
Data di pubbl.: 2025
Pagine: 194
Prezzo: € 16,00
“La prima domanda che mi sono fatto è stata: che cosa sognavo a diciott’anni, nell’intervallo a scuola? Ero sicuro di ricordare la risposta? Ci ho pensato per giorni.”
Parte così l’amarcord del protagonista Jacopo De Mei, appena premiato come sceneggiatore con il David di Donatello, molto tempo dopo quel mese di maggio del 1996, ultimo anno del liceo classico. Un mese di svolta, di novità, di meraviglie, di cambiamenti radicali. Un mese, insieme a quelli successivi alla maturità e poi l’inizio dell’università, che gli ha cambiato la vita. Jacopo, ormai adulto, lo rievoca con infinita e pungente ironia, con una malinconica dolcezza. A scatenare l’onda dei ricordi un messaggio da una figura di quel lontano passato, una figura cardine nella sua giovane vita di allora.
“Quel piovosissimo mese di maggio” del 1996 a Torino, Jacopo deve affrontare un numero incredibile di prove di cui la maturità è solo l’ultima. Prove per le quali non lo ha ‘attrezzato’ la famiglia e neppure il suo carattere; un carattere schivo, che tende a procrastinare ciò che non riesce a fronteggiare, un carattere da vero, inguaribile sognatore. Il suo compagno di banco, unico vero amico e antagonista, Alberto – splendidi gli scambi fra loro – vuole trascinarlo alla finale di Champions League a Roma dove la Juventus, la loro squadra del cuore, sfida l’Ajax con grandi speranze di vittoria; per la terza volta, Jacopo dovrà cercare di superare l’esame di pratica per ottenere la patente di guida; la sua adorata nonna, da anni malata di una forma di demenza, sta per morire; le interrogazioni in classe si susseguono in previsione dell’esame finale con esiti, per Jacopo, non sempre brillanti.
Ma in cima a ogni cosa, nei pensieri, nel diario e nei sogni di Jacopo, c’è una compagna di scuola, la giovanissima Rossella con il sorriso più bello del mondo, la grazia di una dea, gli occhi che ammaliano, lo splendore dei sedici anni. Cosa manca a Jacopo per conquistarla? Il coraggio? La scioltezza nel porsi? Un po’ di sana leggerezza nell’immaginare che si tratta solo di un’infatuazione passeggera? Il terrore del confronto con Sloth/Giuseppe, suo coetaneo, che sembra fare una corte spietata alla ragazza? Tutte queste cose insieme che, una dopo l’altra, gli faranno perdere occasioni d’oro per raggiungere il suo obiettivo. Noi lettori ci chiediamo, però, se quello che lo frena non sia piuttosto la paura di scoprire che la realtà non è all’altezza del sogno che ha costruito intorno a Rossella. Chissà se Jacopo lo ha capito? O è in quella tragica età, la fine dell’adolescenza, in cui c’è ben poco che abbiamo capito sia di noi stessi che degli altri? Vincere a tutti i costi è sul serio l’unica cosa che conta?
Andrea Malabaila, che avevamo tanto apprezzato nel suo precedente Lungomare nostalgia (Spartaco ed., 2023), ha un tocco fatato, un’abilità non comune unita a una memoria e a una sensibilità prodigiose nel calarsi nei panni di un adolescente e nel ripercorrere con lui stati d’animo, musiche, emozioni, momenti che hanno caratterizzato la seconda metà degli anni ‘90. E lo fa con una prosa sciolta, avvolgente, essenziale e gradevolissima.
Pagine di rara bravura sono quelle finali dedicate alla notte della vittoria della Juventus ai rigori, una vittoria che segna, per Jacopo, una presa di coscienza e la fine di un’epoca.