Autore: Silvia Truzzi
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: Longanesi
Genere: narrativa epica
Pagine: 300
Prezzo: 16,40 €
Margherita è una giovane donna brillante, intelligente e bella. Di buona famiglia, ha una carriera ben avviata ed è nel pieno della vita, eppure è profondamente infelice. Non ha ancora superato la morte dell’amato padre, scomparso da otto anni, ed è rimasta ferita dall’abbandono del fidanzato Francesco che, con un semplice Non so se ti amo più l’ha lasciata da un giorno all’altro. Con il cuore in pezzi, complice qualche bicchiere di troppo, Margherita ha un grave incidente d’auto e si risveglia all’ospedale dove, dopo una serie di interventi, si rimetterà in sesto. Durante la lunga degenza incontra Anna, un’ultrasettantenne sopra le righe che, nonostante la durezza delle prove che ha dovuto superare nella vita, ha mantenuto uno spirito fiero e un’indomabile gioia di vivere. Il segreto di tanta vitalità è un amore misterioso, un innamorato dal quale continua a riceve ogni settimana lettere appassionate.
Margherita e Anna rappresentano quanto di più lontano possa esistere e se non fossero state costrette a convivere in una stanza d’ospedale probabilmente non si sarebbero mai conosciute eppure, dopo gli iniziali contrasti, tra le due nasce un’amicizia forte e sincera che cambierà per sempre le loro vite.
“La vita è lunga e bisogna dividerla con qualcuno che sta dalla tua parte, che ti aiuta, che vuole tutto il bene per te.”(p. 269)
Fai piano quando torni è un romanzo tutto al femminile, a partire dall’autrice fino alle protagoniste principali. Margherita e Anna rappresentano due mondi agli antipodi, due sguardi diversi con cui guardare la vita: dagli occhi di Anna emerge uno spirito indomito che, nonostante le difficoltà, non manca di colpire l’interlocutore. Lo sguardo di Margherita invece è carico di rabbia per la compassione con cui viene trattata dalla madre e dai medici. Margherita è legata al suo doloroso passato e non riesce a guardare con gioia e fiducia al futuro: “Il muro chiamato futuro sarà pure molto figo in una poesia, ma nella vita è una gran scocciatura” (p. 48). Sarà l’eccentrica signora Anna con i suoi racconti e la sua originalità a mostrarle quanto è preziosa la vita, e quanto sia importante lottare per la nostra felicità.
“Sinceramente, non mi capacitavo di come l’unica mia fonte di felicità fosse diventata un’improbabile vecchia, molto poco glamour, che conoscevo da poche settimane. Ma era così, semplicemente così.” (p. 126)
L’amicizia è un potente antidoto al dolore, la miglior cura alle inquietudini della vita e questo romanzo è un sicuramente inno all’amicizia e alla fiducia nel prossimo, a discapito delle differenze di età o di condizione sociale. Silvia Truzzi, autrice che sarà presente al Festiva di Ragusa A tutto volume, ci regala una storia intensa e profonda, nelle quali spicca una grande capacità di introspezione che emerge nella complessità del personaggio di Margherita che, a discapito delle oggettive qualità e fortune, persevera nel suo dolore ostinato, si crogiola nella nostalgia, ha paura di vivere: “Tu non sai tanto stare al mondo”, le dice Anna, “Tu pensi sempre alle stesse cose. Pensi che la tua vita non ha senso senza quel Francesco. Che tutto fa schifo. Tua madre, non parliamone. Sai solo star male. Ma guarda che star bene è più difficile che star male.” (p. 70) L’invadente Anna, che ha sudato con fatica ogni conquista della sua vita, diventerà inaspettatamente la sua fonte di felicità, la presenza capace di cambiare l’esistenza di Margherita. Silvia Truzzi dipinge dei personaggi profondamente umani, in balia di sentimenti, debolezze, paure, capaci di emozionare il lettore.
Fai piano quando torni è un romanzo intenso, coinvolgente, profondo, molto piacevole. Una storia che con delicatezza racconta le nostre paure, le difficoltà del quotidiano, i nostri grandi, piccoli problemi. Profondità, sensibilità, ma anche una buona dose di ironia: sono questi gli ingredienti della storia, e sono le qualità che ognuno di noi deve mettere in campo per riuscire a ricostruire la propria vita, ricucendo le ferite del passato e rifiorendo più forte di prima.