Autore: Pacifico Francesco
Data di pubbl.: 2012
Casa Editrice: Minimum fax editore
Genere: Manuali
Pagine: 240
Prezzo: 10
Francesco Pacifico scrittore e traduttore spicca per velocità, arguzia, ironia e intelligenza in questo piccolo manuale non solo di scrittura, ma anche di lettura creativa. Sì, perché ci apre prospettive nuove nell’approccio ai “classici”, quelli che a volte ci fanno paura, quelli che percepiamo come sfide che non siamo attrezzati ad affrontare, quelli che sono “troppa roba” per le nostre vite a tempo ridotto. E l’idea di mettersi un’estate in veranda a leggere Proust rimane, per l’appunto, una bella idea.
Pacifico, però, ci svela un segreto: non è necessario leggere l’opera omnia di Proust o Virginia Woolf per poter arrivare a comprendere i meccanismi sottili e geniali che muovono la loro narrazione. Alle volte basta un romanzo, altre un racconto, altre ancora una pagina sola perché nella parte, per quanto piccolissima, c’è un rimando al tutto. E allora ecco che ne Gli accoppiamenti giudiziosi di Gadda si trova l’intero Gadda che pare seguire incontrovertibili leggi della fisica e “s’impasta le mani quasi obbedendo ai principi della dodecafonia”. E se si vuole imparare chi è e come deve essere il vero protagonista di un romanzo c’è Nabokov e il suo Pnin. Da Pirandello apprendiamo invece come si maneggiano le idee e le astrazioni e come l’abile gioco delle metafore nel loro incastro possa presentarci alla fine la verità di un uomo. Qualche pagina di Svevo ci racconta tutto sulla stranezza delle relazioni umane piene di paradossi, ma gli altri, oltre che strani, possono anche essere delle splendide risorse da utilizzare quando si scrive, specialmente se sono imparentati col protagonista: questa è la linea perseguita da Bernhard. Kafka ci svela l’essenza intima di un personaggio, mentre i paesaggi esteriori ed interiori e il loro trasformarsi l’uno nell’altro nell’eco sottile che li lega sono appannaggio di Camus e ce ne rendiamo conto leggendo poche righe de Lo Straniero.
Pacifico analizza un totale di trentasette “passaggi” celebri riprendendo quella che si rivelò un’idea vincente su minima et moralia, il blog di Minimum Fax. I lettori trovavano questi pezzi di classici riportati da Pacifico ed erano invitati a “rubarli” e ad adattarli ai nostri tempi. Il “classico”, alla fine, non è altro che un evergreen, poco importa se la Prospettiva Nevskij di Gogol diventa Piazza San Babila a Milano: si parla sempre delle stesse cose. Per questo Pacifico titola rubrica e manuale Seminario sui luoghi comuni.
Scrive Pacifico: “La scrittura è come uno strumento musicale di legno. Serve un buon legno, per avere un bel suono. Hai delle melodie in testa, che sono le storie della tua vita, ma la devi suonare con uno strumento: la tua lingua, la sintassi, un lessico…. Devi fabbricarti lo strumento da solo, con il legno giusto, andandotelo a cercare nei boschi della grande letteratura, trovando gli alberi giusti, i classici giusti”.
Un libro questo che se non dovete fare una recensione come me, consiglio di leggere con calma, al ritmo di un capitoletto al giorno, facendo tutti gli esperimenti possibili. Se non riuscirete nell’intento di affermarvi come scrittori, ottimi lettori lo diventerete senz’altro.