Emil Cioran. La filosofia come de – fascinazione e la scrittura come terapia -Vincenzo Fiore

Titolo: Emil Cioran
Autore: Vincenzo Fiore
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Nulla die edizioni
Genere: saggistica
Pagine: 187
Prezzo: € 17

Vincenzo Fiore è giovane (appena venticinque anni) ma ha già alle spalle studi filosofici e letterari consolidati.

È autore di due romanzi e di un saggio su Platone, ma la sua grande passione è Emil Cioran.

Allo scrittore franco – romeno ha appena dedicato un libro davvero bello. Emil Cioran. La filosofia come de- fascinazione e la scrittura come terapia (Nulla die edizioni) è un saggio esaustivo, ma è anche una biografia in cui il giovane autore attraversa il pensiero di uno dei più importanti (e per fortuna controversi) pensatori e scrittori del Novecento.

Dall’asistematicità del suo pensiero, che inevitabilmente porta Cioran ad allontanarsi dalla filosofia ufficiale, fino alla scrittura da lui intesa come una terapia che gli permette di andare a vivere in un’esistenza in cui ogni giorno  fa i conti con l’inconveniente della sua stessa nascita.

Sono questi i due capisaldi del pensiero cioraniano che Fiore approfondisce e prende in esame nel suo libro per entrare nel merito di tutte le questioni sviscerate dall’autore di Squartamento nel corso della sua vita di apolide metafisico e della parola.

Considero il saggio del giovane autore avellinese un invito alla lettura approfondito e argomentato di Emil Cioran.

Fiore con una scrittura precisa e chiara  passa in rassegna tutti i temi dell’opera cioraniana: la teologia atea, il suicidio, lo scetticismo,  la libertà, la critica all’utopia e l’affondo sulle ideologie, viste giustamente come le malattie del secolo.

In questo libro, tra biografia e pensiero, c’ è tutto Emil Cioran, logorato dall’insonnia, lucido davanti all’inferno della propria coscienza, l’antiprofeta che nel disincanto uccide tutte le illusioni.

L’uomo degli infiniti paradossi, il pensatore privato che prende la penna quando ha qualcosa da dire, lo scettico per antonomasia che anziché meditare sui problemi, riflette sulle cose.

Ma c’è soprattutto il filosofo asistematico che rifiuta la morale della cattedra  (da lui definita la morte della filosofia e la morte di tutto il pensiero vivente) e sposa la filosofia che dovrebbe essere qualcosa che si vive di persona, un esperienza personale.

Non si può capire Emil Cioran senza il suo scetticismo, ovvero un tipo di filosofia pratica e quotidiana volta alla progressiva eliminazione di ogni forma di dogmatismo e ideologia, che ha come scopo la liberazione totale dell’uomo.

In appendice al libro c’è una lettera inedita di Cioran, alcuni ritratti  di Vasco Szinetar, (il fotografo che mise Cioran davanti allo specchio della sua lente,realizzando un’immagine che ci ha dato una storia parallela) e un articolo della giornalista Carol Prunhuber che ha incontrato nel 1982 lo scrittore romeno a Parigi nella sua mansarda.

«Quando Cioran aprì la porta mi sorprese. Mi aspettavo un uomo malinconico, come i suoi scritti, invece era un uomo sorridente e vibrante che ci invitava a entrare. Ciò che mi colpiva di più di Cioran era il paradosso dell’uomo dell’angoscia, del cafard, della noia e, contemporaneamente, dell’uomo pieno di vitalità, compassionevole, che rideva a crepapelle». Questo e molto altro ancora era Emil Cioran,  essere pensante che si riflette senza mai specchiarsi nelle contraddizioni dei suoi paradossi.

Ci sono infiniti motivi per leggere il bel libro di Vincenzo Fiore. Se conosci e ami Cioran, ti fa venire voglia di rileggerlo.
Se Cioran non lo conosci, ti conduce con grande suggestione verso la sua scoperta. Buona lettura.

 

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