Autore: Nichi Vendola
Data di pubbl.: 2021
Casa Editrice: Il Saggiatore
Genere: Poesia
Pagine: 188
Prezzo: € 16,00
La poesia come azzardo della parola e del gesto. Questa è l’idea che Nichi Vendola ha nella testa e nel cuore da quando scrive versi.
È davvero bello ritrovarlo poeta con Patrie, un volume appena pubblicato da Il Saggiatore in cui il noto uomo politico dà conto del suo quarantennale e personale laboratorio di scrittura.
Dalla memoria di un tempo vissuto, Vendola riporta alla luce la sua antica e mai sopita passione per la poesia e in questo libro consegna al lettore il bilancio di anni trascorsi a meditare nei labirinti di un tormentato e ricercato agire poetico.
Patrie contiene inediti e un’ampia scelta di liriche tratte dai suoi libri, comprese quelle de Ultimo mare, uscito da Manni nel 2003.
Nichi Vendola è un cittadino del mondo, ma è anche un poeta cosmopolita e nella sua poesia carnale e immanente, dove tutto accade nel momento in cui ogni cosa viene pensata e scritta, ci racconta le essenze di tutte le patrie che abitano il suo mondo interiore.
«… la mia patria è una pietra / d’inciampo / un lampo / che rompe il confine».
Tutto si compie nel rito dell’attraversamento.
Il poeta Vendola, appeso alla trave delle sottrazioni, fai i conti con il nero del reale, la sua scrittura lucida e disincantata tende all’abbattimento di muri e confini.
Nichi Vendola non fa altro che mettere in versi la sua vita, pubblica e privata, chiamare le cose con il loro nome e lasciare che le parole raccontino, indignate e passionali, l’esistenza avara di equilibri, cioè la vita vera.
Il poeta aspira alla vita vera e da Funambolo di cuori inciampa nelle passioni di un’anima prigioniera che attende di essere liberata.
Nichi Vendola è un poeta che in questo ultimo mare naviga in direzione ostinata e contraria, nei suoi versi c’è sempre il coraggio delle parole controcorrente. Come Giorgio Caproni, Vendola è un uomo in disarmonia con la sua epoca e nel disincanto cerca l’umanità sepolta e la straordinaria ricchezza della diversità.
Le patrie sono tante e nessun uomo è un’isola. Oggi più che mai è necessario invocare un patriottismo senza nazione se vogliamo credere ancora in un mondo migliore.
«La mia patria è una nave / corsara / è un gioco, uno sbalzo / un tormento ondulare / non è fede amara / di elmi di lame di sangue / ma mito che langue /nel circumnavigare /nel rito /dell’attraversamento /occhi e braccia / sempre in faccia /ai mostri marini / sempre a caccia di poveri /cristi».
Nichi Vendola è un poeta civile e la sua poesia è radicata nella storia, è un poeta d’amore e di libertà che guarda negli occhi l’incendio che divampa da ogni parte.
Con Patrie Vendola, (portando nel cuore sempre il suo amato Pasolini) in questo tempo in cui mancano comizi d’amore, ci dona della poesia il suo messaggio più autentico: il vizio laico di stupirsi ancora.