
Autore: daniele titta
Data di pubbl.: 2015
Casa Editrice: CasaSirio editore
Genere: horror
Pagine: 202
Prezzo: 13,00
Cosa può accadere ad un uomo che, per lungo tempo, si è lasciato corrompere dalla sua avidità e dalla sua sete di potere, entrato in una scuola abbandonata che è divenuta il rifugio per una sorta di divinità lovecraftiana?
E se sulla terra scoppiasse una terribile epidemia, gli esseri umani, che oggi si ritengono così evoluti e saggi, sarebbero ancora in grado di mantenere la propria umanità e provare ancora sentimenti come amore o senso dell’amicizia?
Dieci racconti in cui demoni, malattie, divinità oscure e incubi la fanno da padrone, ricchi di spunti di riflessione e in grado di affascinare e terrorizzare l’incauto lettore.
“Il nostro capo aveva sentito delle chiacchere in merito a furtivi movimenti notturni tra un edificio e l’altro, ma aveva lo stesso deciso di partecipare alla gara d’appalto e l’aveva vinta, applicando un ribasso al limite del legale. Il mio compito era controllare i sistemi di aereazione. Depurarli, sotituire le griglie, montare i condizionatori e supervisionare gli scarichi. Un tempo quel posto era stato un manicomio, ma ora il sindaco intendeva dargli una ripulita e farlo diventare un polo medico multifunzionale entro il giorno delle elezioni. Santa Maria della Pietà, a metà strada tra Forte dei Boschi e Monte Mario, voci di elettroshock dimenticate dalla nuova generazione in fila alla Snai, echi di camicie forzate, di pazienti scomparsi nel nulla.” ( Ballando sulle Rovine, pag. 71)
Riuscire a catturare alcuni frammenti di incubo e trasformarli in parole non è impresa facile, ma il giovane e talentuoso Daniele Titta, già noto per il discreto successo riscosso nel 2011 con il romanzo Tracce di Memoria (finalista del premio Urania nello stesso anno di edizione), ci è riuscito in pieno.
Sempre meglio della realtà è una raccolta di dieci racconti che, sotto lo sguardo incredulo del lettore, frugano con prepotenza nelle pieghe del possibile e portano alla luce quei mostri ciechi che si annidano proprio nei nostri incubi. Ma la bravura di Titta non si limita solo alla grande capacità inventiva, proseguendo con uno stile unico e raro per la sua spontaneità (nessuno dei racconti presenta tracce o elementi che possano renderlo “pesante” alla lettura) e a una capacità descrittoria inquietantemente ricca e dettagliata.
La narrativa del genere Horror italiana ha un nuovo (ed è meritatissimo questo titolo) e validissimo esponente che, sono sicuro, non smetterà di stupirci anche in futuro.