Autore: Pasini Giuliano
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Time Crime
Genere: Giallo & Thriller
Traduttore: Giuliano Pasini
Pagine: 333
Prezzo: 7.70
Case Rosse è un paesino tra i colli di Modena e Bologna, sede del commissariato più piccolo d’Italia.
Roberto ha accettato il trasferimento in quel luogo sperduto per dimenticare il suo passato a Roma.
Non sempre, però, la vita segue il percorso immaginato e il primo gennaio del 1995 il passato torna a bussare; quello di Roberto, come quello di Case Rosse.
Un pluriomicidio riporta a galla gli incubi che la stele del Prà Grand nasconde e, insieme, rappresenta. Allo stesso tempo i fantasmi di Roberto tornano e con loro la “Danza”, contemporaneamente dono e insostenibile fardello.
E poi Alice, di nuovo a stravolgere la vita del commissario…
Così tutti i pezzi del puzzle della storia di Case Rosse e di Roberto si mescolano tra loro e proprio il protagonista dovrà mettere ordine indagando in un passato che non gli appartiene e in uno che vorrebbe dimenticare.
Tutti i tasselli sveleranno la tragedia che nel 1945 ha donato venti martiri a Case Rosse e quella che nel 1976 ha sconvolto la vita di Roberto.
È arrivato il momento della meritata pace; per le vittime, gli abitanti del paese e Roberto stesso.
Purtroppo il prezzo da pagare è alto e, a volte, la voglia di tornare indietro è troppo forte, tanto che la cosa più semplice sembrerebbe abbandonare tutto e fuggire.
“Venti corpi nella neve” è stato una sorpresa. All’inizio la lettura è quasi un’interpretazione personale; poi, pagina dopo pagina, i vari elementi si uniscono fino a delineare un quadro chiaro che, però, rimane incompleto fino alla fine e si rivela in modo sconvolgente.
Il percorso compiuto da Roberto è accompagnato da quello del lettore: crescita, scoperta, lotta sono i principali elementi che caratterizzano i personaggi e la narrazione ricca di flashback.
Bisogna rendere merito a Giuliano Pasini per lo sfondo storico e sociale che rende la vicenda interessante e crea un legame con l’ambiente e i personaggi. Un bel debutto quello di Pasini che speriamo sia solo l’inizio di una lunga serie di lavori altrettanto appassionanti.
“Che lui si curasse o meno, la Danza si manifestava comunque, improvvisa e incontrollabile. Iniziava sempre con quell’odore di fiori marci che lui associava ai cimiteri nei pomeriggi afosi. Un odore che a poco a poco saturava l’aria. Poi, tutti i muscoli si tendevano. Ogni centimetro del corpo era preda di una tensione parossistica, dolorosa. Anche il viso, tanto che la sua espressione si distorceva.”