Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico – Luis Sepùlveda

Titolo: Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
Autore: Sepulveda Luis
Genere: Bambini e ragazzi, Narrativa
Traduttore: Ilide Carmignani
Pagine: 98
Prezzo: 10.00 €

 

“Max si prendeva cura di Mix,
e Mix si prendeva cura della dispensa perché i topi non si avvicinassero alla scatola di cereali al cioccolato, i preferiti di Max”

Semplice perfezione, penso che non si debba aggiungere altro. In questa breve storia Luis Sepùlveda riesce a rendere concrete  grandi virtù come la sincerità, l’amicizia e la capacità di aiutare il prossimo, raccontando le vicende di Max, ragazzo voglioso di indipendenza e padrone di Mix, un elegante gatto nero che farà amicizia con Mex, un topolino messicano furbo, ma come dice lo stesso topo anche vigliacco.

La semplice perfezione si trova in ogni pagina: questa storia innocente ha la capacità di raccontare legami unici tra esseri profondamente diversi. Il gatto Mix, ormai vecchio, diventa cieco, ma non perde la voglia di essere gatto, ovvero la volontà di girovagare e sentirsi padrone del quartiere. Ciò sarà possibile grazie all’aiuto del topo Mex, che diventerà la vista e la guida per Mix. Questo è solo un esempio di come Max e Mix, e Mix e Mex, rappresentino il complementare l’uno dell’altro. Quella parte che manca per raggiungere l’intero, si direbbe in algebra, qui è ciò che manca per stare bene con sé stessi e con gli altri.

L’amicizia sta alla base di tutte le vicende raccontate da Sepùlveda ed è un aspetto che l’autore sottolinea ripetendo, sempre in modo originale e mai banale, in ogni capitolo, cosa caratterizza in realtà il rapporto tra amici. Ecco alcuni di questi passi:

“Un amico capisce i limiti dell’altro e lo aiuta”; “I veri amici condividono anche il silenzio”; “I veri amici si prendono cura l’uno dell’altro”.

Questo libricino è semplicemente perfetto anche perché leggendolo ci si sente un po’ bambini, capaci di credere ad un legame tra gatto e topo dopo che la consuetudine ci ha imposto al contrario. Non si distinguono più i ruoli di padrone, di animale domestico e di animaletto di disturbo, ma il tutto è una famiglia in cui ci si  aiuta a vicenda senza superare quel limite che segna la perdita della personalità, ovvero il topo sarà sempre un piccolo roditore affamato e il gatto resterà un elegante felino padrone del proprio ambiente.

A fine libro l’autore spiega la propria passione verso il gatto e ci fa capire perché, sia in questo libro che nella “Storia di una gabbanella e del gatto che le insegnò a volare” , appaia sempre come il protagonista leale e premuroso.

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Dario Ingargiola

Mi sono laureato presso Il Politecnico di Milano in Ingegneria Meccanica e ora mi sto specializzando in Ingegneria Gestionale. Tutta questa ingegneria mi ha somministrato una dose esagerata di numeri ed equazioni ed è per questo che, ormai esausto ed oberato da calcoli e teoremi, mi sono avvicinato al mondo della lettura, delle parole e dei libri. Per Gli Amanti dei Libri mi occupo di libri con tematiche legate allo sport.

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