Serge – Yasmina Reza

Titolo: Serge
Autore: Yasmina Reza
Data di pubbl.: 2022
Casa Editrice: Adelphi
Genere: Narrativa
Traduttore: Daniela Salomoni
Pagine: 186
Prezzo: € 19,00

Spietata, crudele, implacabile, scorretta, non conforme, sincera, realista, disincantata e soprattutto ironica e apocalittica.

Stiamo parlando di Yasmina Reza, un grande talento della letteratura che ha il coraggio di scrivere sul mondo tutto quello che pensa senza alcuna mediazione, non avendo rispetto ma solo ironia  per questo disumano inferno dei viventi del quale facciamo tutti parte («Il massimo dell’allegria è andato. Ma possiamo ancora ridere»).

Anche in Serge, l’ultimo romanzo appena pubblicato da Adelphi, la scrittrice fa saltare il banco e mette in campo sulla condizione umana una crudeltà vera che spiazza ogni cosa.

Reza ci inchioda senza nessun distacco, pugnala tutta l’insensatezza e il vuoto dei nostri comportamenti e sconfessa le ipocrite dinamiche relazionali immerse nel liquido amniotico di un vuoto che ci sta conducendo all’estinzione.

Mentre leggiamo le disavventure tragicomiche della famiglia Popper, Yasmina Reza ci scortica mette a dura prova la nostra pazienza.

Se non siete benpensanti avrete da questo romanzo un profondo giovamento interiore.

Se invece siete moralisti e vi disturba lo scandalo è meglio lasciar perdere questo libro.

Nel cuore di una famiglia ebraica la scrittrice tesse la trama dissacrante del suo romanzo.

Serge, il protagonista, è uno dei tre fratelli. Un misto di scorrettezza e cialtroneria blasfema. Poi ci sono Nana, moralista e bacchettona e Jean, il narratore, che subisce sempre le influenze del fratello maggiore.

Una famiglia difficile, persa nei suoi vuoti e nelle sue incomprensioni.

I tre ragazzi Popper arriveranno alla resa dei conti durante un viaggio ad Auschwitz.

Con una scrittura corrosiva, Yasmina Rezza interviene nelle dinamiche tra i fratelli e spara a zero su tutti i drammi del nostro tempo, dissacrando la memoria e il suo feticismo e il sacrilegio dei viaggi turistici in un campo di concentramento, è spietata e crudele sulla lezione dell’orrore e sul nostro tempo, imbalsamato nei confini di una morale convenzionale e dei suoi luoghi comuni.

Senza nessun distacco, Yasmina Reza è geniale nel non aver rispetto per niente. Mette in discussione ogni cosa del suo tempo, anche il vuoto che assedia le nostre esistenze, rappresentate metaforicamente dai fratelli Popper.

Serge è un romanzo urticante e Yasmina Reza, come Thomas Bernhard e Michel Houllebecq, sa essere disturbante e irriverente nel far cadere i suoi colpi d’ascia sulle ragioni inevitabili del nostro umano annientamento.

Che cosa vuol dire vivere? Che cosa vuol dire morire? Senza fare sconti è implacabile nell’abbattere il sistema, è crudele nell’aprirci gli occhi sull’ illusione più grande che coltiviamo: «Tutti crediamo che esista un posto migliore».

Yasmina Reza mette a nudo i lati comici di questo nostro tempo. Con una straordinaria furia iconoclasta dissacra tutto del nostro modo di stare in questo mondo.

«In un’epoca dove sempre più si restringe il campo delle cose di cui si può ridere –  scrive Franz – Olivier Giesbert – Reza non rispetta niente: né la famiglia, né il matrimonio, né la donna, né il cancro, e nemmeno, sacrilegio!, i viaggi “turistici” ad Auschiwitz».

Teniamoceli stretti gli scrittori che non hanno rispetto per niente, che non amano giocare con le carte segnate e bluffare. Leggiamo gli scrittori che non si tirano indietro come Yasmina Reza. Nelle sue pagine incendiarie ha il coraggio di macchiarsi di sangue e di vita.

 

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