A tu per tu con… Giovanni Feliciani

Giovanni Feliciani è un vero amante dei libri e della lettura; gran parte della sua vita professionale è stata dedicata allo studio appassionato del Libro in tutte le sue sfaccettature. Laureato in Filosofia e con un Diploma di ricerca nelle Scienze storico-morali, Feliciani è stato libraio, bibliotecario e dal 1999 è direttore editoriale di Bibliosofica, la Casa Editrice da lui stesso fondata. La scrittura rappresenta per lui la realizzazione creativa della sua attività di studioso e ricercatore e il suo ultimo libro Bibliosofia riassume un percorso di circa quarant’anni dedicati allo studio del libro. Ma che cos’è la Bibliosofia? Lo abbiamo chiesto direttamente all’autore.

Dott. Feliciani, vuole raccontarci e descriverci la Bibliosofia?

Ho scritto il libro intitolato Bibliosofia proprio per spiegare ciò che intendo per Scienza del Libro e della Lettura, che riguarda sia la conoscenza dei libri, e del loro contenuto, che la conoscenza tratta dai libri, per arrivare ad una “sapienza” derivata dalla lettura di tutti i libri, anche pochi, che ci interessano, integrata dalle esperienze della vita, con lo scopo di formarsi una propria visione del mondo, della realtà, dell’universo.

Bibliosofia è sicuramente un interessante neologismo che rappresenta un’idea o meglio un sistema di pensiero. Come è nata in lei questa idea? E’ stata un’intuizione o una lenta costruzione nel tempo?

Da sempre ho avuto una grandissima passione per i libri e per la lettura. Ritengo che nel corso del tempo, dopo aver letto migliaia di libri, sia maturato in me non solo il desiderio di scrivere libri sui libri, ma anche di trovare un nome unificante per le varie discipline legate tradizionalmente allo studio dei libri: bibliologia, bibliografia, biblioteconomia. Si è trattato di una intuizione dovuta ad una costante costruzione di conoscenze collegate ai libri.

Il suo è un percorso professionale interamente dedicato al libro. Un inizio come bibliotecario, poi scrittore e direttore di una casa editrice. Vuole descriverci i momenti salienti di questo suo percorso?

Tutti i miei studi e i miei lavori sono legati ai libri. In realtà il mio percorso professionale è nato come libraio, presso la libreria Uscita di Roma, negli anni ’70, mentre ero ancora studente universitario, poi ho vinto un concorso come bibliotecario, quindi mi sono dedicato completamente alla scrittura, creando nel contempo l’attività editoriale.

Se fosse costretto a scegliere, sarebbe un bibliotecario, uno scrittore o un direttore editoriale?

Indubbiamente farei lo scrittore, perché come studioso e ricercatore mi sento appagato nel lavoro creativo; sebbene anche le biblioteche e l’editoria diano grandi soddisfazioni a coloro che vi si dedicano con amore.

La sua casa editrice porta il nome di Bibliosofica, è facile intuirlo, ma qual è la linea editoriale che predilige?

La Bibliosofica è nata nel 1999 per lanciare il mio primo libro: Bìblius. Libro dei libri. Il nome stesso della casa editrice indica che si occupa di testi attinenti a ciò che concerne il Libro in chiave “filosofica”. Oltre a libri sui libri pubblica, quindi, saggi di filosofia, di storia e considerazioni su tematiche di attualità.      

Quale libro del vostro catalogo consiglierebbe a un lettore che ancora non vi conosce?

Naturalmente il mio Bibliosofia, perché esso è la conclusione di un percorso di circa quaranta anni di studi dedicati ai libri, ed è il modo migliore per conoscere sia me che la mia casa editrice.

Quanto è difficile oggi essere un piccolo editore in un panorama editoriale dominato da grandi nomi e portare avanti scelte di qualità più che di mercato?

Ciò che veramente conta è la soddisfazione di aver dato la possibilità agli autori, compreso me stesso, di pubblicare opere, appunto di qualità, che il grande mercato editoriale non avrebbe mai preso in considerazione, in quanto ritenute poco commerciali.

La sua vita trascorsa a stretto contatto con i libri ci esprime la sua passione verso di essi e forse anche verso la loro “fisicità”. Cosa ne pensa degli e-book? Pensa che le “nuove tecnologie” siano una risorsa in più o una minaccia per il libro?

Non c’è nulla che possa sostituire la lieve sensazione tattile del lento sfogliare le pagine di un libro. Qualsiasi altra cosa si possa denominare “libro” è appunto un’altra cosa, e non costituisce una minaccia, bensì soltanto una via parallela, anch’essa utile a diffondere conoscenza.

In Bibliosofia lei scrive: “la Verità non sta in un libro, o in alcuni libri, ma in ciò che si riesce a scoprire in sé stessi dopo aver letto o meditato quei libri che, per vie casuali e misteriose, hanno suscitato interesse e curiosità”.

In verità, la strada maestra da percorrere è quella indicata dagli antichi filosofi: “conoscere sé stessi”. In questo sono utili, ma non indispensabili, anche i libri.

Quali sono stati i libri che hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua esistenza e tramite quali vie sono giunti a lei?

Tutti i libri sono stati importanti per la mia formazione. Da tutti ho sempre tratto qualcosa di utile, a partire dalle favole, proseguendo per i libri di avventure, ed i grandi classici della letteratura, della filosofia e della scienza. Quelli fondamentali sono stati proprio quelli scritti dagli autori più illustri della storia del pensiero. E in questo devo ringraziare i miei genitori e i miei insegnanti di scuola e dell’università, che me li hanno fatti apprezzare.

Prima di salutarci, vuole lasciare un messaggio a tutti noi Amanti dei Libri?

L’amore per i Libri è contagioso. Ogni grande passione va diffusa per il mondo, se essa è in grado di procurare un pizzico di felicità in più per la Vita.

Leggi anche la nostra recensione di “Bibliosofia” di Giovanni Feliciani

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