Uno stesso libro, con un titolo differente riscuoterebbe lo stesso successo dell’originale? Facciamo un esempio. Un libro come “Cinquanta sfumature di grigio” avrebbe venduto lo stesso numero di copie se si fosse intitolato “L’intrepida studentessa di Vancouver” ? O – restando sul classico – se un certo William Shakespeare avesse deciso per “Una tragedia d’amore nel veronese”, anziché “Giulietta & Romeo”, come sarebbe andata a finire?!
È ovvio che non si possa giudicare un libro dalla copertina ma, è sicuramente altrettanto vero, che la prima cosa che si nota girando tra gli scaffali delle librerie sono proprio loro, i titoli. Recentemente il Giornale della Libreria aveva dedicato un articolo all’importanza della scelta di questi: «I titoli sono senza ombra di dubbio uno dei fattori più importanti nel determinare il processo di acquisto, soprattutto nella fase decisionale di un acquirente ancora incerto. […] Un titolo efficace può decretare il successo di un libro e, al contrario, un titolo debole può compromettere la riuscita in termini commerciali anche di un libro bellissimo. Per questo è una scelta che spetta all’editore, gli autori infatti spesso non hanno chiare le dinamiche commerciali e devono affidarsi all’intuito e all’esperienza di chi pubblica».
E allora non resta che chiedersi se copiare da un successo, non possa portare bene in editoria. Probabilmente sì, almeno a giudicare dalla prolificazione di titoli molto simili tra loro che non può essere sfuggita a chi frequenta, per diletto o per lavoro, le librerie. Per capire la dimensione del fenomeno, un recente articolo apparso su Vulture fa encomiabilmente il punto sulla questione dei titoli derivati dalla trilogia di Stieg Larsson (The Girl With the Dragon Tattoo, The Girl Who Played With Fire e The Girl Who Kicked the Hornet’s Nest). Dopo il boom editoriale del 2009, il numero di titoli ispirati al meme «The Girl Who…» è cresciuto a dismisura anno dopo anno, svincolandosi dal thriller e, cosa interessante, adattato anche a libri per ragazzi. Ecco i numeri: nel 2010 sono stati 11, nel 2011 sono saliti a 16, nel 2012 sono diventati 19 e nel 2013 esplodono a 36…e in questo inizio 2014 siamo già a 9!
Ma tornando in Italia, non possiamo che riflettere sulle tendenze della titolistica degli ultimi anni. Pensate solo a tutti i titoli ispirati ai «profumi» – Il profumo delle foglie di limone (Garzanti), Il profumo delle foglie del tè e dell’amore (Newton Compton), Profumo di spezie proibite (Piemme), Il profumo dello zucchero a velo (Newton Compton), Il profumo dei fiori in Iraq (Newton Compton) – o a quelli ispirati alla «cucina» – La scuola degli ingredienti segreti (Garzanti), Gli ingredienti segreti dell’amore (Feltrinelli), La collezionista di ricette segrete (Newton Compton), La cucina degli ingredienti magici (Corbaccio), Il gusto proibito dello zenzero (Garzanti), Il gusto proibito della cannella (Newton Compton) e Il gusto segreto del cioccolato amaro (Sperling & Kupfer) – e questi sono solo alcuni titoli.
Non per essere riduzionisti ma, a questo punto.. dimmi come ti intitoli e ti dirò se sarai un successo!