Magonza è una nuova avventura editoriale orientata a captare i segnali della contemporaneità per tradurli in pagine fornendo un contributo professionale e di creazione basato sull’assioma che per tre punti non allineati nello spazio passa un solo piano. Dopo Gutenberg ogni libro passa per Magonza.
Come è nato il vostro progetto editoriale e da cosa deriva il vostro nome?
Il nostro nome deriva dalla città tedesca dove è nata la stampa a caratteri mobili. Il nostro progetto nasce a Settembre 2013, dall’idea di tre persone che venivano già da esperienze editoriali. Il nostro obbiettivo è soprattutto dare un servizio agli artisti, sia per quanto riguarda i cataloghi d’arte sia tutto ciò che ruota intorno all’arte di oggi.
Quali progetti avete per il futuro e cosa si sta già realizzando?
Teniamo molto alla nostra rivista Mozart, un quadrimestrale senza pubblicità, stampata in lingua originale con le traduzioni in varie lingue a fianco. Per il futuro abbiamo molte cose in cantiere, anche se questo dipende dal nostro comitato scientifico che dà la linea ai nostri progetti. Questa è composta da quattro studiosi: presidente Pietro Bellasi, prof Marco Vallora, il direttore rivista prof. Bruno Corà, Aldo Iori. Solitamente ogni nostro libro parte da zero ed è quindi fine a se stesso ruotando completamente intorno all’artista, ora vorremmo provare a lanciarci in delle collane.
Quali sono le peculiarità della vostra linea editoriale?
La nostra linea editoriale da un’attenzione particolare alla stampa visto che affrontiamo il discorso delle arti visive dove la qualità grafica è molto importante, sempre però nel rispetto dell’artista che stiamo rappresentando. Ci rivolgiamo prettamente a un pubblico attento e amante dell’argomento arte ma anche di quello che ruota intorno al discorso umanistico, dalla fotografia all’antropologia.