 

 

 

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